16/02/14

New York | “ Avevo un tumore e il mio cane l’ha scoperto. Devo a lui se sono ancora viva”.

Diane Papazian, cinquantasettenne di New York, ne è certa: ha scoperto di avere un tumore al seno grazie al suo cane. La signora ha infatti raccontato al tabloid Daily Mail che all'improvviso il suo cane iniziò ad assumere un comportamento anomalo verso il suo seno, si strofinava in continuazione su di lei e Diane, grattandosi per il prurito, ha scoperto di avere un nodulo al seno. Insospettita, si è sottoposta a una mammografia e ha scoperto di avere il tumore al seno. “Il mio cane mi ha salvato la vita – ha detto la donna newyorkese - senza quel suo comportamento così strano non me ne sarei mai accorta! Mi ha portato, di fatto, a toccarmi proprio nella parte che era malata. Lui ha fiutato il male e ne ha identificato il punto preciso, devo a lui la scoperta del tumore!“ Diane si è fatto operare ed ha terminato il ciclo di chemioterapia e ora si è rimessa. Il quadrupede è stato dichiarato eroe dell'anno dall'American Human Association. I cani, secondo molte ricerche, sembra posseggano davvero una particolare sensibilità nello scovare cellule tumorali grazie ad un olfatto molto più avanzato di quello umano. Stando al parere di illustri medici le cellule cancerose producono sostanze dotate di un odore avvertito dai quadrupedi molto facilmente. Anche in Italia nel 2013 iniziò una ricerca coordinata dal Medical Detection Dogs Italia, ovvero una onlus votata all'uso di cani nella ricerca biomedica. Gli animali erano 2 Labrador che divennero operativi in Trentino. Gli animali furono ammaestrati in Inghilterra, nazione che per prima ha studiato in laboratorio l'olfatto dei cani. Gli specialisti spiegarono che "l'affidabilità di questi cani supera il 90 per cento in tumori in stadio iniziale". Secondo i ricercatori del Medical Detection Dogs i due labrador sono capaci di "annusare" non solo il tumore ma anche altre malattie come ad esempio il Morbo di Addison o la narcolessia, oltre a rilevare l'abbassamento di zuccheri nel sangue di individui affetti da diabete di tipo 1.
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