Spirito irrequieto ed artista geniale ricordato per il suo
atteggiamento a volte gaudente ed eccessivo, sicuramente anticonvenzionale e non allineato. Architetto,
designer, urbanista, e poi fotografo, pilota d'auto e aerei, scrittore ed altro ancora. In lui la frenesia
creativa s'impadroniva del genio guidandolo alla creazione di originali e
sorprendenti opere d'arte. Carlo Mollino (1905-1973), torinese, fu un eclettico:
i suoi primi progetti rompevano con il
passato rifiutando i dettami del razionalismo, ispirandosi ad Alvar Aalto ed
Erich Mendelsohn. Da queste idee nasceva la Società Ippica Torinese (1937-1941)
Interno della casa di via Napione a Torino |
demolita nel 1960, l’edificio per la
Slittovia del Lago Nero (1946-1947) in cui la tradizionale tipologia di
costruzione alpina si trova rielaborata in forme del tutto originali. Ancora a
Torino l’Auditorium della RAI di via Verdi progettato nel 1952, ristrutturato nel 2006, con scarsa attenzione, a detta di alcuni, per l’idea originaria. Nel
1964 a capo del gruppo composto da Alberto Galandi, Carlo Graffi e Antonio
Migliasso, vinse il concorso bandito dalla Camera di Commercio Industria e
Agricoltura di Torino per il “Palazzo degli Affari” cui seguì la sua costruzione (1964-1972).
Ispirato dal Modernismo, influenzato dall'Art Nouveau, dal Surrealismo, Barocco e Rococò è il Nuovo Teatro Regio di Torino, cui si dedicò dal '65 al '73, che rimane la sua opera più famosa ed imponente, costruita sul sito del vecchio teatro bruciato nel 1936. I suoi progetti furono caratterizzati da una rigorosa preparazione tecnica, particolarmente attenta all’aspetto funzionale, cui seguiva la realizzazione con elementi stilistici e l'uso materiali derivanti dalla tradizione. Fu molto sensibile ai problemi dettati dal contesto su scala urbanistica: secondo lui infatti la casa “non è del proprietario, ma della strada che la guarda e la subisce”.
Ispirato dal Modernismo, influenzato dall'Art Nouveau, dal Surrealismo, Barocco e Rococò è il Nuovo Teatro Regio di Torino, cui si dedicò dal '65 al '73, che rimane la sua opera più famosa ed imponente, costruita sul sito del vecchio teatro bruciato nel 1936. I suoi progetti furono caratterizzati da una rigorosa preparazione tecnica, particolarmente attenta all’aspetto funzionale, cui seguiva la realizzazione con elementi stilistici e l'uso materiali derivanti dalla tradizione. Fu molto sensibile ai problemi dettati dal contesto su scala urbanistica: secondo lui infatti la casa “non è del proprietario, ma della strada che la guarda e la subisce”.
Planimetria del Nuovo Teatro Regio di Torino |
Mr Hyde