05/12/13

Orientiamoci verso la cosmetica naturale, e partiamo dalla definizione di fitocosmesi

 Anche in fatto di cosmetici io sono sempre a favore a del naturale, il più naturale possibile. Il mondo vegetale è ricco di elementi efficacissimi tanto e forse anche più delle molecole chimiche che sono alla base della maggior parte dei cosmetici che definiamo tradizionali. Per questo spiegare bene il concetto di fitocosmesi è importante, perchè capire è alla base di scelte ponderate e consapevoli, al fine di presernvare la nostra salute e il benessere del nostro corpo.
La Fitocosmesi per essere seriamente considerata non può prescindere da questi concetti: la formulazione di un cosmetico deve tener conto con uguale importanza della base cosmetica e dei principi attivi ed il fitocosmetico favorisce naturalmente questo concetto.
Fitocosmesi

Partendo dalla conoscenza dei fenomeni di invecchiamento cutaneo i rimedi devono agire in sinergia fra loro combattendo tutti questi fenomeni senza eccezioni. Un ruolo fondamentale nella creazione di un fitocosmetico viene giocato dalla considerazione della qualità degli estratti e quindi dalla scelta del sistema estrattivo più idoneo (es CO2 supercritico) e dal fitocomplesso della pianta stessa. Il fitocomplesso è  l’insieme dei principi attivi del vegetale "in toto", essendo la pianta una "unitá terapeutica" nella quale i principi attivi formano dei fitocomplessi caratteristici. Infatti lo studio di un singolo principio attivo non porta a scoprire le proprietà della pianta, bensì solo quelle del principio attivo stesso. Mentre invece è stato dimostrato, in moltissimi casi, che l’azione della pianta è dovuta all’estratto totale della pianta stessa e non ai suoi costituenti chimici isolati. In altri termini, l’insieme dei principi attivi dell’estratto è superiore all’attività delle varie molecole considerate singolarmente. Questo spiega perché le piante, usate nella loro totalità, producano effetti diversi da quelli ottenuti utilizzando i loro singoli principi attivi. Questo "insieme" di cui stiamo parlando, responsabile della specifica attività di una pianta e spesso formato da centinaia di molecole diverse, costituisce un’entità biochimica unitaria, che agisce grazie all’azione complementare e di reciproco potenziamento dei singoli costituenti. Tale sinergia è all’origine dell’attività più dolce, meno aggressiva e soprattutto più armonica che molte piante hanno rispetto ai farmaci, poiché la tossicità di alcuni loro costituenti viene mitigata da altri.  Se una sostanza è di origine naturale, non è detto che i parametri utilizzati per la sua estrazione siano conformi e convenienti ad ottenere un prodotto completamente naturale. Per esempio i residui di solventi potrebbero contaminare il prodotto stesso. Esistono a questo proposito dei parametri codificati dal “Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici” (via J. Barozzi, 8 40126 BOLOGNA). Questi parametri sono stati inviati ai produttori delle sostanze, al fine di ottenere una dichiarazione sotto la loro responsabilità, che anche i criteri estrattivi sono consoni al concetto di naturale. Un breve cenno al del metodo estrattivo che utilizza il CO2 supercritico. Quando un liquido viene riscaldato in un recipiente chiuso, evapora fino a un punto critico in cui la densità del vapore così formato e quella del liquido restante sono uguali. Al di là di questo punto, il sistema entra in uno stato indeterminato tra il liquido e il gassoso, ossia diventa un fluido supercritico. La scelta di utilizzare l’anidride carbonica per questo scopo deriva dal fatto che essa è abbondante, poco costosa e facilmente trasportabile e non è tossica, poiché è prodotta e metabolizzata in natura dagli organismi viventi. I vantaggi di questa metodologia estrattiva si possono riassumere in questi pochi concetti: Il CO2 supercritico funziona bene a temperature che lasciano integri i composti biologici sensibili al calore. Il CO2 supercritico non inquina l’estratto vegetale con residui come avviene per altri estrattori
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