Il-Trafiletto
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28/10/14

Relax tra selvaggi sedimenti sabbiosi piccole comunità e lagune Brasiliane

Il cuore che pulsa dell'America Latina come mai lo avreste immaginato! Il Brasile "nature", senza le sue città sconfinate, senza le disparità che lo logorano, dove le favelas sono lontane, quello del samba senza freni, il centro della movida, delle spiagge come passerelle di moda. 


Siamo ad Uruaù, lungo la costa del Ceará, lo stato del Nordest che da solo è grande quanto la metà dello "stivale" nostrano, la vita si svolge serena, con andamenti guidati da Madre Natura oltre che dall'innata attitudine degli indigeni che contano ben 8,5 milioni, dove 3,5 si concentrano nella capitale Fortaleza in apparenza dispensata dai pericoli inerenti al turismo: maggiore fonte di guadagno seconda soltanto alla pesca, il suo impatto è lontano dagli eccessi e dagli stereotipi che caratterizzano altri lidi del paese-continente sudamericano.

Qui ogni vacanza ha la sua massima espressione nelle ville private e nelle rare strutture ricettive ecosostenibili costruite negli ultimi 20 anni dall'imprenditoria italiana che si è invaghita del luogo, un piccolo paese che si sporge sulle rive dell'immenso Oceano Atlantico con 3 strade di piccole case basse e e variegate, chiese che fanno riferimento a la quasi totalità delle religioni e credi che si affiancano ad una interminabile serie di «barracas de praia» - prima di avviarvi progetti di vita e di lavoro. L'inestimabile ricchezza è l'immensa spiaggia di dune, rigorosamente non attrezzata, paradiso dei kite-surfisti, con acque calde tutto l'anno grazie alla vicinanza dell'equatore, e una bellissima laguna blu orlata di palme e mangrovie, perfettamente calma in antitesi alle spumeggianti onde dell'oceano.

Spostandoci a circa 90 km verso sud di Fortaleza, Uruaù, nel bel centro della Costa do Sol Nascente, ci si ritrova in una posizione strategica per dare il via ad un'esplorazione del territorio a bordo delle dune buggy, unica traccia della presenza della modernità in un ambiente in cui sono per fortuna vietate le moto d'acqua. La struttura leggera in vetroresina, consente alle piccole vetture scoperte di fare fronte a quasi ogni sorta di difficoltà, e i mitici autisti «credenciadi» vi condurranno volentieri ovunque, facendovi anche da guida.
Lo stato a nord est del Brasile: Uraù

Se le maree lo permettono, dal momento che mutano del tutto l'aspetto della costa improvvisamente durante il giorno, perchè è così che si raggiungono, volando senza pensieri particolari sulla sabbia dorata, alcune delle località più belle della regione. Ci si potrà spostare in direzione Nord, verso la capitale, dopo una sosta di carattere tecnico (una buona quantità d'acqua, acquisti di Havaianas, l'infradito nazionale) nel centro di Beberibe, le mete da non perdere sono Praia das Fontes, chiamata così per le rigeneranti fonti d'acqua dolce chzampillano copiose nella roccia, e Morro Branco, il «gran canyon» del Brasile, dove le alte falesie hanno il fascino e la dimensione di monumentali scenografie naturali.

E Aguas Belas, un nome plurale che ha origine dal mischiarsi delle acque del mare e la foce di un rio che si introduce come un serpente fra i sedimenti di sabbia d'origine eolica e le piante di cocco, formando lagune - ambiente ideale per fare scuola di kite - e piccoli guadi da attraversare caricando le buggy su chiatte trainate a mano, con un sistema di corde, dagli stessi conducenti. A pochi chilometri addentrandoci, il mercato di Cascavel è uno dei più movimentati e originali della luogo: oltre a fare acquisti di ogni sorta i locali si intrattengono a lungo per mangiare in compagnia e farsi tagliare i capelli in un apposito «distretto».

23/12/13

Perchè si dice "canta che ti passa"?

Questo adagio mi ricorda il mito di Orfeo, che, accompagnato dalla sua cetra, incantava chiunque lo ascoltasse. Dlen dlen.....in verità sorrido se penso a questo mito raccontato nel cartone animato Pollon, ve lo ricordate? La divina poppante si cimenta nell'uso della cetra e stende stecchiti alcuni mostri dell'Ade, del resto la sua abilità era molto limitata. Ma torniamo a noi.
Note musicali
Canta che ti passa, è un invito a non spaventarsi e a curare le preoccupazioni e i timori con il canto. L'espressione pare sia stata incisa su una trincea durante la prima guerra mondiale da un soldato il cui nome non è sconosciuto: l'ufficiale e scrittore Piero Jahier la trascrisse come epigrafe di una raccolta di Canti del soldato (Milano, 1919). Jahier nella prefazione, firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba, parla del «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa». In effetti, ai giorni nostri, la musica è il  mezzo attraverso cui si trova il relax ed è anche il modo più adatto per esprimere le emozioni che non si riescono a descrivere concretamente.
La musica è usata anche in campo medico: infatti è un ottimo elemento per tenere in contatto il conscio con l'inconscio perché essa è un mezzo di comunicazione che arriva anche dove le parole sembrano inaccessibili.
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