Il-Trafiletto
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25/07/14

Cicuta, famosa per la morte di Socrate

La cicuta è una pianticella perenne dalle foglie grandi,  con fiori bianchi molto piccoli, trovabile fino a 1800 metri di altitudine. Cresce di solito nei luoghi abbandonati e rocciosi, nelle stradine poco frequentate dei villaggi e fiorisce nei mesi di giugno e luglio. Era  uno dei più diffusi veleni dell’antichità.

La famiglia di appartenenza è quella delle Ombrellifere  come prezzemolo, carota, sedano. Delle tre specie: Conium maculatum, Cicuta virosa (cicuta acquatica) e Aethusa cynapium ( falso prezzemolo) quella più diffusa è Conium maculatum o cicuta maggiore. Tutti gli organi vegetali, ma in particolare i semi verdi, contengono elevate quantità dell’alcaloide velenosissimo coneina in miscela con altri alcaloidi.

Cicuta
immagine presa dal web
L’azione sul metabolismo animale è neurotissica e, come tramandato da Platone, nella descrizione della morte di Socrate,  questa avviene con una progressiva paralisi degli arti che si conclude con arresto cardiaco. La morte per avvelenamento da cicuta può essere anche indiretto mangiando animali, ad esempio uccelli, che se ne siano cibati (gli uccelli sono immuni al consumo di germogli teneri di cicuta).

E' passata proprio grazie al grande filosofo Greco, Socrate, il quale morì assumendo una bevanda a base di cicuta. Anche Annibale si suicidò con questo veleno. Il principio tossico di queste piante è la cicutina, un liquido oleoso, giallastro, di odore acuto e sgradevole. Questo liquido è poco solubile nell'acqua, a differenza che nell'alcool dov'è solubilissimo. La cicuta è un veleno paralizzante e la dose letale per l'uomo, per via orale, è di 750 mg. La morte avviene per asfissia in circa 3-6 ore.

17/03/14

Asclepio la cicuta e Socrate

La morte di Socrate
(Jacques.Louis.David)
Asclepio, illustre sconosciuto, ma semidio che "uccise" Socrate

Asclepio, per la mitologia greca, o Esculapio per quella romana, è secondo Esiodo  figlio di Apollo e di Arsinoe, oppure di Apollo e Coronide (figlia di Flegias re dei Lapiti) leggendo la testimonianza di Pindaro. Un semidio dunque, ma uomo mortale per Omero. Secondo il mito del poeta Pindaro, Apollo si innamora di Coronide mentre nuota in un lago. Il dio la concupisce fino a consumare la loro passione, poi l’abbandona lasciando un candido corvo a guardia della fanciulla. 

Un sogno senza sogni
(Platone, Apologia di Socrate)
In seguito Coronide decide di convolare a nozze con certo Ischis, (figlio di Elato e Hippea), che già amava da tempo, accogliendolo presto nel talamo nuziale, pur consapevole di essere feconda del seme di Apollo. Il corvo assiste all’atto d’amore e subito, certo di fare cosa gradita, vola da Apollo e riferisce il tutto. Questi, dalla sua posizione olimpica, punisce il candido corvo tramutandogli le piume nel colore della notte senza luna e stelle, per non aver allontanato il giovane Ischis dalla sua Coronide. Nel frattempo la sorella Artemide, per solidarietà uccide la novella sposa trafiggendola con una freccia per vendicare il fratello disonorato. Apollo mosso a pietà, decide si salvare il feto e chiede a Ermes di estrarlo dal corpo della madre dandogli il nome di Asclepio.
Ermes consegna la creatura informe al centauro Chirone che con l’aiuto della dea Artemide, cresce istruito alla medicina naturale delle piante. La leggenda vuole che Asclepio scopra gli effetti terapeutici di una pianta bella a vedersi, ma mortale per gli uomini se bevuta per infuso con semi verdi: la Cicuta. Oggi si sa che la sua principale tossina, la Coniina, conduce a morte lenta per paralisi muscolare. Morte, che nel dialogo di Platone, ‘Il Fedone’, colpisce il padre della filosofia occidentale: Socrate. Primo uomo che fa della coerenza un principio di vita.
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