Se vi faccio il nome di
Alexandre Dumas, può sorgere il dubbio sul fatto che io stia
parlando del padre o del figlio, ma se dico Il conte di
Montecristo, non ci sono dubbi.
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Gérard Depardieu |
Pubblicato
a puntate e come romanzo singolo, con
adattamenti cinematografici,
televisivi e teatrali, Il conte di Montecristo
è forse il classico più famoso della letteratura, anche chi non
l'ha mai letto conosce la storia di Edmond Dantès, di come venne
arrestato per essendo innocente, di come riuscì ad evadere dal
carcere per vendicarsi di coloro che lo avevano fatto incarcerare.
Ma
se Il conte di Montecristo è
così famoso, allora perché in molti
lo ritengono uno dei romanzi classici più sopravvalutati di sempre?
Umberto
Eco dice : “Il Conte di
Montecristo è
senz'altro uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati
scritti e d'altra parte è uno dei romanzi più
mal scritti di tutti i
tempi e di tutte le letterature.”.
Antonio Gramsci invece lo definisce il
piú «oppiaceo» dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non
crede di aver subito un'ingiustizia dai potenti e non fantastica
sulla «punizione» da infliggere loro? Edmondo Dantès gli offre il
modello, lo «ubbriaca» di esaltazione, sostituisce il credo di una
giustizia trascendente in cui non crede piú «sistematicamente».
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Il conte di Montecristo |
Questi
sono solo due esempi nostrani sull'opinione di questo libro, ma se
andate in qualunque altro negozio on-line di vendita di libri
troverete tra i tanti pareri favorevoli anche molti negativi su
questo romanzo d'altri tempi. La verità dunque dove sta? Com'è
davvero questo Conte di Montecristo?
Dal
punto di vista stilistico Dumas
è magistrale nel narrare le
sue storie, certo scrive nel
modo che era in uso in quell'epoca, ma non per questo risulta troppo
pomposo o eccessivamente
saturo di orpelli, anzi.
Dumas scriveva per i
suoi lettori, non poteva permettersi di annoiarli con parole o
termini incomprensibili, doveva usare parole semplici, facili da
capire. Non solo, doveva anche creare intrecci e personaggi nei quali
il lettore avrebbe potuto rispecchiarsi o anche sognare. Si può
incolpare Dumas per
questo? Possiamo davvero bistrattare questo autore per aver dato ai
lettori qualcosa con cui viaggiare e trascorrere qualche ora felice?
C'è
da dire che Il conte di Montecristo
è un gran bel mattoncino
da leggere, cosa che scoraggerebbe forse anche il più accanito dei
lettori. Quello che forse
scoraggia ancora di più il lettore che, conoscendo già a grandi
linee la storia decide di affrontarne la lettura, è che la parte
interessante arriva dopo numerose
pagine. Il lettore deve conoscere Dantés felice e spensierato, poi
imprigionato per anni senza più alcuna speranza prima di poterlo
finalmente mettere in atto la sua vendetta, questo
in effetti potrebbe scoraggiare, ma agli impavidi che decidono di
proseguire la lettura, Dumas
regala un intreccio magistrale.
Non
c'è da vergognarsi nell'ammettere che pur essendo Il conte
di Montecristo un bellissimo
libro, lo si legge per vedere
Dantés vendicarsi di coloro che lo avevano fatto arrestare solo per
toglierselo dai piedi. E' un bisogno umano poter vedere la giustizia
compiersi anche, e soprattutto, quando quella regolata
dalle
leggi non lo fa. Ci fa sentire bene, ci fa sentire come se fosse
stato rimesso tutto nel giusto equilibrio, anche se si tratta solo di
una storia inventata.
Dumas
è riuscito a creare un personaggio nel quale ogni lettore riesce ad
immedesimarsi senza sforzo. Un
personaggio amato come un eroe, anche se solo un uomo che cede ad un
sentimento distruttivo dell'animo umano: la vendetta.
A
questo punto però la domanda rimane: cos'è
Il conte di Montecristo?
Il
libro più sopravvalutato di sempre? Un
romanzo incompreso? Oppure
chi lo critica lo fa per semplice invidia?