Il-Trafiletto
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19/07/14

Il Blu-ray | Come funziona?

0,7 GB                   4,7 GB                 25 GB
Schema di capacità di
CD-DVD-BLU RAY
Avrete apprezzato qualche volta la qualità in alta definizione (HD) dei film in Blu-ray, come Avatar, su un grande schermo TV. 

I Blu-ray sono stati progettati per sostituire i DVD, grazie alla loro maggiore capienza per i dati, che consente loro di gestire video in HD. Il nome Blu-ray deriva dal laser blu utilizzato per la lettura del disco, che permette una maggiore densità di dati rispetto a quanto possibile con la più estesa lunghezza d'onda dei laser rossi utilizzati per DVD e CD. La densità d'informazioni del formato DVD era infatti limitata dalla lunghezza d'onda dei laser utilizzati. In seguito allo sviluppo di nuove tecnologie, in primo luogo grazie a Sony, si sono resi disponibili laser blu che operano a 405 nanometri (nm), in sostituzione dei laser rossi a 650 nanometri utilizzati nei lettori DVD.

Ciò significa che una maggiore quantità d'informazioni riguardanti uno stesso film può essere memorizzata su un unico disco, con il risultato d'immagini più nitide e dettagliate. A seguyire alcuni dettagli riguardo questi tre formati di dischi:

  • Sono stati venduti più di 200 miliardi di CD
  • I dati sui DVD possono durare dai 30 ai 100 anni
  • Il Blu-ray sarà l'ultimo formato di disco?(science)




06/01/14

Dove finiscono i dati delle vecchie ricerche scientifiche?

Dove vanno a finire i dati delle vecchie ricerche scientifiche? Riuscire ad accedere ai dati è da sempre uno dei punti cardini su cui si basa la cultura scientifica moderna! Essere sempre e comunque in grado di avere la possibilità per gli scienziati di consultare ed effettuare verifiche sui risultati dei colleghi, per poi utilizzarli integrandoli nelle proprie ricerche.

Un sistema ottimo in teoria, che però in pratica rischia di essere solamente una mera illusione, per il semplice fatto che non solo sempre più ricercatori sono reticenti a condividere i propri risultati, ma ormai spesso capita che non si sa più nemmeno che fine abbiano fatto i dati originali di determinate ricerche. A suonare l’allarme è lo studio realizzato da un gruppo di ricercatori canadesi, pubblicato sulla rivista Current Biology.

index
Pen drive e Cd
I ricercatori hanno provato di recuperare i dati originali di 516 articoli scientifici che sono stati pubblicati tra il 1991 e il 2011. Gli studi scelti riguardavano tutti quanti il campo dell’ecologia, e in particolare la misurazione di  caratteristiche anatomiche di piante e animali, perché si tratta di analisi che vengono eseguite esattamente nello stesso identico modo ormai da decenni.

I ricercatori canadesi hanno contattato gli autori degli studi, e hanno chiesto loro di fornirgli i dati relativi all’articolo in questione. Se per i lavori risalenti a due anni fa non sono emersi particolari problemi, la percentuale di articoli di cui erano ancora disponibili i dati originali calava invece drasticamente nel caso di lavori più vecchi, e con una casistica a dir poco disarmante: il 17% in meno per ogni anno, tanto che solo per il 20%  degli articoli pubblicati negli anni ’90 risultavano ancora disponibili i dati originali.

Complotto? Truffa? Forse no, magari si tratta più che altro di distrazione e superficialità da parte degli scienziati. “Nella maggior parte dei casi i ricercatori hanno risposto “dovrebbero trovarsi in questo o quel luogo”, riferendosi magari alla soffitta della casa dei genitori, o a un dischetto per Pc, oppure pendrive di cui non vedono un lettore da 15 anni”, racconta su Nature Timothy Vines, ricercatore della University of British Columbia di Vancouver che ha coordinato lo studio. “In teoria i dati originali esistono ancora, ma in pratica il tempo e la fatica che dovrebbero fare i ricercatori per recuperarli rende la cosa proibitiva”. Persino contattare i ricercatori è risultata spesso un’impresa impossibile. Le chance di trovare un email funzionante diminuivano infatti del 7% per ogni anno trascorso dalla pubblicazione dell’articolo, tanto che Vines e colleghi sono riusciti infatti ad entrare in contatto solamente con il 37% degli scienziati cercati. Anche tra quelli con un indirizzo email aggiornato, solo poco più della metà si è degnata di rispondere alla loro richiesta.


Si tratta di una questione seria, perché (almeno per chi crede nell’Open Access) il progresso scientifico si fonda da sempre sulla condivisione delle conoscenze e dei dati tra ricercatori. La tendenza, invece, sembra tristemente andare nella direzione opposta. Specialmente in campo bio-medico, dove è in atto una vera e propria guerra tra le industrie del farmaco, che hanno tutto l’interesse a tenere segreti i dati delle ricerche da loro finanziate, e la comunità scientifica, che richiede il libero accesso ai risultati. Un’indagine presentata a settembre durante l’International Congress on Peer Review and Biomedical Publication di Chicago ha dimostrato ad esempio che in soli 4 anni, gli autori di articoli pubblicati sui prestigiosi Annals of Internal Medicine disposti a rendere pubblici i propri dati sono diminuiti drasticamente, passando dal 62% nel 2008 al 47% nel 2012.



21/12/13

Dieci cose che potete utilizzare e a cui non avreste mai pensato

Aprire scatole di plastica non è mai stato così semplice: vi basterà utilizzare un apri lattine, e in un batter d’occhio il problema sarà risolto!
Volete aumentare la musica del vostro smartphone/iPhone? Non c’è problema: vi basterà prendere una piccola ciotola, ed appoggiarvi il dispositivo mobile!
Il vostro CD/DVD non funziona più tanto bene? Ecco a voi la soluzione: prendete una banana, e spalmatela sul retro del disco!
Troppi odori per casa? No problem: prendete della carta di giornale, ed avvolgetevi l’oggetto che emana così tanto odore!
Donne casalinghe, vi è mai capitato di non riuscire ad aprire un barattolo perché troppo duro? La soluzione è a portata di mano: prendete un cucchiaio, e seguite le istruzioni in figura!
Volete appendere un quadro ma siete sprovvisti di ganci? Vi basterà riciclare la linguetta di una lattina, mettendo una vite su uno dei due buchi, e il gioco è fatto!

Le macchie d’acqua sono tremende, soprattutto sul legno: quante volte vi è capitato di lasciare un bicchiere sopra il tavolo e trovare la forma dopo averlo tolto? La soluzione è un bel vasetto di maionese!
Quante volte quando siete in auto siete costretti a riempire il posacenere di cartacce, o a dover buttare lattine dal finestrino perché non sapete dove metterle? La soluzione è a portata di mano: prendete un contenitore di cereali vuoto, metteteci una bustina di quelle nere, ed il gioco è fatto!
Per quanto riguarda la durata dei fiori: se volete che durino di più, aggiungete qualche goccia di vodka ed un cucchiaino di zucchero! La riuscita è assicurata!
Utilizzate il comune filo interdentale per tagliare il formaggio morbido o qualche tipo di torta! Verrà fuori un lavoro di alta precisione, fidatevi!
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