Il-Trafiletto
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07/11/14

Axel Springer editore tedesco ha "alzato le mani" a Google

Argomento di grande attualità: Google e l'editoria nazionale. Editori di paesi europei hanno fatto pressione sui governi per l'approvazione di nuove leggi che obbligassero gli aggregatori di contenuti editoriali di proprietà altrui di pagarene l'utilizzo – la cosiddetta Google Tax – quando mostrano frammenti di articoli protetti dal diritto d’autore.


Il più grande editore tedesco, Axel Springer, aveva mosso una protesta a questo proposito: vietava a google news di visualizzare sulle proprie pagine frammenti di articoli  protetti da copyright. L’esperimento o per meglio dire la protesta è durata ben poco, appena due settimane e l'editore Alex Springer ha dovuto alzare le mani in segno di resa.
La protesta ha causato il crollo del traffico sui quattro siti gestiti dall’editore coinvolti nella prova: welt.de - computerbild.de - sportbild.de - autobild.de.

Ora Springer darà di nuovo a Google l'autorizzazione a visualizzare gli articoli tra i risultati forniti dal motore di ricerca. L’amministratore delegato Mathias Doepfner ha dichiarato che la Springer si sarebbe auto-esclusa dal mercato se avesse perseguito nella sua linea di richiedere a tutte le società straniere (fra cui soprattutto Google) di pagare un costo di licenza per poter mostrare la preview dei propri contenuti.

Secondo la legislazione tedesca, gli editori possono proibire ai motori di ricerca di utilizzare i propri contenuti, se non visualizzandone il solo titolo. E la settimana scorsa un gruppo di circa 200 editori tedeschi, tra cui Springer, hanno provato di far rispettare la norma vietando alla società di Palo Alto di visualizzare nelle proprioe pagine, testo e immagini delle pagine protette da copyright.

Google naturalmente ha rispettato la normativa, ma ora pretende che chi ha fatto retromarcia diano un permesso esplicito alla società, in modo da evitare qualunque eventuale protesta o azione legale future. Proprio la settimana scorsa anche la Spagna ha approvato una legge simile a quella tedesca, che concede agli editori il diritto di imporre il pagamento di una licenza a Google News e agli altri servizi simili. Anche l'Italia stà pensando a far approvare una legge che regolamenti il contenzioso....mah! Goggle è "too big to fail"?

10/11/13

Arriva la "Google Tax"? Si alla norma che fa emergere i profitti online

Arriva la “Google tax”: alla Camera ben 78 deputati hanno detto sì alla norma che punta a far emergere i profitti realizzati in Italia dalle società online straniere, ma Grillo è contro,e i deputati la votano. Dopo l’annuncio dei 5 stelle di una proposta sul reddito di cittadinanza, e le critiche del viceministro all’economia Fassina che ha sostenuto la mancanza delle coperture necessarie, si prepara il terreno per una nuova polemica in casa M5S, quella relativa alla cosiddetta “web” o “Google tax” che molti grillini avrebbero votato in occasione della legge delega sul fisco alla Camera e che invece vede Beppe Grillo contrario.
 In realtà, un deputato, già considerato dissidente, minimizza: «Si tratta di una polemica costruita sul nulla» perché, spiega, c’è differenza tra una legge delega che «dà solo un’indicazione al governo» e un articolato vero e proprio come è la legge di stabilità. E quindi, secondo quanto viene riferito in ambienti parlamentari 5 stelle, non ci sarebbe nessun contrasto con Grillo che, osserva una fonte del Movimento, «se ha stroncato quella norma vorrà dire che l’avrà studiata nel dettaglio...». Allo stesso tempo però,
sempre secondo quanto si apprende da una fonte autorevole M5S, il gruppo parlamentare avrebbe in prevalenza una posizione favorevole alla web tax anche se manca una posizione ufficiale e nel dettaglio, spiega la stessa fonte, «ce ne siamo occupati poco perché la questione è al Senato». Il dibattito, quindi, è solo rinviato. «Google, Amazon e altre multinazionali che operano in Italia sono aziende straordinarie che hanno contribuito a cambiare i tempi che viviamo. Ciò non toglie che devono pagare in Italia le tasse su ciò che guadagnano in Italia», dice Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e autore della proposta di emendamento nota come “Google tax”- E aggiunge: «Non mi stupisco che nel movimento 5 stelle ci siano colleghi che ragionano e che la pensano così e ne ho la prova ogni giorno per l’ottimo lavoro svolto dagli stessi deputati in commissione Bilancio».
                                                                                                                                                         fonte
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