09/04/14
USA | La ricerca accende la speranza: i Paraplegici torneranno a camminare?
Pubblicato da
Romolo Benedetti
La ricerca medica non finisce mai di stupire. Un eccezionale risultato è stato raggiunto dai medici statunitensi dell’University of Louisville e dell’University of California. In uno studio pubblicato su Brain quattro pazienti paralizzati, Andrew Meas, Dustin Shillcox, Kent Stephenson e Rob Summers sono stati trattati presso l’University of Louisville’s Kentucky Spinal Cord Injury Research Centre e , sono stati in grado di flettere dita dei piedi, caviglie e ginocchia, ma non di camminare autonomamente, grazie alla stimolazione epidurale elettrica del midollo spinale.
Stando ai ricercatori l'elettricità renderebbe il midollo spinale più reattivo ai pochi messaggi che ancora arrivano dal cervello, dunque l'elettrostimolazione potrebbe diventare in futuro un trattamento per le vittime di lesioni spinali. Il midollo spinale si comporta, infatti, come una linea ferroviaria ad alta velocità, che trasporta messaggi elettrici dal cervello al resto del corpo. Se ci sono danni sui binari, il messaggio non supera l’ostacolo e non arriva a destinazione. Il team Usa, con un approccio pionieristico, ha applicato la stimolazione elettrica al midollo spinale al di sotto della lesione. La ricerca è stata finanziata dalla Reeve Foundation, la fondazione voluta dallo scomparso attore di 'Superman', Christopher Reeve, paralizzato dopo una caduta da cavallo, oltre che dai National Institutes of Health. Questa tecnica sperimentale non coinvolge la riparazione del midollo spinale, ma può avere un ruolo importante nell’aiutare altri pazienti paralizzati a riacquistare il movimento. La tecnica ha delle limitazioni: i quattro pazienti hanno dovuto cambiare l’impostazione per ogni movimento delle gambe. E nessuno è in grado di camminare senza aiuto. Ma i ricercatori assicurano che la qualità della vita dei pazienti è notevolmente migliorata, come pure la massa muscolare, il controllo di vescica e la funzione sessuale. Insomma, per gli studiosi questa potrebbe essere una delle nuove armi per aiutare le persone paralizzate dopo un incidente d’auto o un altro trauma, a ritrovare il movimento.