10/02/14

Per ora si conoscono due tasselli del programma Letta | Renzi: "Purchè non sia una operazione finta"

I due punti del programma di Letta: legalità e ripresa economica. Si puntera' soprattutto su sgravi fiscali e sul lavoro, sulla necessita' di agganciare la ripresa attraverso la creazione di nuovi posti, facilitando l'ingresso all'occupazione ai giovani, incentivando le aziende ad assumerli. L'altro punto la "legalità": lotta alle mafie e alla corruzione.


Renzi Letta



Poco altro trapela per quanto riguarda le misure che il presidente del Consiglio ha intenzione di varare, a partire dal piano fiscale che servira' per aiutare le famiglie e le classi meno abbienti. Il capo dell'esecutivo, dunque, e' concentrato sul 'contratto' di coalizione, poi pensera' alla questione degli assetti del governo. Ma il segretario del Pd, pur avendo sbarrato la strada - per il momento almeno - all'opzione della 'staffetta' (considerata come 'extrema ratio') si aspetta una svolta vera e non una semplice operazione di 'maquillage'.

Qualora il premier decidesse di optare solo per dei piccoli innesti, magari cercando di coinvolgere anche i renziani, il sindaco di Firenze - riferiscono i suoi - continuerebbe' "a porre il problema". Tradotto, continuerebbe a tenersi le 'mani libere'. Altra strada, invece, - sottolineano le stesse fonti parlamentari vicine a Renzi - e' quella di un atto di discontinuita' che passi, non attraverso una crisi 'lampo' o, per dirla con le parole di un fedelissimo del segretario Pd, attraverso una "operazione finta".
Necessario, quindi, un 'passaggio politico', con una sorta di azzeramento e di confronto aperto con il Pd che e' l'azionista dell'esecutivo. Una via esclusa dai lettiani, che respingono l'ipotesi di una crisi al buio. C'e' la preoccupazione che aprendo una crisi formale possano saltare tutti gli euqilibri, ma c'e' la convinzione che il Presidente della Repubblica non modifichera' la sua posizione. Giorgio Napolitano e' ancora fermo sulla volonta' di difendere l'esecutivo Letta e il premier parlera' dei futuri scenari proprio con il Capo dello Stato.
I parlamentari vicini al premier ribadiscono che la prima carica dello Stato sara' "il garante" dell'accordo tra il premier e il segretario del Pd, ma al momento sul tavolo c'e' l'idea di non apportare significative modifiche alla struttura dell'esecutivo, considerato poi che Renzi continua a stoppare qualsiasi 'avance' da parte degli alleati di metterci la 'faccia'. Il sindaco di Firenze non fa nomi, ma nel mirino dei renziani c'e', per esempio, anche il ministro Fabrizio Saccomanni, la cui sostituzione sarebbe gradita anche al Nuovo centrodestra.
Angelino Alfano continua a ripetere che dovranno essere Renzi e Letta a trovare un accordo, ma Ncd non sembra disponibile a partecipare ad un esecutivo di scopo targato dal sindaco di Firenze. Sullo sfondo resta sempre l'ipotesi del voto anticipato anche se Giorgio Napolitano ha sempre detto di essere contrario proprio perche' l'Italia ha bisogno di stabilita' e continuita'. Per capire le sorti della legislatura sara' decisiva questa settimana. Martedi' arriva in Aula la riforma della legge elettorale. Dall'esito del voto, sottolineano i renziani, si capira' se c'e' la possibilta' di andare alle urne. "La finestra per andare alle elezioni in primavera - ripetono le stesse fonti - e' ancora aperta".  fonte(AGI)
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