17/09/14

Coppia turisti americani trafugano da Pompei un "Souvenir" di 10k

Turisti maleducati? Li abbiamo visti nei telegiornali delle tv nazionali bivaccare a piazza S.Marco a Venezia, con tanto di fornellino da campeggio per scaldare le vivande portate da casa. Li abbiamo visti fare i pediluvi nella fontana del Bernini a Roma, incuranti delle opere d'arti che stavano “sporcando” con il loro sudiciume. Mancava di vederli trafugare un pezzo di tempio pompeiano.


Una ennesima incursione notturna nell'area archeologica di Pompei, ha messo in allarme la polizia intensificando i controlli all'aeroporto e alla stazione di Roma. Grazie ai controlli all'aeroporto viene recuperato un pezzo di tempio proveniente dall'antica città di Pompei. Una coppia di turisti americani era probabilmente intenzionata a trafugare negli Stati Uniti un souvenir del peso di dieci chilogrammi. Adesso per loro scatterà una denuncia per appropriazione di bene dello Stato.

Alla ricostruzioni dei fatti i due coniugi trentenni, in vacanza tra Roma e Napoli, avevano fatto tappa a Pompei e lì si erano appropriati di un frammento di geison (la parte che regge il frontone del tempio greco) di circa 10 chilogrammi. Un “piccolo ricordino” che tenevano nel bagagliaio dell'auto presa a noleggio, con l'intenzione di portarlo negli Stati Uniti. Ma al momento della partenza per il rientro, devono averci ripensato: probabilmente non era possibile varcare li controlli all'imbarco con un “ricordino” di tali dimensioni, e hanno pensato di abbandonato sotto il sedile della Peugeot 3.800 presa a noleggio al multipiano B di Fiumicino. Avvolto in una mappa di Pompei.

Il reperto di Pompei
I due turisti sono riusciti a salire sul volo Delta Airlines delle 11.15 per Detroit e a mettersi in viaggio verso casa, e il pezzo che fa parte di una struttura architettonica in poche ore è finita nelle mani dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio artistico. Accertandone la provenienza e provvedendo ad individuare la coppia, hanno potuto spiccare una denuncia a piede libero. In caso di arresto in flagranza avrebbero rischiato una condanna fino a quattro anni e un'ammenda di oltre 5mila euro, ma così si dovrà far ricorso alla richiesta di estradizione.

L'episodio ancora una volta dimostra con quanta facilità si può violare l'area archeologica di Pompei, nonostante gli ultimi investimenti nel sistema di videosorveglianza e i costi tutt'altro che contenuti del servizio di vigilanza. Esistono infatti varchi non presidiati dalle videocamere: lo dimostra l'intrusione notturna da parte di cinque persone, ripresa soltanto nel tratto di via Nocera ma non nei punti in cui il gruppo è entrato e uscito dal sito. Un sito esposto a bravate e tombaroli.
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