22/10/13

Il giardino segreto "riciclato"| India

Un giardino costruito di nascosto da una persona sola, in mezzo alla foresta, con la paura di essere scoperto per essersi appropriato illegalmente di un pezzo di terreno. Nek Chand perse tutto ciò che possedeva quando il Punjab venne diviso tra India e Pakistan. Negli anni cinquanta si trasferì a Chandigarh una città che doveva diventare simbolo dell'indipendenza e dell'emancipazione dell'India e città del futuro. La progettazione venne affidata a un architetto di fama internazionale Le Corbusie, ma messuno sapeva che anche Nek Chand, un semplice impiegato statale addetto alla manutenzione delle strade, stesse lavorando a un progetto di riqualificazione del territorio attraverso il riciclo dei rifiuti. 

Giardino segreto
Il signor Chand aveva capito, osservando la natura, come nel suo ciclo nulla andasse perso, come ogni elemento, terminata la sua funzione attiva, venisse trasformato e riciclato in qualcosa di nuovo. Se questo era possibile in natura, pensò Chand, perché non dovrebbe esserlo anche nel mondo artificiale costruito dagli uomini?
Chand prese a collezionare spazzatura di ogni sorta, che tutte le sere trasportava a casa sul retro della sua bicicletta. Sentiva che questi rifiuti nascondevano in nuce forme di animali, principesse e principi, asceti e uomini comuni, perciò la sera, tornato dal lavoro, cominciò a dare vita al suo immaginario, realizzando innumerevoli sculture che trovarono spazio tra le quattro mura di casa sua. Fu così che sellini di biciclette abbandonate si trasformarono in musi di animali, forchette e altri utensili da cucina divennero zampe di uccelli, decorati con pezzi di bracciali in vetro, piume o stracci.
Ben presto fu necessario per Chand cercare un altro luogo in cui custodire le sue opere e così decise di appropriarsi illegalmente di un piccolo pezzo di terra nella fitta foresta che cresceva dietro a casa sua, nella periferia di Chandigarh. Di notte, con il timore di essere scoperto, Chand lavorò a nuove opere, questa volta utilizzando il cemento e ideando strutture più grandi, con anime di ferro e acciaio di riciclo.
Nessuno seppe del lavoro che rese Chand insonne per anni finché un giorno, nel 1972, il governo si decise a ripulire quella porzione di foresta che, da tempo, si era trasformata in un atelier d'arte e il suo segreto venne alla luce.
Polizia e funzionari del governo rimasero stupefatti, se avessero dovuto procedere per vie legali, sarebbero stati costretti a demolire il giardino di statue e mosaici che cresceva nella foresta, ma nessuno ebbe il cuore di farlo. Inoltre la notizia delle opere di Nek Chand aveva già fatto il giro della città attirando sempre più visitatori. Le autorità locali si convinsero del valore del lavoro di Chand e decisero di offrirgli uno stipendio, attrezzature e veicoli per il trasporto del materiale, oltre a cinquanta operai per continuare la sua opera.
Oggi il Rock Garden, il giardino roccioso di Chand, copre una superficie di 25 ettari . È un mondo immaginario in cui si fondono, con garbo e sapienza, strutture post-moderne ispirate all'architettura di Le Corbusier e torrette a cupola, reminiscenza di antichi palazzi in stile indo-saraceno, adornati di variopinti mosaici e splendide fontane di roccia e cemento. A dare vita a questo mondo, le sue statue che raccontano altrettante storie dell'India, storie di uomini e donne dei villaggi, di principi e cortigiane, di asceti e devoti che lavano i propri peccati nelle acque delle fontane artificiali.
 Per magggiori informazioni e per attività di volontariato nel Giardino consultate il sito della Nek Chand Foundation




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