«Ci sono due specie di bugie», spiega la fatina dai capelli turchini a Pinocchio, «quelle che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo. E le tue, per l'appunto, sono quelle che hanno il naso lungo».
Nelle "Avventure di Pinocchio", rispolverate grazie alla pellicola dell'attore-burattino Roberto Benigni, Collodi presenta la suggestiva metamorfosi della marionetta di legno in un «ragazzo perbene», in un «bel fanciullo coi capelli castani e gli occhi celesti»; è infatti attraverso la menzogna che il burattino vorrebbe diventare un bambino in carne e ossa. Possono però le bugie offrire la forza per vivere? Tutti riconoscono che dire menzogne sia un fatto riprovevole. Mentire intenzionalmente a se stessi e agli altri è riconosciuto come un atto illecito e, nei casi di falsa testimonianza, genera perfino la condanna. Eppure a tutti è capitato di «simulare», di «mascherarsi » dietro verità nascoste o tacite bugie.SMASCHERATI
Nella lotta alla criminalità, ci si ingegna a scoprire le bugie con le più raffinate armi tecnologiche e della psiche. Una «macchina della verità», molto sofisticata, permetterà di scovare più facilmente i bugiardi. Le ricerche di Paul Ekman, professore di psichiatria all'Università di San Francisco, California, che ha studiato in un primo momento il comportamento non verbale e poi le espressioni del viso e della fisiologia delle emozioni, hanno contribuito a rendere la macchina ancora più attendibile. Nel suo libro Telling lies, ha dimostrato che è possibile scoprire il comportamento ingannevole dei bugiardi ascoltando e osservando il «linguaggio » del corpo, l'intonazione della voce e le espressioni facciali, perché le bugie possono, anche se in modo impercettibile, alterare la voce e contrarre i muscoli del viso in modo diverso come nel caso di un sorriso non sincero.
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dimmi la verità |
La menzogna però non riguarda solo la giustizia. Una società complessa come la nostra impone in un certo senso dei «travestimenti», piccole «balle» che quotidianamente siamo costretti a recitare. La menzogna diventa uno stratagemma per sopravvivere o un vizio, una barriera che l'individuo costruisce per trovare un equilibrio tra l'ideale e la realtà, tra l'individuo e gli altri. «Che si tratti di meritarne la stima», afferma un filosofo francese, «o di allontanarne la concorrenza, che sia la risorsa della mia vanità piuttosto che l'ostacolo ai miei interessi, l'altro, soltanto mediante la pressione del nostro entrare in rapporto, induce in me la tentazione di fare dei maneggi». Ci possono essere menzogne socialmente accettate, come quelle relative alla nostra «immagine». Ci sono menzogne serie, crudeli e spietate. «Non si mente mai senza volerlo». La manipolazione della verità porta alla cecità più completa. La maschera dietro la quale l'individuo si nasconde finisce per incollarsi alla persona: egli si convince della sua bugia al punto da considerarla verità. In questo modo dalla normalità si passa al delirio, stato mentale in cui il mondo viene percepito come falso. Il «delirio persecutorio » di un individuo deriva dall'idea che tutto il mondo gli è ostile. Nel rapporto tra le persone, la menzogna e il malinteso seguono un percorso parallelo, esiste una logica affinità tra questi due comportamenti. La menzogna conduce al malinteso e questo, per essere riparato, «necessita di un'audace menzogna o di una dolce e imbarazzante dissimulazione». Certo che è alquanto complicato, sul piano speculativo e clinico dire sempre la verità: una vita senza autoinganno sarebbe intollerabile come sarebbe invivibile un mondo in cui tutti dicono la verità in modo indiscriminato.
SEGRETI
Tutto non si può dire, allora ci sono segreti che ogni persona custodisce per sé e chiede che la sua intimità sia rispettata. «il diritto al segreto è una prerogativa fondamentale della persona». Ci sono alcune categorie di persone che sono tenute al «segreto professionale», medici, sacerdoti, pastori, avvocati, psicologi ecc. Rispettare il segreto, fosse anche quello del proprio figlio, implica il rispetto per tutta la persona. Fare intrusione nella sua intimità significa violare un segreto e quindi la sua persona. Ogni tentativo di carpire, con la forza o con l'astuzia, il segreto dell'altro, provoca un marchio di disonore, ogni divulgazione di un segreto, per interesse o per viltà, affonda le sue radici nel totalitarismo.
Tuttavia se ogni persona ha diritto di non raccontare un' esperienza, un desiderio, un' aspirazione che la riguarda, scegliere di rivelare i propri segreti, invece, in un clima di fiducia, di amicizia e rispetto, può diventare un evento fecondo e interessante. Quando uno si sente compreso, non giudicato, apre i cassetti della mente dove custodisce, come perle preziose, la parte di sé più intima. Questa apertura negata ad alcuni, ma riservata all'amico, all'amica, al coniuge costituisce il fondamento per il raggiungimento di quell'equilibrio psicofisico che permette di vivere nella più completa onestà e autenticità. L'onestà e la verità sono alla base di ogni rapporto, negli affari, in politica e tra gli individui. Agostino di Ippona nel suo trattato Contro la menzogna arriva a questa conclusione: «Quanto alla menzogna dunque, o la si evita comportandoci rettamente, o la si confessa e ci si pente».