"Oggi la psichiatria è
fondamentalmente quella di
cento anni fa: ci affidiamo
alle descrizioni soggettive
dei sintomi, fatte dagli stessi
pazienti, e indaghiamo 'per
procura' sulle dinamiche di una
mente che soffre".

Un quadro
che, presto, sarà rivoluzionato
dalle nuove scoperte della
biologia molecolare, della
genetica e delle tecniche di
imaging cerebrale. "Grazie
alla diagnostica per immagini,
saremo in grado di osservare
direttamente che cosa accade
nella mente di chi ha difficoltà cognitive, sente voci o è vittima di
depressioni o sindromi psicotiche", ha piegato l'esperto.
Gli
scienziati ricorrono già alla risonanza magnetica funzionale
(
fMRI) per studiare l'
attività cerebrale di oggetti impegnati nella
risoluzione di problemi o nella visione di immagini pensate per
scatenare risposte emotive.
Nell'autunno del 2013, strumenti di
imaging messi a punto da ricercatori statunitensi hanno rivelaro la
distruzione di tessuto cerebrale in pazienti
schizofrenici. mentre
un altro studio ha scoperto, nel codice genetico umano. l nuove
sedi legate alla patogenesi della schizofrenia Craddock è con
IDro
che, tra appena 20 anni, gli
psichiatri saranno finalmente in grado
di corroborare le attuali indagini sulla
intomatologia dei pazienti
con test in grado di diagnosticare oggettivamente parologie quali il
disturbo bipolare, la depressione e le
sindromi ansiose.
"Da questo
traguardo ci separa ormai una sola generazione: tra 10 anni, ci
guarderemo indietro e penseremo che le categorie diagnostiche del
DSM fossero, dopotutto, piuttosto bizzarre" .