29/09/14

GIOCA RESPONSABILMENTE

Voglio porre l’attenzione su un problema che non è solo di natura etica, e che ultimamente è passato in secondo piano, la dipendenza dal gioco d’azzardo, il gambling.

Oggi è internet la nuova frontiera per i giochi d’azzardo. Soprattutto si è diffuso in modo esponenziale tra i giovani e nonostante il fenomeno sia in ribasso ha sortito effetti devastanti. Certamente sarà lodevole l’impegno dei gestori a promuovere il gioco responsabile, ma credo che tutto sommato, valga poca cosa, la scritta quasi illeggibile “”gioca responsabilmente”” contro un enorme investimento pubblicitario spesso messo lì a carattere cubitali, illudendoci che la grande vincita sia a portata di mano e possa risolvere tutti i nostri problemi.

Il boom del gioco, ha creato una vera e propria industria con introiti da capogiro, provocando danni collaterali soprattutto tra le persone emotivamente più fragili, sfociando in una vera e propria dipendenza (GAP – gioco d’azzardo patologico). Chi vive questa piaga, il ludopedico, è completamente immerso in questa malattia, e crede di essere immune da questa perdizione, deviando le sue energie su quali sia la posta in gioco. Gli effetti che ne derivano sono facilmente intuibili, dato che la vittoria, in genere, è irrisoria rispetto alla somma investita. Portando il ludopedico, non solo all’indebitamento, ma anche alla solitudine e a vere e proprie frustrazioni.
stop al GAP 

Nel 2012, con il decreto Balduzzi, la ludopetia, è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea), cercando in qualche modo di correre ai ripari, e nonostante riconoscendo il gioco d’azzardo come malattia patologica, a tutt’oggi la nostra classe dirigente non ha nessuna intenzione di cambiare rotta. Quello che oggi i governi locali stanno cercando di fare è ammirevole, anche a discapito del proprio bilancio, infatti lo Stato a fine anno ha approvato un emendamento restrittivo nei confronti di Regioni e Comuni, che cercheranno di attuare una politica cautelativa nei confronti del gioco d’azzardo. 

Ma resto perplesso e mi viene da sorridere, per quale motivo le Regioni sono così interessate alla ludopatia, patologia creata dallo Stato stesso? Penso che la risposta si possa trovane paradossalmente nel decreto Balduzzi, infatti se il gioco d’azzardo è stato considerata una malattia patologica ed inserita nella Lea (livello essenziale di assistenza), allora devono essere le Aziende Sanitarie a doversi accollare i costi, e quest’ultime dipendono dalle Regioni, ed ecco che come per magia il cerchio si chiude.

Penso che una unica soluzione possa esistere, e sarebbe quella di tornare indietro nel tempo, quando ci si limitava a mettere qualche crocetta su una schedina del totocalcio o a quella semplice puntata settimanale del lotto. Mi rendo conto che questo non è possibile, allora c’è da domandarsi, se lo Stato non interviene in modo drastico, remando anche contro i propri interessi, il fenomeno rischia di prendere una piega sempre più esasperate.

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