Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta Tolkien. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tolkien. Mostra tutti i post

26/09/14

Vuoi o no, i fantasy sono tutti figli di Tolkien

L'ho nominato spesso quando, in altri post, parlavo di romanzi fantasy, ma fino ad ora non avevo mai parlato di lui. E' considerato un grande autore del genere fantasy, anche se negli ultimi tempi i suoi libri si sono leggermente scostati dai parametri canonici del fantasy. Il suo primo libro, scritto nel 1977 diventò un best seller mondiale, rimanendo nella classifica del New York Times dei libri più venduti per oltre cinque mesi. Insomma mica una cosa da poco! Va però anche detto che, per quello stesso libro alcuni lo accusarono di plagio de Il Signore degli Anelli per le numerose analogie, accuse che l'autore a smentito.

Terry Brooks
Invidia? Avevano ragione loro? Sta di fatto che tutti i fantasy venuti dopo Il Signore degli Anelli, vuoi o no, pescano qualcosa da lui, è inevitabile, succede così per tutti gli autori considerati padri di un genere.

Mettiamo da parte però queste discussioni superflue e arriviamo all'autore di oggi, ovvero Terry Brooks. Premettendo che ci sono infinite discussioni su quale sia l'ordine corretto di lettura dei suoi cicli, tutti i libri incentrati su Shannara infatti sono (per ora) 17, oggi esamineremo la tetralogia denominata il Ciclo di Shannara, che si compone di: La spada di Shannara, Le Pietre Magiche di Shannara, La Canzone di Shannara e Il primo re di Shannara. Già qui bisogna dire che Il primo re di Shannara è un prequel de La spada di Shannara, quindi siete liberi di scegliere se leggerlo prima o dopo. Io l'ho letto dopo, ma non è che cambi molto.

“Qui giace il cuore e l'anima delle nazioni,
Il loro diritto di vivere nella libertà,
Il loro desiderio di vivere nella pace,
Il loro coraggio di cercare la verità,
Qui giace la Spada di Shannara.”
(La spada di Shannara)
La canzone di
Shannara

I primi tre volumi raccontano le vicende della famiglia umana degli Ohmsford, i cui membri discendono dall'antica famiglia elfica, nonché di sangue reale, di Shannara. Il sangue elfico nelle loro vene, benché ormai diluito col sangue umano ha permesso ad alcuni di loro di possedere alcune facoltà magiche. Ad unire questi tre libri e anche il quarto, è la figura del druido Allanon, lo stregone che aiuta gli Ohmsford nella battaglia contro il Male.

“E il demone odiava. Odiava con un'intensità che sconfinava nella pazzia. Una reclusione secolare nella nera prigione oltre la barriera del Divieto aveva dato al suo odio tempo più che sufficiente per invelenirsi e dilatarsi. Ora lo divorava. Era tutto, per lui. Da esso traeva potere, quel potere che avrebbe usato per annientare le creature che gli avevano causato tanta pena. Gli Elfi! Tutti gli Elfi!”
(Le pietre magiche di Shannara)

La narrazione tra un capitolo e l'altro della saga subisce, come è ovvio, un'evoluzione di stile e di capacità narrativa. La semplice avventura alla Signore degli Anelli del primo capitolo si consolida, diventa più complessa e più avventurosa, si svincola della poesia che Tolkien aveva introdotto nel fantasy, introducendo scene di epiche battaglie, subdole creature maligne e pause riflessive sempre più profonde e meditative, senza per questo togliere verve ai romanzi.
La spada di
Shannara

“Così Brin cantò, e la canzone inghiottì i suoni della foresta finché non vi fu altro, risuonando limpida e nitida nell'aria mattutina. L'olmo fu scosso da un brivido, i suoi rami vibrarono in risposta. Brin aumentò il tono della voce, avvertendo la resistenza dell'albero, e le sue parole divennero più pressanti. Il tronco ricurvo, stentato dell'olmo si districò dalla quercia, con i rami che si scorticavano e si laceravano, mentre le foglie venivano strappate violentemente dai gambi”
(La canzone di Shannara)

Terry Brooks e i suoi libri sono fatti per quei lettori che amano l'avventura, che amano le battaglie epiche tra il bene e il male, dove l'unico limite nel generare creature e trame avvincenti è la fantasia dell'autore. Dove i sentimenti, le riflessioni e i tentennamenti dei personaggi sono subordinati ad una lunga storia che nasce proprio sulla Terra, in un futuro sorto dalle ceneri di una guerra apocalittica.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet, le informazioni sull'autore e i libri sono state prese Wikipedia, le citazioni sono state prese dai libri stessi di cui il post tratta)

15/07/14

L'animo umano racchiuso tra le pagine di un fantasy

“Mi ci vollero degli anni per rendermi conto d'aver scelto di lavorare in generi disprezzati e marginali come la fantascienza, la fantasy e la narrativa per adolescenti, esattamente perché essi erano esclusi dal controllo della critica, dell'accademia, della tradizione letteraria, e consentivano all'artista di essere libero.” (da The Fisherwoman's Daughter; citato in Oriana Palusci, Da un mondo all'altro: Ursula LeGuin e la storia delle donne, introduzione a Il giorno del perdono, p. 5)

Che il fantasy e la fantascienza siano dei generi marginali è vero, ma ci sono stati autori (e per fortuna ce ne sono ancora) che hanno saputo portare alla ribalta questi generi letterari. Tra questi pilastri c'è anche una donna: Ursula K. Le Guin.

