«Si può dunque dire che una donna matematica sia contro natura, in certo senso un ermafrodito».
Questa fase è stata pronunciata meno di un secolo fa da un noto matematico, Gino Loria. Il suo obiettivo era colpire Pia Nalli (1886-1964), palermitana, la prima donna nella storia dell'ltalia unita a vincere una cattedra universitaria in matematica. Prima di lei molte altre studiose di questa materia hanno dovuto lottare contro pregiudizi diffusi. Ipazia d'Alessandria, studiosa di aritmetica, filosofia, geometria e astronomia, nel quinto secolo dopo Cristo fu addirittura assassinata per le sue idee.Ma veniamo a epoche più recenti. Alla fine del 700 Marie Sophie Germain, parigina, sottoponeva le sue geniali osservazioni a Kari Gauss, uno dei più grandi matematici della-storia.; Con uno pseudonimo maschile: Le Blanc. Una storia altrettanto curiosa è quella di Sofia Kovalevskaja, natain Bielorussia nel 1850. I genitori tappezzavano la sua camera da letto con fogli presi dal quademo di matematica del nonno, un importante studioso. Cosi Sofia si appassionò a la materia. Tra mille difficoltà intraprese la carriera universitaria e nel 1884 giunse all'ateneo di Stoccolma. Qui il commediografo svedese August Strindberg tuonò: «Una femmina professore di matematica è un fenomeno pernicioso e sgradevole persino, si potrebbe dire una mostruosità». Nonostante questa condanna la Kovalevskaja ebbe un incarico universitario per cinque anni. E l'accademia francese delle scienze le assegnò il prix Bordin, una specie di Nobel per la matematica.