18/11/14

Progetto enorme per un enorme fabbisogno | La Cina pensa ad un colossale canale idrico

A fare fronte all'enorme fabbisogno d'acqua in Cina si pensa a realizzare un colossale canale idrico.


Si tratta del sogno dell'ormai ex dittatore cinese Mao Zedong che negli anni ’50 del secolo precedente, aveva fatto presente al fine di “farsi prestare la fornitura idrica dalla parte meridionale del paese” e dirigerla alle regioni più settentrionali che erano in maniera critica rimaste a secco. Sono dovuti passare più di 40 anni dalla sua morte, prima che il suo successore possa realizzare il suo sogno. Un colossale canale idrico che farà sì di fornire costantemente la capitale, Pechino, di acqua proveniente dai fiumi che del sud.

Ci sono voluti oltre 10 anni di lavori, prima di arrivare alla fine di ottobre, data in cui è stato inaugurato il primo di tre percorsi di convergenza dell’acqua che metteranno fine alla carenza idrica di Pechino. Questi innovativi corsi d'acqua artificiali, prelevano l’acqua dalla riserva di Danjiangkou, una riserva idrica situata nella provincia centrale di Hubei. Partendo da qui, l’acqua percorre 1,264 km verso nord. I canali traghetteranno nella fase iniziale ben 9.5 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno centro urbano di Pechino. La topografia del percorso centrale ha reso più semplice il lavoro degli ingegneri. Iniziando dai 147 metri al di sopra del livello del mare, infatti, l’acqua attraverserà per un pendio che risulterà per la maggior parte del percorso uniforme per poi finire in discesa fino a 48 metri dal livello del mare. 
I tre canali che porteranno acqua nella capitale cinese Pechino
I tre canali che porteranno acqua nella capitale cinese Pechino
Dovrebbero essere tre i colossali canali d'acqua che dovrenno provvedere a portare acqua a Pechino (Legenda: Rosso - Via Centrale, Giallo - West Route, Verde: Route orientale).

Ad aggiungersi a questo percorso centrale ci sarà una variante ad est ed una a ovest. 
La realizzazione del percorso a est, della lunghezza di 1,150 metro, è stata terminata lo scorso anno, e unisce il fiume Yangtze, nella provincia di Jiangsu, alla città portuale di Tianjin. Alcune parti di questo progetto hanno provvedeto ad integrare il canale che era stato realizzato 2.000 anni fa per agevolare gli scambi fra la Cina settentrionale e quella meridionale. La presenza di forti pendenze pari a 60 metri, a causato una modifica ulteriore del progetto che ha dovuto introdurre l’installazione di 30 pompe.

Ad essere ancora in fase progettuale sono ancora i 500 chilometri della tratta ovest. 
Questo canale, destinato alla fornitura che provvederà il fiume Yantze, il fiume giallo a nord, provvederà a deviare l’acqua dalle pianure tibetane per provvedere a rifornire le provincie a ovest della capitale. La tratta è ritenuta la più impervia, perché necessiterà della costruzione di una mezza dozzina di dighe! Tale intervento potrebbe generare terremoti e frane.

Per la sua vastità, è il progetto più colossale mai esistito al mondo. 
Se si riuscirà a completare tutte e tre i percorsi, il progetto potrà contare svariate migliaia di km in linee d’acqua, formate da tunnel, canali e acquedotti, per un computo totale di 44.8 milioni di metri cubi d’acqua. Fino ad oggi, la realizzazione di questo colossale progetto è constata 79 miliardi di dollari, una cifra già di per sè stellare che va a superare abbondantemente la soglia preventivata inizialmente. Molti critici affermano che questi soldi si sarebbero potuti investire in tecnologie a basso consumo di acqua, invece che sostenere le industrie e i loro rifiuti. L'intersecare fra i tragitti volti in direzione del fiume giallo, il secondo fiume più grande della Cina dopo il fiume Yangtze, sono apparse particolarmente dispendiose. In due tunnel della lunghezza rispettiva di 4.5 chilometri, l’acqua condotta viene fatta passare a 23 metri sotto il letto del fiume. Tale intervento ha necessitato l'eliminazione di quasi 17 milioni di metri cubi di sabbia. Il braccio est del tunnel arriva a scorrere fino a 70 metri sotto il livello del fiume.

La maggiore difficoltà che gli ingegneri hanno incontrato è stata quella legata al terreno umido e morbido. 
Per cercare di eludere perdite o infiltrazioni, gli ingegneri hanno inglobato i canali in strutture ad anelli di cemento. Le attrezzature pesanti che sono state utilizzate in questo fase realizzativa, hanno necessitato l’installazione di strutture di sostegno per far sì che potessero sprofondare nel terreno troppo morbido, generando notevoli ritardi nei lavori. Indipendentemente dalla fine della tratta centrale, l’idea che la carenza d'acqua di Pechino possa essere risolta, viene seriamente messa in discussione da vari punti di vista che hanno mostrato alcuni esperti, in base ai quali la riserva di Danjiangkou, che alimenta il fiume artificiale, non avrebbe a disposizione la quantità di acqua necessaria. “Negli anni caratterizzati da insufficienti piogge, la sua acqua è sufficiente giusto per alimentare le città vicine e raggiungere il livello minimo della riserva per cercare di non comprometterne l’ecosistema”, ha dichiarato il professore di geologia Huo Yougang, dell’Università di Jiaotong a Xi’an. Huo ha investigato per anni le conseguenze di questo progetto sulle persone e sulla natura.Allo scopo di potere usufruire di una quantità d’acqua utile a favorire il convogliamento a nord, la diga è stata aumentata e sono state introdotte altre dighe sopra la riserva di Danjiangkou.

Nonostante tutto ciò, la quantità di acqua nella riserva continua a rimanere invariata, spiega Huo, perché il flusso afferente scarica pure al suo interno pure sabbia e fango. Il convogliare di acqua a nord ha condotto verso una notevole riduzione del deflusso nel fiume Yangtze, perciò ora questi detriti tendono a depositarsi sul fondo della riserva.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.