04/03/15

Liquidazione o Tfr: Cosa Fare e Come Scegliere

Entrata in vigore il 1 marzo 2015, la normativa sul Tfr (Trattamento di Fine Rapporto). Da questa data sarà possibile richiedere la quota mensile del Tfr direttamente nella busta paga dei lavoratori dipendenti di aziende private con almeno 6 mesi di servizio.


La parola più comunemente usata per il Tfr è "lquidazione", cioè il 6,9% della paga base che viene accantonata ogni mese dal lavoratore e custodita dal datore di lavoro o dall'INPS o dal fondo pensioni, per restituirla alla fine del rapporto di lavoro. Per esempio con una paga base di 1.000 € al mese viene trattenuto 69,00€ moltiplicato per 12 mesi fa 828,00€ in un anno. Un ulteriore 0,5% viene trattenuto per il fondo di garanzia dell'Inps che serve a pagare il Tfr ai lavoratori dipendenti di aziende che falliscono.

Il Tfr si rivaluta anno per anno di una quota fissa dell'1,5% più tre quarti del tasso di inflazione, e viene tassato con un conteggio complicato, ma prevalentemente il prelievo è del 23%. Se il Tfr viene destinato ad un fondo pensionistico, la rivalutazione verrà calcolata secondo il rendimento del fondo pensioni scelto dal lavoratore dipendente, e verrà tassato molto meno. Se il Tfr viene usato per la previdenza integrativa, l'aliquota delle tasse si abbassa dal 23% va al 15% e in alcuni casi anche al 9%. Senza ombra di dubbio che la tassazione del Tfr più agevolata sia investirlo nei fondo pensioni.

Se il dipendente si fa liquidare il Tfr sulla busta paga di ogni mese, il tfr subirrà invece la tassazione ordinaria, cioè saranno soggetti all'irpef e dunque penalizzati dal punto di vista fiscale. Ma non solo anche tutto lo stipendio subirà una tassazione maggiorata. Vediamo il perchè:

L'IRPEF è un'imposta progressiva, con delle aliquote che variano tra il 23 e il 43% e crescono all'aumentare del reddito, in questo caso lo stipendio mensile. Il Tfr versato in busta, va ad aumentare tutto lo stipendio mensile che farà aumentare l'aliquota IRPEF applicata al reddito.

Esempio: se un lavoratore si trova in busta paga di 1.500€ netti al mese e si fa pagare sul salario anche il Tfr, gli aumenti ottenuti saranno tassati al 27%, cioè con l'aliquota marginale dell'irpef prevista per quello scaglione di reddito. L'aumento in busta paga lordo ottenuto, pari a circa 130 euro al mese, scenderà a circa 90 euro al netto delle tasse. Tenendo il Tfr così com'è o destinandolo ai fondi pensione, invece, lo stesso dipendente pagherebbe 100 o 200 euro in meno di tasse all'anno.

Conviene avere il Tfr in busta paga? Specifichiamo bene che i soldi del Tfr sono già del lavoratore (sono solo accantonati), la scelta di farsi versare il Tfr sulla busta paga andrà ad aumentare lo stipendio, attenzione però, non sono grandi cifre. Per chi guadagna 1.500 euro netti al mese, ad esempio, il riscatto del Tfr annuo dovrebbe aumentare il salario di oltre 90 euro mensili, non considerando la tassazione che va applicata con le aliquote IRPEF.

ATTENZIONE per hi sceglie di incassare subito il Tfr deve sapere che avrà una liquidazione o una pensione integrativa più bassa a fine carriera. In linea di massima, chi guadagna 1.500 euro netti al mese e si fa liquidare per 36 mesi sullo stipendio il Tfr, perderà almeno 5-6mila euro di liquidazione e circa 35-40 euro al mese di pensione integrativa. fontePanorama.it



Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.