Il "
materiale delle meraviglie" si conferma il 
grafene! Alcuni 
ricercatori dell'
Istituto nanoscienze (meglio conosciuto come 
Nano-Cnr) in collaborazione con l'
Istituto di fotonica e nanotecnologie (
Ifn-Cnr) del 
Consiglio nazionale delle ricerche (
Cnr) sono stati protagonisti di un'evento fantastico: per hanno assisitito per la prima volta al manifestarsi di un 
fenomeno che potrebbe essere utilizzato per incrementare l'efficienza di 
dispositivi fotovoltaici come le 
celle solari.
Stiamo parlando del 
grafene, che sottoposto ad 
impulsi luminosi ed 
estremamente brevi, introduce un 
processo di moltiplicazione a cascata degli 
elettroni.  
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| Il grafene | 
Il traguardo ottenuto in collaborazione con il 
Politecnico di Milano, la 
Scuola normale superiore e l'
Università di Cambridge e 
Manchester, è stato pubblicato sulla rivista 
Nature Communications.
“Studiare il comportamento degli 
elettroni nel 
reticolo bidimensionale di questo 
materiale, che è costituito da un 
foglio monoatomico di 
atomi di carbonio, è la chiave per capirne e sfruttarne al meglio le eccezionali proprietà: conduzione di elettricità e calore migliore del rame, leggerezza e resistenza maggiori dell'acciaio”, spiega Marco Polini di Nano-Cnr di Pisa.
“Un aspetto ancora poco noto, per esempio, è cosa accade agli elettroni dopo che un lampo intenso e ultra-breve di luce li ha fortemente perturbati: abbiamo pertanto indagato le primissime fasi successive alla foto-eccitazione, quando gli elettroni, riscaldati dalla luce a temperature di migliaia di gradi, si raffreddano in un tempo brevissimo”. I 
ricercatori hanno dimostrato che in questo caso i fotoni incidenti innescano un processo di ‘moltiplicazione a cascata’ degli elettroni.
“Un 
fenomeno noto come 'carrier multiplication', grazie al quale, per ciascun fotone assorbito dal grafene, più elettroni si mettono in moto e incrementano la corrente elettrica”, continua Polini. “La possibilità di innescare questo fenomeno potrebbe migliorare le prestazioni delle tecnologie fotovoltaiche e dei dispositivi optoelettronici in termini di efficienza, robustezza, risparmio energetico”.
“La 
moltiplicazione di carica è estremamente difficile da rilevare poiché dura appena un centinaio di femtosecondi, meno di un milionesimo di milionesimo di secondo!”, spiega Giulio Cerullo di Ifn-Cnr e Politecnico di Milano. “Per studiare 
effetti fisici su scale temporali così brevi servono 
impulsi luminosi altrettanto brevi, che siamo stati in grado di ottenere con tecniche di spettroscopia ultra-veloce capaci di 'comprimere' la luce. Il nostro esperimento rappresenta al momento l’evidenza sperimentale più chiara del fenomeno nel grafene”.
I gruppi di 
Nano-Cnr, 
Ifn-Cnr, Politecnico di Milano, Sns, Cambridge e Manchester, autori dello studio, hanno un ruolo di primo piano nella Graphene Flagship, il progetto europeo premiato con un maxi-finanziamento di un miliardo di euro per i prossimi dieci anni, che ha ufficialmente preso il via il primo ottobre scorso e coinvolge oltre 70 
partner scientifici e industriali, con lo scopo di portare il grafene dai laboratori di ricerca alle applicazioni, attraverso tecnologie in una vastissima gamma di settori.