In una città come Messina che anela allo sviluppo economico e sociale in un momento particolare della sua ripresa è necessario che tutte le forze professionale diano il loro contributo.
Ho iniziato a scrivere queste pagine che descrivono aspetti particolari di architettura, nell'intento di richiamare l'attenzione su alcuni particolari del costruito della mia città che sono unici perché legati alle ricostruzioni del dopo terremoto.
Per queste motivazioni il mio scritto ha un compito prettamente divulgativo perché ritengo che questo sia l'unico vero modo di fare informazione e in particolare anche di formulare pensieri di architettura fuori dalle barriere del pregiudizio e della stessa sicilianità. Mi sono accorto nel mio procedere, che non accettavo i limiti convenzionali della divulgazione, intesa come qualcosa di paternalistico e concessivo e che occorre ora andare oltre osservando attentamente nuove argomentazioni e altri pensieri.
Alfred Adler, che amava discutere la sua teoria nei caffè della Vienna del primo Nove-cento, mise a punto, con un linguaggio semplice e chiaro, i concetti innovativi della psicologia del profondo a impronta socio-culturale, poi destinati a influenzare in modo sottile larghi strati del pensiero del novecento. Nel campo specifico dell'architettura Walter Gropins, fondatore della Bauhaus che spronava gli uomini di cultura e gli architetti ad impostare il loro lavoro dall'angolo visuale più vasto possibile, scriveva: "La buona architettura dovrebbe essere proiezione della vita stessa, e ciò implica una conoscenza intima dei problemi biologici, sociali, tecnici e artistici".

Queste argomentazioni mi hanno convinto a mantenere l'impegno ad un'esposizione lineare, comprensibile anche da un lettore di media cultura, senza però limitare l'approfondimento dei temi. Coltivo infatti la segreta speranza che anche gli specialisti possano essere raggiunti dalla suggestione e dalla semplicità. È con questo scritto mi rivolgo in modo insolito alla bellezza di alcuni particolari architettonici della nostra città nascosti all'interno dei fabbricati e più particolarmente negli androni d'ingresso. Sono convinta infatti che per leggere l'architettura e la storia non bisogna fermarsi a studiare e guardare solo l'esterno dell'edificato ma occorre entrare dentro e assaporare e gustare il vissuto di un'epoca con "una visione allargata".

La testimonianza globale di queste tendenze, differenziate pur nel comune spirito programmatico di azione anche sociale di pedagogia estetica, la cultura della ricostruzione abbinò il valore ideologico-didascalico del ruolo fondamentale che le arti decorative venivano assumendo nella realizzazione di un ambiente di vita quotidiana e di vita urbana "moderna", in alleanza con gli architetti, al significato di offrir-si come una vetrina del pluralismo delle tendenze stilistiche all'inizio del secolo: uno scenario che si sarebbe riproposto e capito solo, alla fine del processo, e definito "ec letticd\.

A Messina un caso particolare è la figura dominante dell'ingegnere. Gaetano Bonanno che sarebbe finito nel dimenticatoio culturale di una città se l'ingegnere Baldo, suo figlio non mi avesse dato la possibilità di conoscere i progetti e i particolari costruttivi da lui elaborati. Baldo Bonanno è stato sindaco di questa città e conoscendone pregi e difetti mi ha dato sommessamente e con la sua semplicità che lo distinguevano le testimonianze grafiche che qui mi piace divulgare riguardanti la Villa Vaccarino di Milazzo e alcuni disegni di quel progetto.