Nel 1970, con la legge Fortuna-Baslini, si introduce in Italia il divorzio. Quattro anni grazie ad un referendum, gli italiani sono chiamati a votare per abrogare la legge sul divorzio. Fu il primo referendum abrogativo della storia italiana.
Il SI o il NO crearono non poca confusione, la campagna di informazione per chiarire agli italiani che il voto doveva essere una risposta alla domanda: " Vuoi abrogare la legge sul divorzio"?. Il Vaticano e l'episcopato, salvo eccezioni, si batterono per far vincere il SI, ma la schiacciante vittoria del 'NO', con il 59,3% dei voti, confermò la possibilità giuridica di scioglimento del vincolo matrimoniale.
La regolamentazione per ottenere il divorzio ha subito variazioni nell'arco degli anni, dai 5 anni di separazione necessari per arrivare al divorzio si è passato ai 3 anni, ma da oggi è ancora più facile: infatti, grazie a una particolare "convenzione di negoziazione" assistita da un avvocato, si potrà arrivare ad un accordo tra i coniugi, allo scopo di raggiungere una separazione consensuale che metta fine agli effetti civili del matrimonio. Questo è quelle prevede una delle nuove regole nella bozza di legge che sarà presto approvata in Parlamento.

L’accordo viene sancito dall’avvocato che assiste i coniugi e che ha l’obbligo di trasmettere, entro 10 giorni, quanto stabilito con una copia autenticata dell’accordo, la quale sarà spedita all’ufficiale dello stato civile del comune dove è stato trascritto il matrimonio. Se l’avvocato non mantiene l’impegno sarà costretto a pagare una sanzione amministrativa e pecuniaria che va da 5.000 euro a 50.000 euro. La pratica di separazione e il divorzio potrà essere conclusa in seguito dall’ufficiale dello stato civile, e potrà essere eseguita anche in un comune diverso da dove è avvenuto il matrimonio. Ciascuna delle due parti comunicherà all’ufficiale dello stato civile la dichiarazione di separazione, che avrà l’effetto di far decadere gli effetti civili del matrimonio o scioglierlo.