22/07/15

Riforma Pensioni: Cesare Damiano Insiste e Sostiene l'Intesa sulle Uscite a 62 Anni e 35 di Contribuzione e Altri Punti Focali

Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati da mesi sostiene l'intesa dell'uscita dei lavoratori a 62 anni e 35 di contribuzione già da parecchi mesi rammentando: 'abbiamo tolto le penalizzazioni sui lavoratori precoci. Ora puntiamo ad intesa sulle uscite flessibili entro settembre'.

Soddisfatto anche per un altra situazione che lo riconferma Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano in una nota afferma: 'Tra pochi giorni diversi milioni di pensionati riceveranno oltre 500 euro in media come rimborso per la mancata rivalutazione negli anni 2012 e 2013 dei trattamenti previdenziali superiori a tre il volte il minimo' - 'E' un riconoscimento del buon lavoro svolto dalla Commissione in questi anni"; Damiano rammenta ancora che grazie alla Commissione Lavoro abbia posto un freno con l'ultima legge di stabilità alla penalizzazione per i precoci e cioè i lavoratori che maturano 'la massima anzianità contributiva prima dei 62 anni di età". 

La penalizzazione che ricorda Damiano è stata stoppata sino al 2017 ma lo scopo finale che si ripropone è quella di eliminarla definitivamente in modo strutturale e da qui ricorda l'intervento del decreto Milleproroghe, tramite questo sono stati congelati gli incrementi delle aliquote contributive per i professioniste con partita iva nella gestione separata, illustrando poi le novità immesse nel decreto legge 65/2015 a cui la Commissione ha apportato il suo contributo sotto diversi aspetti cominciando dal congelamento della svalutazione del montante contributivo.

DAMIANO E LE RIFORME PREVIDENZIALI
CESARE DAMIANO
Ma tocca un altro tasto dolente il Presidente della Commissione: 'Ora bisogna affrontare in modo strutturale il nodo della flessibilità in uscita, la riforma della gestione separata, la chiusura del capitolo esodati con la garanzia di uno strumento di sostegno al reddito per i lavoratori con piu' di 55 anni senza lavoro senza dimenticare il problema delle ricongiunzioni onerose e dell'opzione donna". - 'Per quanto riguarda la flessibilità in uscita attendiamo a giorni di conoscere gli intendimenti del Governo. Su questo capitolo noi però abbiamo idee abbastanza chiare: Anche noi, come i sindacati siamo contrari a una flessibilita’ che sia collegata al totale ricalcolo dell’assegno pensionistico con il metodo contributivo. Si tratterebbe di un taglio di circa il 30%: poco appetibile e troppo punitivo. La proposta del Pd, che prevede la possibilita’ di andare in pensione a partire dai 62 anni, con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione, oppure con 41 anni di contributi, rappresenta una soluzione equilibrata del problema'

Continua aggiungendo: 'Su questa proposta largamente condivisa dagli altri partiti, intendiamo confrontarci con il Governo: il Presidente dell’Inps, Boeri, ha invece bocciato la proposta di flessibilita’ del Pd perche’ troppo costosa. Noi bocciamo i conti di Boeri: vorremmo che si calcolasse la platea reale che potrebbe accedere al nuovo diritto e non quella potenziale; che si considerasse che con la flessibilita’ si risolverebbe il problema degli esodati non ancora tutelati, realizzando dei risparmi.'

Fonte: PensioniOggi
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