09/08/14

L'antico risentimento come la morte è tenace | JINARAJADASA

.............. Il bandolo di questa matassa ce lo offre efficacemente W.E.Henley nel suo poema.[qui]

Egli narra come il protagonista vide una bella ragazza, ai tempi di Babilonia, e se la prese, abbandonandola successivamente. Tuttavia, essa lo continuava ad amare, ma, avendole un tale trattamento spezzato il cuore, si suicidò. È naturale, quindi, che la fanciulla morisse con un sentimento di amore e di risentimento per la stessa persona e, poiché quello che seminiamo pure raccogliamo, rinascendo, entrambi mietono, sotto forma di atteggiamento emozionale, il risultato delle cause passate.

Questa volta, l'uomo l'ama nuovamente e la desidera; essa pure a sua volta lo ama, tuttavia non vuole cedere ai suoi desideri a causa dell' oscuro e triste ricordo. L'amante perciò esclama:
"La tua fierezza che io sdegnai ora mi schianta e ancor mi sdegna ... l'antico risentimento come la morte è tenace. Mi ami, pur ti raffreni; il cuor mi si spezza per l'aspra perfidia, e invano il mio petto percuoto ... " 
Henley, nella sua visione poetica, scorge che tale situazione non può permanere per sempre, deve cioè sorgere un giorno fra i due vero amore e comprensione. Il poema frnisce narrando come la fierezza antica si trasforma nella rassegnazione presente, nel ricordo del bene passato, che non deve essere disprezzato.
"Nell'al di là della tomba il fatto compiuto, vorrei non averlo consumato, quando di Babilonia un re io fui, e tu una vergine schiava"
Una conclusione sola ci può essere, quella cioè che troviamo nei racconti delle fate; questa però richiede un universo dove vi è l'Uno solo che ama, dove:
"I sentieri finiscono sul punto d'incontro degli amanti, là dove il figlio di ogni saggio sa".
Fin qui abbiamo considerato le manifestazioni della natura emotiva dell'individuo e ciò è evidente, poiché dalle proprie esperienze si può giudicare e comprendere le emozioni altrui, naturalmente fin dove tali emozioni sono in generale simili a quelle che abbiamo conosciuto noi. Ma che cosa possiamo dire di quelle persone che comprendono perfettamente tali esperienze, pur non avendole mai vissute? Shakespeare, per esempio, comprende profondamente il logorio del cuore e della mente della donna, come pure il complicato processo mentale del traditore; Dickens, invece, perfettamente comprende quello che sente un omicida dopo il delitto. Ci sono, inoltre, delle persone illuminate le quali, quando sperimentano delle emozioni, le generalizzano, considerandole estese pure agli altri, mentre ve ne sono delle altre non tanto illuminate, le quali, per quanto siano state una volta colpite, non evitano la seconda volta il pericolo, né diventano apprezzabilmente più sagge per avere subito la stessa esperienza più volte.

Chi è illuminato cerca di sondare la qualità universale in ogni singola esperienza e, in questo modo, può anticipare il risultato dell' esperienza di natura affine, per sé e talvolta anche per gli altri; può catalogare le sue esperienze riducendole a formule algebriche, in cui ogni formula comprende, in una definizione generale, tutti i casi particolari. I suoi pensieri e sentimenti sono come degli aforismi, che trasmutano tutte le esperienze in un'unica grande esperienza. La facoltà di generalizzare le definizioni tratte dalle emozioni individuali, costituisce una qualità rara come quella di formulare una filosofia, traendola dai particolari pensieri che ci siamo formati sulle cose.

La generalizzazione delle emozioni particolari è tipica del poeta; e, quanto più universali sono le sue generalizzazioni, tanto più grande può essere considerato il poeta. Perché, dunque, sorge qua e là un individuo che possiede la meravigliosa capacità di vedere i singoli uomini quali rappresentanti di tipi e le emozioni particolari come espressioni di emozioni universali? Diciamo che un tale uomo è un genio, però la parola genio descrive, ma non spiega il fatto.

Ci sono dei geni in ogni settore della vita nella religione, nella poesia, nell'arte, nella musica, nella politica, nel dramma, nella strategia, nel commercio e in altri aspetti della vita. Tali geni sono caratterizzati da molte qualità anormali, sono uomini dell'avvenire e non del loro tempo; ogni genio è un legislatore per le future generazioni nel suo ramo di attività, ma soprattutto il genio vive emozionalmente e mentalmente con ampie generalizzazioni. Da dove gli proviene questa meravigliosa capacità?
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