Non c'è dubbio riguardo il fatto che l'essere umano sia riuscito nell'intento di ridurre la velocità rendendo più scorrevole il traffico, avendo un migliore controllo, oltre che a calare notevolmente i consumi e le emissioni.
Detto ciò, appare altrettanto evidente che da qualche anno a questa parte, l'iniziale intento con cui sono nate le rotatorie agli incroci come isole centrali e circolari, atte a migliorare la qualità della circolazione stradale, all’inizio della storia minima delle rotatorie, ogni opera di sostituzione di un incrocio, magari semaforizzato, con un’isola centrale circolare e bracci d'immissione canalizzati era ispirata esclusivamente al miglioramento della qualità della circolazione, la realizzazione delle rotonde è diventata anche (soprattutto?) un’occasione per spunti pericolosi.
Talmente pericolosi da trasformare la rotatoria, rispetto a ogni altra considerazione, un motivo di bizzarre fantasie. Insomma, per dirla tutta, una vanità incompiuta dai Comuni che al momento di addobbarle non sempre riescono a capire e sapere cosa metterci dentro, relegando in secondo piano il principio fondamentale della sicurezza. Certe volte, contrariamente, avendo a portata di mano qualcosa, se ne prova ad averne immagine di una cornice al centro della strada. Alche la moderna rotatoria "tricolore" è sempre più spesso un teatro di vanità per le amministrazioni comunali, per sindaci e assessori afflitti da grandeur, per architetti e geometri pronti a mettere una firma indelebile su un pezzetto di città o di territorio.
Rotatorie "all'italiana" |
Che dire altre sì degli artisti di strada che chiamati in causa provvedono ad “arredarle” o a decorarle o dei vivaisti con l'incarico di progettarne il verde. Ecco così spuntare, in mezzo alla rotatoria, improbabili monumenti o immaginifiche sculture, colline artificiali, giardini ben curati e persino foreste impenetrabili.