Il-Trafiletto
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27/10/14

Per fortuna che siamo nella...cacca

A tu per tu con Emma Allen-Vercoe, l'inventrice delle feci artificiali che potrebbero salvarti la vita.


Avete finito di mangiare? Bene, possiamo cominciare.
Probabilmente avrai già sentito dire che impiantare feci di un soggetto sano in uno malato potrebbe guarire la letale infezione gastrointestinale causata dal batterio Clostridium difficile. Ma Emma Allen-Vercoe ed i suoi colleghi della University of Guelph, in Ontario, credono di poter migliorare questa strategia di trapianto "all'ingrosso".

Stanno lavorando sull'adattamento di misture di batteri intestinali per i singoli pazienti. Sfortunatamente, questi batteri sono schizzinosi e non crescono bene in una capsula di Petri, e così il suo team crea feci artificiali.

Qual’ è la speciale ricetta delle feci artificiali? 
Contengono cose come la cellulosa che, non venendo assorbita, rimane nel tratto intestinale fino alla sua porzione distale, il traguardo della digestione. È piuttosto brutta a vedersi. Si tratta di una poltiglia marrone, con grumi di amido ed è abbastanza appiccicosa. Non ha un aspetto o un odore gradevole.

Come si creano poi feci artificiali da questa poltiglia?
Attraverso il Robogut, composto da sei grossi beaker pieni di questa miscela che vengono riscaldati sino a raggiungere la normale temperatura corporea. Poi si aggiungono dei batteri da una piccola quantità di feci umane. Dato che l'ossigeno è veleno per i batteri intestinali anaerobi, ciascun contenitore è sigillato ermeticamente, mentre alcuni sensori ne controllano temperatura ed acidità.

Qual è la parte peggiore del lavorare con feci sintetiche?  
Gli scarti. Per via della regolamentazione, non possiamo semplicemente tirare lo sciacquone. Dobbiamo sterilizzarli cuocendoli a temperature molto elevate e poi buttarli via. Ciò significa che dobbiamo farlo di notte quando non c'è nessuno, perché l'intero edificio inizia ad odorare di feci.

Qual è la cosa più sorprendente che avete appreso dalle vostre ricerche? 
Il fatto che i microbi non sono il nemico. Entro i prossimi 20 anni abbandoneremo l'idea che i patogeni causino la maggior parte delle malattie. Guarderemo a queste come scatenate da un collasso nell'ecosistema microbico, uno squilibrio fra i microbi buoni che vivono già nell'organismo.
La dottoressa Emma Allen-Vercoe

Cosa vi tiene svegli di notte? 
Dato che i governi stanno rendendo molto difficile ottenere la supervisione medica per un trapianto di feci, esiste una sorta di cultura underground in cui le persone ottengono informazioni da Internet e poi procedono ai trapianti, senza alcuna supervisione. Senza una sorveglianza appropriata, potrebbero farsi molto più male che bene. Sono terrorizzata per loro.

09/03/14

Cellulari, tablet e smartphone: la casa preferita dei batteri

Stiamo molto attenti all'igiene delle mani, magari ci siamo abituati a portarci dietro in borsa un igienizzante che ci aiuti a tenere le mani pulite durante tutto il giorno, quando siamo al lavoro, o in giro, e siamo in contatto con le più svariate superfici, altre persone, animali.
In realtà non ci accorgiamo di avere spesso tra le dita alcuni oggetti tra i più ricchi di batteri in assoluto: cellulari, smartphone e tablet! Ad annidarsi tra i nostri tanto amati oggetti tecnologici ci sono tra gli altri lo Staffilocco Aureo e il Clostridium (potenzialmente patogeni), a rivelarlo un nuovo studio della Sanford Health pubblicato sull’American Journal of Incection Control che non fa altro che confermare ulteriormente quello che già sapevamo: insieme alle borse e alle tavolette del Wc, smartphone e tablet sono tra gli oggetti più ricchi di batteri.
  La domanda allora è: come possiamo difenderci? Semplicemente passando un panno in microfibra umido ogni giorno sul nostro smartphone o tablet, ha risposto Dubert Guerriero, uno degli autori principali della ricerca. Ma in realtà questo potrebbe non bastare nel caso sul proprio dispositivo si sia “accomodato” un virus più resistente come ad esempio quello dell’influenza. In questo caso per debellarlo è necessario utilizzare qualche detergente apposito per smartphone che, a detta dello studioso, sarebbe grado di uccidere il 99.9% dei batteri e dei virus. Un’ulteriore alternativa suggerita dai ricercatori è quella di acquistare delle coperture usa e getta, da cambiare ogni giorno, ma noi siamo “green” e questa soluzione non ci piace! Ci accontentiamo di passare sul dispositivo un panno umido in microfibra, il resto lo facciamo fare al nostro sistema immunitario.
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