Il-Trafiletto
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24/07/14

Le qualità della seta

Tantissme qualità a prezzi diversi «La sposa era vestita in organza e il fiocco sull'abito dell'ambasciatrice era in taffetas. Ma cosa c'è di più seducente del satin?». Forse non lo sapevate, ma tutte queste stoffe non sono fibre diverse, ma sempre e solo seta. 

Già, perché i tipi di seta sono tanti, a seconda della lavorazione più o meno fitta del filato. E i prezzi naturalmente cambiano: In un metro di seta leggera come il chiffon c'è meno materia prima che in un metro di pesante taffetas. La tessitura, infatti, può essere più o meno rada e il singolo filo della trama può essere semplice (come nei tessuti superleggeri) o composto da più fili ritorti insieme ("a due", "a quattro" fino "a otto capi". Così, si va dai 30,00€ circa al metro del chiffon fino ai 60,00€ del satin, ai 70€ circa del taffetas fino ai 100€ del raso. Va da sé che un crepe a due capi costa meno di uno a quattro capi, perché minore è la quantità di seta usata per fare un metro di tessuto. Fin qui le tinte unite.
Per le sete fantasia i prezzi possono anche raddoppiare, a seconda che la stampa dei disegni sia a rullo industriale od ottenuta artigianalmente; sovrapponendo alla seta quadri incisi a mano . Ecco le sete più usate in sartoria.

TESSUTI PESANTI 
Taffetas. Sottile ma rigido, si usa per le gonne plissettate e per volant d'effetto.
Raso. Più pesante e lucido, è adattissimo per i corpetti degli abiti da sera.
Ottoman. Meno rigido e più pastoso del taffetas, è attraversato da caratteristiche costine orizzontali. Si usa per capi invernali come pantaloni, mantelli e giacche.

TESSUTI MORBIDI 
Crepe satin. Ha la stessa consistenza del raso ma è più floscio. Lucido e brillante, è adatto per gli abiti eleganti drappeggiati e per la biancheria intima più raffinata.
Drap. Più pesante del crepe, è ugualmente morbido e cascante: si usa per i drappeggi degli abiti da sera invernali.
Crepe de Chine. Meno impegnativo, è il tessuto più usato per canotte, sottogiacca e camicette.

TESUTI LEGGERISSIMI 
Chiffon. Un soffio trasparente sulla pelle; leggermente crespato. Si usa per ampi abiti vaporosi, negli indumenti nude look e abbigliamento intimo.
Georgette. Appena più pesante e meno velato del chiffon, è adattissimo agli abiti estivi.
Organza di seta. Leggermente apprettata ma leggera, è il tessuto classico degli abiti da sposa.
A queste stoffe vanno aggiunti i tessuti operati, decorati con disegni ottenuti non con la stampa, ma con un intreccio dei fili di trama e ordito. Per esempio, «taffettas operato» significa che sul fondo unito del taffetas ci sono motivi a rialzo (spighette, pallini ecc...)

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23/07/14

Seducente, leggera, freschissima ...La seta

Raso, voile, crepe, taffetas: sono i mille volti della seta. Scopriamo insieme in questo dossìer tutti i segreti del più nobile dei tessuti Perfetta d'estate: impalpabile come un velo. Ideale d'inverno: avvolgente ed elegante. E basta un cuscino lucente per vestire di raffinatezza la casa ... 

IMPALPABILI trasparenze che accarezzano la pelle. Nuvole di luce e di colore che ci avvolgono. Preziosissimi disegni che sottolineano l'abbronzatura ... Brillante e vistosa, negli irresistibili «top» estivi, o trasparente e incredibilmente sexy, è la seta, regina incontrastata dei nostri guardaroba. Difetti? Nemmeno uno: la seta è fresca d'estate e calda d'inverno; è molto più resistente di altre fibre e sopporta benissimo (quando è pura) un normale lavaggio a mano. Quanto ai prezzi, la seta orientale (quella più usata per i top e le camicie a tinte unite) è di buona qualità e costa poco. Certo, la seta «firmata» ha prezzi più alti. Ma la spesa vale davvero la pena e non stiamo parlando solo di vestiti: in casa, per esempio, una tenda di seta o quache cuscino di batik danno subito un tocco prezioso e molto chic. 

seta di Damasco
IL SEGRETO DELLA SETA è tutto lì: in un bozzolo di baco che si dipana a poco a poco. Un filo di bava lungo 800 metri, che sembra fragile (il diametro oscilla fra i 10 e i 22 micron) ma è a prova di bomba (ogni millimetro quadrato può reggere un peso di 45 chili, come l'acciaio). Il baco da gelso lo secerne per avvolgersi in una tana protettrice: formata da una parte interna (fibroina) e da una seconda sostanza proteica esterna (la sericina), che a contatto dell'aria si saldano insieme. Selvatico o d'allevamento? Ce n'è per tutti i gusti: i bachi che producono «su ordinazione» dell'uomo sono generalmente in Cina, quelli allo stato brado sono i rari «tussah» indiani. Si selezionano solo quelli più grossi. Lo sapevate? La tintura può cominciare all' origine, colorando le foglie di gelso di cui si cibano i bachi: il risultato sono fili di volta in volta trasparenti, rossastri o cangianti al verde. Fin qui la natura. 
seta italiana

Compito delle fìlande è, invece, dipanare il bozzolo per avere la seta greggia: più lungo e integro è il filo, più prezioso è il filamento. Ma il filo dipanabile non è molto, i residui e i bozzoli difettosi sono i cascami, che vengono lavorati e da qui esce la seta "shappe", dal fìlo discontinuo di minore qualità. Si usa nello shantung di seta e in altri tessuti dall'effetto luccicante. A questo punto, i fili di seta greggia vengono sottoposti alla sgommatura, ossia a un bagno caldo di sapone che toglie la sericina che ricopre il filamento. Risultato? Un filo più morbido: la seta completamente sgommata (o seta cotta) è la più pregiata perché diventa straordinariamente brillante e dolce al tatto. I fili delle sete crude, invece, non riescono a «tenere» la filatura e la tintura una volta privati della sericina: per questo vengono immersi in sostanze sintetiche come la formaldeide, che impedisce alla «gomma naturale » di sciogliersi.

seta grezza
Da dove viene. «Sarà italiana o cinese? ». Davanti a una camicetta di seta in vetrina, la risposta è scontata. Quasi tutta la seta greggia viene dalla Cina che ne produce 485 mila tonnellate all' anno e anche il 90 per cento della seta lavorata in Italia viene da Pechino. Seconda in classifica, per la produzione di bozzoli, è l'India, con 11.500 tonnellate. Di filati indiani a noi, però, ne arrivano pochi, dato che questo immenso Paese li usa alI'80 per cento per la confezione dei sari, le splendide tuniche femminili che lasciano scoperta una spalla. La moda detta legge anche in Giappone. terzo produttore al mondo di seta greggia, che ne impiega moltissima per i kimono.

L'Italia, invece, è il primo paese importatore di filato grezzo: donne italiane avvolte di seta da capo a piedi? Niente affatto: ne usiamo un decimo rispetto alle giapponesi (solo 30 grammi all'anno a testa), ma la compriamo per lavorarla ed esportarla. La seta lavorata in Italia è richiestissima in tutto il mondo per la qualità del taglio e del design. Certo, il tessuto e i capi confezionati in Estremo Oriente hanno prezzi molto competitivi e si vendono molto anche da noi. E per un top o una camicetta a tinta unita, il made in "Cina" va benissimo. Ma se cercate disegni e fantasie più ricercate, è quasi inevitabile scegliere il made in Italy».
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