Allacciate le cinture signore e signori e
preparatevi ad un viaggio a ritroso nel tempo, fino alla nebbiosa
Inghilterra del 1888, nel quartiere di Whitechapel, ai confini
della City, cuore del'Est End e anima popolare della Londra
vittoriana.
Forse qualcuno di voi ha già intuito di chi sto per
parlarvi e magari anche del libro a cui mi riferisco, ma per chi non
lo avesse ancora intuito facciamo le presentazioni. L'autrice è
Patricia Cornwell,
che più o meno tutti conosciamo per i suoi thriller, questa volta
però alle prese con una vera indagine, un cold case sul
serial killer più leggendario della storia: Jack the Ripper,
ovvero Jack lo Squartatore.
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Ritratto di un assassino |
Con il suo Ritratto di un assassino: Jack lo
Squartatore – Caso chiuso la Cornwell espone la sua
teoria sulla vera identità dell'assassino che terrorizzò la Londra
ottocentesca utilizzando prove, esami e perizie, da lei stessa pagate, per dimostrare che la sua teoria è esatta.
Prima di dedicarci al libro però facciamo qualche
passo indietro, giusto per farci un'idea della situazione nella quale
la Cornwell si è tuffata. Nel 1888 Jack lo Squartatore
seminò la morte tra le prostitute di Londra, le vittime a lui
attribuite sono cinque, ma in molti ritengono che il numero sia di
gran lunga superiore. I sospetti sull'identità di Jack sono
stati molteplici, aumentando nel corso del tempo, senza però trovare
mai delle prove schiaccianti che permettessero di associare un volto
al serial killer, così che ancora oggi nessuno sa chi sia davvero
Jack lo Squartatore.
E' in questo scenario tra dubbio e leggenda che la
Cornwell afferma, dove polizia e investigatori hanno fallito,
di aver scoperto la vera identità di Jack lo Squartatore,
ovvero il pittore impressionista e bohémien Walter Sickert.
Partendo da questa sua insita certezza, la Cornwell ha
cominciato a scavare nella vita del pittore e nelle prove relative al
caso di Jack lo Squartatore, arrivano alla conclusione che i
due sono la stessa persona.
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Patricia Cornwell |
Al di là che possa avere ragione oppure no, al di
là del che nessuno pare avergli dato credito per le sue ricerche, e
al di là che abbia speso circa 6 milioni di dollari per le sue
ricerche, resta il fatto che il libro è ben scritto. Con il suo modo
di scrivere semplice e narrativo, sa trasportare il lettore nella
Londra di quel tempo, analizzando l'ambiente storico, la psiche di
Walter, le prove del caso e, sviscerandole una per una, ci spiega come
sia arrivata alla conclusione che Sickert è lo Squartatore.
Che abbia ragione? Che l'abbia fatta in barba a
tutti quelli che, in 126 anni, si sono lambiccati il cervello per
trovare una soluzione al mistero? Chi può dirlo con certezza, non
spetta che leggere il libro e farsi una propria opinione.
Chissà se un giorno sapremo mai con certezza la
vera identità di Jack lo Squartatore o vivremo nel dubbio come per
l'omicidio di Kennedy.