08/08/14

I geroglifici egizi | Come abbiamo scoperto il loro siginificato

I pittogrammi degli antichi egizi erano un mistero per gli archeologi, ma nel primo Ottocento un gruppo di audaci linguisti riuscì a decifrarli. 

LONDRA, 1821. Quando mancava ancora un secolo alla scoperta della tomba di Tutankhamon, a Piccadilly si aprivano i battenti di una mostra sull'antica civiltà egizia. Sulla scia della teatrale invasione napoleonica dell'Egitto avvenuta vent'anni prima, l'"egittomania" stava prendendo piede in Gran Bretagna come già aveva fatto a Parigi.

L'Egyptian Hall, sede della mostra, fu decorata con motivi caratteristici: due statue (una di Iside e l'altra di Osiride) e una serie di geroglifici. La mostra esponeva un plastico modellato e dipinto magnificamente, che riproduceva in scala 1 a 6 un'antica tomba egizia rinvenuta quattro anni prima nei dintorni di Tebe (l'odierna Luxor), area poi battezzata Valle dei Re. All'inaugurazione era presente l'autore della scoperta, l'italiano Giovanni Belzoni, ex maciste da circo divenuto eccentrico appassionato di scavi in Egitto, che comparve al cospetto di un'enorme folla avvolto dalle bende come una mummia. Belzoni dovette però ammettere di ignorare l'identità della salma custodita nella tomba, poiché allora nessuno era in grado di interpretare i geroglifici.
Geroglifici egizi
Come abbiamo scoperto il loro significato

L'antica civiltà egizia fu celebrata in epoca classica ad Atene e a Roma come anche nell'Ottocento a Parigi e a Londra. Nell'arco di ben oltre due millenni ha esercitato un influsso notevole sul mondo del sapere, a partire dal 450 a.C. circa, quando lo storico greco Erodoto giunse in Egitto. Nelle sue Storie, Erodoto identificò le piramidi di Giza come luoghi di sepoltura e fornì importanti informazioni sul processo di mummificazione. Le sue opere non furono, tuttavia, di grande aiuto agli studiosi che volevano capire l'antica scrittura egizia, dal momento che in età classica i geroglifici erano caduti in disuso. Nessun autore greco o romano era in grado di interpretare questi antichi pittogrammi. Eccone il motivo: l'antica civiltà descritta nei geroglifici, la cui fondazione risale a prima del 3000 a.C, cadde in rovina nella seconda metà del primo millennio a.C., quando l'Egitto fu conquistato prima dai Persiani e poi dai Macedoni sotto la guida di Alessandro Magno (332 a.C).

Per tre secoli l'Egitto fu governato dalla dinastia tolemaica (di lingua greca), che prese il nome da Tolomeo I, generale di Alessandro, a uno dei cui discendenti si deve la creazione della Stele di Rosetta (196 a.C). Questo periodo ebbe fine con la morte di Cleopatra VII e l'occupazione romana iniziata nel 30 a.C. e cessata nel 395 dopo Cristo. In seguito, l'Egitto fu governato prima dai cristiani copti e poi dai musulmani, fino all'arrivo di Napoleone. Nella sua forma orale la lingua copta discendeva da quella parlata nell'antico Egitto, ma il copto scritto non si presentava sotto forma di geroglifici: adottava un sistema alfabetico, come il greco e il latino. Il copto, grazie al quale si potè risalire alla pronuncia approssimativa di antiche parole egizie, si dimostrò un ausilio impagabile nell'interpretazione dei geroglifici.(science)

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