30/09/14

Alla riscoperta di antichi frutti: Pera Cannella e Pera Ghiacciola

Salvaguardare le antiche specie di alberi da frutto che stanno scomparendo è un lavoro molto interessante che si definisce "archeologia arborea". Purtroppo la standardizzazione dell'agricoltura ha livellato in maniera deprimente le colture in favore di una più vasta commercializzazione. Risultato? Nessuno conosce più le varietà autoctone del proprio territorio, quelle vere, antiche che, a modo loro, hanno fatto la storia del nostro paese. Per nostra fortuna lo fanno al vivaio di San Lorenzo di Lerchi, Città di Castello (PG).   Dato che siamo in questi giorni ho visto gli ultmi contadini raccogliere le ultime pere mature ecco un esempio di pere antiche che val la pena conoscere.

PERA CANNELLA

Pera cannella
immagine presa dal web

La pianta madre è stata ritrovata presso Gualdo Tadino (PG); dell’origine praticamente non si sa nulla tranne che son state rinvenute altre piante di questa varietà nella stessa zona. L’albero piuttosto vigoroso e rustico,  è produttivo e fiorisce precocemente. Il frutto è di piccola pezzatura, è allungato e piriforme, con il peduncolo grosso e diritto.  La buccia è di medio spessore con numerose piccole lenticelle emerse, di colore giallo con colorazione rosso mattone dalla parte del sole e in tutta la parte del calice. La polpa è bianca, succosa e molto fine, liquescente, molto zuccherina e profumata di cannella . Di ottima qualità. Matura i primi di agosto, è di immediato consumo.

PERA GHIACCIOLA

La pianta madre è stata anch'essa trovata a Gualdo Tadino (PG). Non se ne conoscono altri esemplari in quest’area  e né l’origine. L’albero è molto rustico, ad elevata produttività. Il frutto è piccolo, ovoidale molto cort. La buccia è liscia, verde brillante che tende a schiarirsi alla maturazione. La cavità calicina è inesistente. La polpa è bianca, croccante, molto succosa, tendente al vitreo e da qui deriva il nome.  Viene raccolta alla fine di luglio, da consumo immediato.
Nominati  dal Mattioli intorno al ‘500, questi frutti erano considerati da Agostino Gallo nel 1569 «Delicatissimi nel mangiarli crudi», mentre  Tamara nel 1644 li definisce tra le migliori pere estive. I nostri agricoltori dicevano che questa piccola pera disseta come «un bicchier d’acqua». E’ da consumarsi preferibilmente fresca, ma può anche essere conservata nel vino o nell’alcool, tal quale.
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