La saga di Terramare
La saga di Terramare
Per chi non legge abitualmente il fantasy, questo nome non dirà nulla, ma per i fans, e i critici questo nome è famoso. La Le Guin, nel corso della sua carriera, ha vinto cinque premi Hugo e sei premi Nebula (i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica), nonché è considerata una delle principali autrici viventi di fantascienza.

La Le Guin non si ferma qui, perché lei semplicemente non si è limitata a scrivere di libri che hanno ricevuto dei premi, lei appartiene a quella ridotta schiera di autori glottoteti. Cos'è un glottoteta? Ci viene in aiuto l'affidabile Wikipedia. La glossopoiesi è l'arte di creare linguaggi artificiali. Come lei ci sono Tolkien, Zamenhof (Esperanto) e Okrand (Klingon), tanto per citarne qualcuno.

Dunque la Le Guin non è una banale autrice di fantasy e fantascienza, ma un'autrice di quella con i fiocchi e oggi vi parlerò dei primi tre volumi del suo Ciclo di Earthsea.

“Fin dalle tenebre di quella notte […] non aveva conosciuto altro che buio: e ora vide la luce del giorno, e il sole che splendeva nel cielo. Chiuse tra le mani il volto sfregiato e pianse”

Il Ciclo di Earthsea si compone di cinque volumi: Il mago di Earthsea (o Il mago), Le tombe di Atuan, La spiaggia più lontana (o Il signore dei draghi), L'isola del drago e I venti di Earthsea (o I venti di Terramare). I primi tre libri della saga vengono solitamente racchiusi in un unico volume chiamato La saga di Earthsea, mentre i successivi due nel volume I draghi di Earthsea. La Mondadori però pubblica tutti i libri in unico grosso volume chiamato La saga di Terramare.
Ursula K. Le Guin
Ursula K. Le Guin

La saga di Earthsea, racconta le vicende del giovane Ged e del suo percorso di apprendimento da apprendista a mago di Roke, l'unica scuola di magia di Earthsea, in un susseguirsi di prove, di scontri e rivelazioni che lo porteranno a maturare e renderlo un uomo saggio.

“Ma ogni scelta, ogni azione, ogni decisione ti lega alle sue conseguenze, e ti costringe ad agire di nuovo, ancora e ancora. Poi, molto di rado, riesci a trovare un buco, uno spazio, un tempo come questo, che si inserisce tra un'azione e l'altra, e tu finalmente puoi fermarsi e limitarti ad essere. E puoi domandarti chi sei, dopo tutto.”

La saga di Earthsea può essere definita una saga per ragazzi, ma sarebbe semplicistico affermarlo, perché, per quanto il modo di scrivere dell'autrice sia scorrevole e abbordabile anche al lettore meno avvezzo, l'autrice si immerge nell'introspezione dei personaggi, scoperchiando questioni e quesiti che ogni adulto, prima o poi si pone.

La Le Guin è magistrale per il suo modo di creare mondi credibili, popolati dalle creature più disparate eppure così reali. Tuttavia è la sua straordinaria capacità di caratterizzare i personaggi a livello emotivo a rendere i suoi libri dei piccoli tesori.
Il signore dei draghi - 3° volume della saga
Il signore dei draghi

“Devi voltarti. Devi affrontarla. Se continui ad andare avanti, se continui a fuggire, dovunque tu vada, sempre incontrerai il male ed il pericolo, poiché è lei che ti spinge, è lei che sceglie le tue strade. Devi scegliere tu, invece. Devi cercare chi ti cerca, inseguire chi ti insegue, devi dare la caccia a chi ti caccia”

L'azione, l'avventura e i colpi di scena, sono ben descritti e ben gestiti, ma sono sempre subordinati ai personaggi della storia. La Le Guin non pone infatti al centro della storia la trama come avviene per la maggior parte degli autori, lei pone al centro dei suoi libri i personaggi. E' ciò che accade loro a a creare la storia, non viceversa.

