Il nostro Paese ci offre una serie d'isole minori, patrimonio unico agli occhi del mondo.
Quando si pensa al nostro stivale e ai suoi arcipelaghi ci vengono immediatamente in mente le due isole maggiori e una manciata di quelle minori, come dimensioni, più o meno vip e dalla morfologia varia. Quello che proponiamo è un itinerario attraverso quattro destinazioni minori per dimensione ma non per meraviglie e piacevoli sorprese.Iniziamo da Ventotene, detta anche l'isola del vento. Meta di un turismo crescente, offre al visitatore al primo impatto l'inconfondibile sapore di "antichità". Il traghetto, infatti, per attraccare al moderno bacino portuale costeggia un promontorio tufaceo, detto Punta Eolo sulle cui pendici sono sparsi i resti di un'imponente villa romana cui la tradizione ha attribuito l'emblematico nome di "Villa Giulia", a ricordo della figlia dell'Imperatore Augusto che vi soggiornò in esilio. Percorsi circa dieci metri dalla banchina del molo si presenta agli occhi dell'ospite lo straordinario spettacolo dell'antico porto di Ventotene, interamente intagliato nel banco roccioso. Cale e calette si immergono in un mare dal colore stupendo. La barca rimane il mezzo migliore per godere dell'isola. Questa piccola meraviglia la si raggiunge via nave da Formia, Terracina, Ponza e Napoli. Sempre rimanendo nei paraggi Nisida è una piccola isola appartenente all'arcipelago delle isole Flegree, situata a poca distanza dalle coste di Capo Posillipo, a Napoli.
Piccole isole, grandi tesori |
La sua definizione d'isola viene spesso contestata, in quanto da tempo è collegata alla terraferma da un lungo pontile in pietra. La sua conformazione è quasi un cerchio perfetto del diametro di circa 500 mt e un'altezza massima di circa 110 mt sul livello del mare. La sua forma caratteristica tradisce in maniera inequivocabile la sua origine vulcanica. In epoca classica qui Lucio Licinio Lucullo vi costruì una villa, divenuta famosa per le feste e le cene che si celebravano. In epoca moderna, nel XVI sec, iniziò la costruzione di un castello che divenne in seguito uno dei capisaldi della difesa di Un Itinerario attraverso Napoli. Già sede dell'Accademia Aeronautica, oggi l'isola non è aperta completamente al pubblico, ed è divisa tra un presidio militare e un carcere minorile (dal 1934). Al di la di queste due realtà, l'isola offre una vista bellissima del golfo. Passando all'Adriatico incontriamo le Isole Tremiti, o isole Diomedee, considerate le perle dell'Adriatico per la loro incantevole ed incontaminata bellezza.
Il piccolo arcipelago è costituito dalle isole di San Nicola, San Domino, Cretaccio, Caprara e, a circa 11 miglia da queste, dall'isola di Pianosa. San Nicola è il centro storico, religioso e amministrativo dell'arcipelago. Per le numerose tracce di un antico e glorioso passato, è considerata un museo a cielo aperto. San Domino è in buona parte ricoperta da boschi di Pino d'Aleppo, con mare cristallino e la costa è frastagliata di cale, punte e scogli, come quello dell'Elefante, ed i Pagliai, monoliti a forma di piramide somiglianti a veri pagliai. Un must da non perdere sono le grotte delle Viole, del Bue Marino e delle Rondinelle, tutte visitabili in barca. A San Domino si trovano le spiagge di Cala delle Arene, quella di Cala Matano e la spiaggia sotto i Pagliai, quest'ultima raggiungibile solo via mare.
L'isola di Cretaccio è un conglomerato roccioso di natura argillosa e va scomparendo per le corrosioni incessanti degli agenti atmosferici e marini. Caprara, detta anche Capraia o Capperaia, è completamente disabitata ma è interessante come le altre e alla punta del faro ha un vero e proprio "gioiello" architettonico naturale. Per ultima troviamo l'isola di Pianosa, con la sua costa che si estende per circa 1,700 km e un'altezza massima dal livello del mare di 15 metri, per cui è parzialmente invasa dalle acque.
L'isola è senza vegetazione ed è disabitata. Le Isole Tremiti sono raggiungibili via mare da Vasto, Termoli, Rodi Garganico, Peschici e Vieste. Esiste anche un servizio elicottero da Foggia. Scendendo a sud nell'estremo ovest della Sicilia, troviamo Levanzo, a nord delle isole Egadi. Posta di fronte al porto di Favignana, l'isola, la più piccola dell'arcipelago, è un'oasi per chi ama la quiete, i silenzi e i vicini della porta accanto: qui si vive tutti insieme, isolani e forestieri, fuori, nell'unica strada che attraversa il minuscolo centro abitato, concentrato a Cala Dogana a sud con il suo porticciolo. A nord dell'isola si trova una piana coltivata, delimitata da aspri strapiombi e Capo Grosso, con il suo faro. L'unica strada è una mulattiera che attraversa l'isola da una parte all'altra, con rare diramazioni che permettono di raggiungere vecchi solitari rifugi di pastori.
Dal punto di vista geologico Levanzo è la più antica delle isole dell'arcipelago, la sua formazione risale al periodo triassico, ovvero circa duecento milioni di anni fa. La grotta del Genovese, con le figure ed i suoi graffiti, testimona la presenza dell'uomo sull'isola da più di diecimila anni. Levanzo si raggiunge in nave da Trapani, Palermo e Napoli (quest'ultima solo nel periodo estivo).(ethos)