Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta tassazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta tassazione. Mostra tutti i post

06/10/14

Che fine farà il TFR?

Che fine farà il TFR, il trattamento di fine rapporto dei lavoratori? A me sembra tutto un concone di proposte molto aleatorie che poi, come al solito si risolvono in un nulla di fatto. Ma veniamo a noi, ecco come ce lo spiega Altroconsumo. 

TFR
immagine presa dal web

Il Governo, dopo gli 80 euro in busta paga, sta pensando ad altre misure che possano rilanciare i consumi e ha rispolverato una proposta che circolava già da tempo: mettere il Tfr (o una sua parte) direttamente in busta paga (invece di fare davero qualcosa per rilanciare l'occupazione). Per i lavoratori potrebbe essere una opportunità in più che non necessariamente andrà a indebolire la già fragile previdenza complementare, ma offrirà loro la possibilità, oltre che di spendere il proprio denaro come vorrebbe il Governo, anche di investirlo in un risparmio “fai da te” a fini previdenziali che non passi forzatamente attraverso il risparmio gestito (non capisco perchè la chiamino opportunità, quando l'opportunità vera sarebbe quella di vedere nuovi sbocchi per le attività lavorative e delle imprese).

Ma perché sia realmente una opportunità è importante che l’inserimento del Tfr in busta paga sia fatto bene. In particolar modo occorre che quei soldi conservino comunque la tassazione (più favorevole) prevista per il Tfr e non finiscano a dover pagare la (più salata) aliquota marginale d’imposta. In secondo luogo la manovra deve essere comunque concepita con una certa flessibilità, dando al lavoratore la possibilità di rivedere almeno una o due volte l’anno la sua scelta se farsi dare o meno il Tfr, rimodulandola secondo le proprie necessità. Non da ultimo l’attuale rivalutazione del Tfr è troppo bassa. Deve essere aumentata del 2%.

02/12/13

Nessun segnale di ripresa per il settore delle auto: aspettative ancora una volta deluse!

Nessun segnale di ripresa per il settore delle auto: aspettative ancora una volta deluse! Pare non ci sia stata la svolta nel settore auto, le aspettative di ripresa sono andate puntualmente deluse: pure il mese di novembre il mercato nazionale dell'auto ha chiuso in passivo: solo 102.201 immatricolazioni equivalenti ad una flessione del 4,5%.
«È anche vero, però, che il tasso di caduta delle immatricolazioni, fa notare Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – è andato di mese in mese riducendosi». E durante l'intero anno che i dati sono, nella loro globalità, negativi facendosi da dovere chiudere con un calo del 7,7% a differenza di quanto prodotto nel 2012, ma con un crollo del 48,1% rapportato ai livelli precrisi (2007). Inutile, secondo Quagliano, illudersi su una improvvisa e sostanziale inversione di tendenza, almeno per quel che riguarda il breve termine.
Settore auto in calo nel 2013

Perché gli indici di fiducia Istat per consumatori e imprese segnalano una ripresa già da metà 2013, ma i problemi che penalizzano il settore dell'auto non sono assolutamente risolti. Dal costo eccessivo di assicurazioni e carburanti alle difficoltà di accesso al credito, dai livelli insostenibili della tassazione alla demonizzazione di auto ed automobilisti in numerose città.
Il tutto inserito in un contesto caratterizzato dai livelli elevati di disoccupazione e dalla continua flessione dei consumi delle famiglie. Per quanto riguarda l'andamento delle singole marche a novembre, il gruppo Fiat è nuovamente penalizzato, con il marchio principale che cede il 10,51%, Lancia-Chrysler il 16,50%, Alfa Romeo il 20,17% e Jeep il 12,68%.

Complessivamente il gruppo torinese perde il 12,3% e vede la quota ridursi dal 29,6 al 27,2%. Il Lingotto si consola con la classifica dei modelli più venduti, con la Panda al primo posto, seguita dalla Punto, dalla Ypsilon, dalla 500L e dalla 500. Al sesto posto la prima delle straniere, la Ford Fiesta davanti alla Golf Wolkswagen. Ma il gruppo tedesco rafforza la sua prima posizione tra i costruttori stranieri che vendono in Italia, con un progresso del 9,15% ed una quota che sale al 13,89%.
Male Psa (-10,48%) e frena anche Gm (-4,91%). Cresce Renault (+11,88%) mentre Ford perde il 14% ed il gruppo Hyundai il 18,16%. Si rafforza Daimler (+29,39%) con Bmw sostanzialmente stabile. Tra le asiatiche cresce Toyota e frenano Nissan e Jaguar Land Rover. In progresso anche Suzuki, Volvo, Mazda, Honda e Mitsubishi.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.