27/03/14

"Gocce" di notizie: La procura di Roma vuole la verità sul rapimento Moro?

Sara' convocato presto dalla procura di Roma l'ex ispettore di polizia Enrico Rossi che ha raccontato alla stampa di essere stato ostacolato nel tentativo di individuare l'identita' delle due persone, forse dei Servizi Segreti, presenti a bordo di una moto Honda la mattina del 16 marzo del '78, quando le Brigate Rosse eliminarono in via Fani la scorta di Aldo Moro e sequestrarono l'allora presidente Dc. Rossi ha spiegato di aver avviato i primi accertamenti nel 2009 quando a un quotidiano torinese venne recapitato uno documento scritto dall'uomo che sulla moto era seduto dietro e che fu divulgato sei mesi dopo la sua morte. 
ex ispettore di polizia Enrico Rossi
 L'anonimo, che diceva di essere malato terminale di cancro, riferiva in quel documento che la mattina della strage era in via Fani alle dipendenze del colonnello del Sismi Camillo Guglielmi e che a guidare la moto c'era un altro uomo proveniente, come lui, da Torino. La procura del capoluogo piemontese, nel 2010, compie senza esito alcuni accertamenti e poi, nell'estate del 2012, trasmette la documentazione a Roma, dove viene aperto un procedimento come 'atti relativi', cioe' senza indagati e senza ipotesi di reato, anche se solitamente gli anonimi vengono cestinati. Anche nella capitale vengono svolte alcune verifiche che non riescono a chiarire il giallo. Si scopre, in sostanza, che a guidare l'Honda non era un soggetto legato ai Servizi. L'abitazione di questo uomo fu anche perquisita e gli investigatori trovarono due pistole calibro 22 regolarmente denunciate. Ma nulla che potesse avvalorare il sospetto di un aiuto prestato dagli 007 ai brigatisti. Ora, alla luce delle dichiarazioni rese dall'ex ispettore di polizia, la procura tornera' a rileggere gli atti scaturiti da quel vecchio anonimo anche se l'impresa appare ardua: i due che erano sull'Honda sono ormai deceduti, cosi' come e' morto anche il colonnello Guglielmi.        fonte(AGI)
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