09/04/14

I prodotti fermentati della soia sostituti della carne

Proviamo a capire come sono fatti questi prodotti che possono sostituire la carne:
Tempeh. La sua patria è l'Indonesia, dove ne sono forti consumatori. Si trova sotto forma di panetti rettangolari e ha come ingrediente base la soia gialla cotta e sbucciata, nella quale viene inoculato un batterio, l'Aspergillus oligosporus, che permette lo sviluppo di un micelio fino a ottenere un blocco unico che gli fa assumere sapore forte e assai appetitoso. La fermentazione arricchisce, poi,la sua consistente dotazione di proteine, vitamine e minerali. Si può consumare insieme a insalate o cereali dopo averlo riscaldato su una piastra.

Miso. «Mis o sae areba» (finché c'è il miso va tutto bene), recita un vecchio detto popolare giapponese che risale quasi a 2.000 anni fa. Quando si parla di miso ci si riferisce a una pasta bruno-scura che si ottiene con la fermentazione, 18-24 mesi, di fagioli di soia e sale( ma anche di cereali). L'impasto è inoculato con fermenti costituiti da un microrganismo, denominato Aspergillus oryzae, che impreziosisce il prodotto di vitamina B12. Ha sapore salato, intenso e aromatico ed è indicato a esaltare le caratteristiche di altri piatti.
Ci sono tre qualità di miso:hacho, mugi e kome: differiscono fra loro per composizione e tempi di fermentazione. Da ciò derivano i diversi prezzi di vendita.
Hacho miso: ha colore scuro e si ottiene portando a fermentazione, per tre anni, i fagioli di soia in barili di legno. Percentuale proteica di circa il l0 per cento.
Mugi miso: si produce con fagioli di soia miscelati a orzo e lasciati fermentare per 18 mesi.
Kome miso: di colore bianco, è il risultato dalla miscela di fagioli di soia e riso. È evidente che il miso preparato secondo il metodo tradizionale è uno straordinario alimento. Con i nuovi sistemi industriali, si produce più facilmente ma si perdono numerose proprietà nutritive. Dunque, occhio all' etichetta. Una volta aperta la confezione conservare in frigo. È una miniera di proteine a facile assimilazione, di enzimi e fermenti lattici, amici salutari della flora batterica intestinale. Trova impiego soprattutto in zuppe, come condimento sui cereali o spalmato sul pane. I nutrizionisti vegetariani consigliano di non riscaldarlo troppo o di bollirlo per non perdere le sue proprietà.
Tamari. Salsa di soia (stesso discorso per lo shoyu) che nasce sempre in Giappone come derivato della preparazione del miso. In seguito assume maggiore dignità e si trasforma in un condimento a se stante così popolare da diventare un tratto caratteristico della cucina orientale. Lo stesso discorso può essere fatto per lo shoyu.Concentrato di proteine vegetali di elevato valore biologico. È ottenuto con una fermentazione lattica che si protrae per 3 anni (in botti di legno di quercia) e che si sviluppa dalla combinazione di soia gialla, frumento integrale e sale marino integrale. Per gli orientali è un integratore proteico e un potente rigeneratore cellulare. È sottoposto a processo di pastorizzazione (la cosa vale anche per lo shoyu) per evitarne la degradazione e fermare la fermentazione. È una salsa di soia buona per condire e insaporire cibi a base di cereali, verdure, legumi, pesce, minestre e zuppe. Rimpiazza le proteine animali e il sale. In commercio se ne trovano diverse varietà, non tutte della stessa qualità
Shoyu. Ha consistenza più liquida e un sapore meno spiccato rispetto al tamari. Stesso processo produttivo. Da aggiungere a insalate, verdure stufate, cereali, brodo, zuppe, ecc. Non usare insieme al sale marino integrale. In commercio se ne trovano diverse varietà, non tutte della stessa qualità. Seitan. Alimento proteico vegetale ricavato dal glutine del grano. La sua entrata nel menù si deve ai cuochi degli antichissimi monasteri buddisti, in Cina e in Giappone, che lo utilizzavano in sostituzione della carne di pollo e di maiale. Da Cina e Giappone il seitan arriva prima in Russia e poi negliStati Uniti, circa una settantina di anni fa, introdotto da alcune comunità di Mormoni e Avventisti che erano contro la macellazione degli animali. Ci sono, poi, numerosi antropologi pronti a giurare che era conosciuto anche da noi, già a partire dall'ottocento, in numerose zone del centro e del nord Italia dove si mangiava un prodotto assai simile al seitan, denominato la «carne dei poveri». Come abbiamo visto si ricava dal frumento: lavaggio sotto l'acqua corrente di un impasto costituito da farina, grano, acqua e sale, rimuovendo 1'amido del cereale proprio con il dilavamento. A fine processo si ha il glutine, un concentrato di proteine vegetali. Ci sono ulteriori lavaggi e manipolazioni attraverso le quali prende forma una massa, prima filamentosa e poi a consistenza gommosa. Risultato? Si ha la base da cui partire per confezionare spezzatini o bistecche, cuocendola in acqua o a vapore per 20-60 minuti (i tempi variano secondo la dimensione dei pezzi). Altamente digeribile, è indicato a tutte le età e può essere preparato alla piastra, in padella o essere un ingrediente insostituibile di ragù vegetali. Carente di lisina, va accompagnato con tamari o shoyu, formaggio, o qualsiasi legume.
Per una valutazione ampia, consigliamo di leggere "I sostituti della carne (parte prima)
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