I temi che la Le Guin affronta, nonostante siano calati in un contesto fantastico, sono profondi e attuali, spaziando dal femminismo (l'autrice infatti si considera una femminista oltre che un'anarchica), all'utopia senza dimenticare il pacifismo. La Le Guin è una dei pochi autori in grado di scavare nelle profondità dell'animo umano, mettendo a nudo le debolezze e i dubbi che cela nel profondo dei cuori, fissandolo nero su bianco nei suoi piccoli capolavori.

“E nessuno altro uomo vivrà in eterno e nessuna cosa. Non esiste l'immortalità. Ma soltanto a noi è dato di sapere che dobbiamo morire. E questo è un grande dono: il dono dell'individualità. Perché possediamo soltanto ciò che sappiamo di dover perdere, ciò che desideriamo perdere... quell'individualità che è il nostro tormento, e anche il nostro tesoro e la nostra umanità, non sopravvive. Cambia. Sparisce, come un'onda sul mare. Vorresti forse che il mare si fermasse e le maree cessassero, per salvare te stesso? Rinunceresti all'abilità delle tue mani e alle passioni del tuo cuore, rinunceresti all'alba e al tramonto, per conquistare la sicurezza per te stesso... una sicurezza eterna?”


(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti l'autrice sono state prese dalla Wikipedia, mentre le citazioni sono state prese dai libri di cui il posto parla)

13/05/14

800 pagine buone per ammazzare gli scarafaggi

Quest'oggi nella mia rubrica faremo un'altra incursione nel mondo del fantasy. L'ultima volta che ci abbiamo provato, se ricordate, ci andò bene solo in parte. Questa settimana ci riproviamo e partiamo con il libro Gli Elfi di Bernhard Hennen.


Gli Elfi
Gli Elfi
Prima di vedere il libro vediamo un po' chi è Bernhard Hennen. Scrittore, storico e giornalista tedesco è anche un creatore di storylne per i giochi di ruolo. Vi ricorda qualcuno? Si, vi ho già parlato di autore con incursioni nei giochi di ruolo, si trattava di Ed Greenwood e non era andata affatto bene, ma proseguiamo. Hennen esordì nel '93 con il ciclo L'anno del Grifone, scritto in collaborazione con Wolfgang Hohlbein. In seguito provò a scrivere da solo lanciandoci una saga incentrata sugli elfi.

Gli Elfi, primo capitolo di questa saga, ci porta nel mondo degli elfi, creature inavvicinabili e misteriose dal fascino eterno. Il mondo degli elfi però è minacciato da un demone malvagio. Nuramon e Farodin sono decisi a sconfiggerlo e, benché non vedano di buon occhio la razza umana, si ritroveranno a combattere fianco a fianco con l'umano Mandred. Ai due elfi però non preme solo la salvezza del loro mondo, ma anche la liberazione di Noroelle, di cui entrambi sono innamorati, che, vittima del demone, è stata esiliata per l'eternità in mondo parallelo.

Le premesse ci sono e sono buone: c'è la battaglia, c'è l'amore, ci sono le tipiche creature caratteristiche dei romanzi fantasy... eppure non va. Un mattone che pesa sullo stomaco del lettore che a tratti vorrebbe gettarlo dalla finestra e a tratti si sente quasi interessato alla storia.
Bernhard Hennen
Bernhard Hennen

Hennen cerca di mantenere il fascino e il mistero degli elfi di Tolkien, riuscendoci solo in parte, mancando della poesie che Tolkien era in grado di creare quando ne parlava.

La storia tende a perdersi in se stessa, tanto che in certi punti ti domandi qual'era la missione iniziale dei due elfi, poi risbuca il demone che minaccia il mondo degli elfi e rinsavisci. Ridondanze snervanti ed estenuanti, tra le quali quella che gli elfi camminano sulla neve: ve lo ripeterà fino allo sfinimento.

Leggendo il romanzo, 799 pagine che potevano tranquillamente essere ridotte a 200 senza perderci nulla, si capisce che il demone, la lotta per il mondo degli elfi e la missione per sconfiggerlo, nonché tutti gli altri micro colpi di scena non esattamente ben incorporati nella storia, non sono che la cornice, i fronzoli per un triangolo amoroso un po' inverosimile.

Hennen è famoso in Germania, ricevendo svariati per i suoi romanzi, e viene da chiedersi come fossero gli altri autori in gara se lui è stato premiato. Non che Gli Elfi sia un romanzo totalmente da buttar via, alcuni punti non sono male, hanno del potenziale, come ad esempio i balzi temporali, ma da qui a promuoverlo appieno o a dargli qualche premio... no, mi spiace Hennen ci sono autori fantasy che sono di gran lunga migliori di te. Hai ancora molta strada da fare e, per l'amor del cielo, abbiamo capito che gli elfi camminano sulla neve, basta ripetercelo!

(Le immagini presenti in questo articolo sono state prese da internet, le notizie riguardanti l'autore sono state prese dalla Wikipedia)
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.