Il-Trafiletto

18/01/14

Alla scoperta del nuovo Sony XPeria T2 Ultra| Un nuovo Phablet in versione Single e Dual Sim.

Alla scoperta del nuovo Sony XPeria T2 Ultra! Un nuovo Phablet in versione Single e Dual Sim. Scopriamo, direttamente dall’account Twitter di Sony, il nuovo Sony XPeria T2 Ultra, un nuovo Phablet da 6 pollici disponibile sia nella versione Single Sim (ovvero sia con una Sim) sia in quella Dual Sim anche se quest’ultima forse inizialmente non arriverà Italia.
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Sony XPeria T2 Ultra

Il dispositivo proposto da Sony, riprende lo stesso form factor del Sony Xperia Z Ultra anche se l’hardware è decisamente diverso in quanto il nuovo dispositivo si va a collocare nella fascia media del mercato e quindi non certo tra i top gamma della categoria.

Il Sony Xperia T2 Ultra dispone di un display da 6 pollici con risoluzione HD 1280x720 pixel che dovrebbe essere un LCD TFT standard, 1 GB di memoria RAM, GPU Adreno 305 (chip grafico), processore Qualcoom Snapdragon 400 Quad Core da 1,4 Ghz, batteria da 3000 mAh, memoria interna di 8 GB espandibili via Micro SD e spessore di soli 7,7 millimetri.

Nonostante tutto l’hardware sia inferiore al modello di punta, il Phablet è equipaggiato con una fotocamera migliore da 13 megapixel, LED Flash integrato ed obiettivo di tipo Exmor RS,  al contrario di Xperia Z Ultra che invece adotta un 8 megapixel senza Led Flash.
Il Sony Xperia T2 Ultra offre una connettività completa che comprende: Wi-Fi, Bluetooth, NFC ed anche LTE 4G.


Non ci sono informazioni ufficiali per quanto riguarda il prezzo ma Sony ha dichiarato di voler collocare il dispositivo in una fascia di prezzo accessibile, quindi tenendo conto della sua composizione hardware e software, ritengo che il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno alle 399.00 . Vi lascio ora ai primi due video promozionali riguardanti le due versioni del prodotto.
XPeria T2 Ultra Single Sim
Xperia T2 Ultra Dual Sim

La Reanult Megane si rifà il look!

La “mediad’oltre alpe si rifà il look! Alla Renault è tempo di facelift anche per la Mégane. è giunto il momento adeguarsi alle necessità imposte da un mercato sempre in movimento. Imperativo dunque aggiornare l’estetica, mantenendo comunque sia inalterata la fisionomia. Da quello che abbiamo modo di vedere, pare che l’obbiettivo sia stato centrato da parte dei designer francesi, che hanno agito nei punti (logicamente) chiave.

Il lato A è stato oggetto di tutta una serie di ritocchi tali, al punto da riconfigurare i gruppi ottici, mutando così l’aspetto frontale. Niente di estremamente radicale, anzi, il tutto è rivolto ad adeguare una vettura divenuta ormai un baluardo della qualità Renault.
E dunque nuova fanaleria, nuova calandra, nuove prese d'aria, ma più di tutto, nuovi parafanghi e nuovo cofano motore. Un cambiamento che avanza sempre più incline al futuro della "Losanga", che mette in primo piano proprio il logo della casa della Régie. Il rinnovato assetto estetico ha introdotto tutta una serie di novità pure sul piano tecnico. Novità che si traducono nell'innesto in gamma della motorizzazione benzina 1.2 Tce da 130 cavalli, che andrà ad affiancare la variante da 115 cv.

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Renault Megane
La versione più potente del compatto "milledue" sovralimentato, potrà essere equipaggiata anche il cambio doppia frizione Edc. Soluzione sino a questo momento esclusiva del modello turbodiesel 1.5 dCi da 110 cv. Ma il restyling della media francese, segna l'uscita dal nostro mercato della Renault Mégane coupé-cabriolet.
Tutti i modelli di famiglia, berlina (definizione attribuita alla cinque porte), Sportour (la station wagon) e Coupé, conservano le dinamiche di bordo usuali.

Un'impostazione che guadagna le "tematiche" multimediali offerte dal sistema R-Link. Un dispositivo, parte della lista degli optional, che mette a disposizione una ricca serie di applicazioni correlate. Il resto è pressoché rimasto invariato. Definito ancora una volta da quella scomoda e obsoleta leva dietro al volante, con cui si regola tutta la sezione audio. Allo stesso modo non ci sono stati passi evolutivi nella gestione del controllo della velocità di crociera, diviso tra tasti sul volante e bottoni sul tunnel centrale. Almeno la Renault Mégane non latita in termini di spazio e di comfort. E su strada si manifesta per ciò che è.

Una vettura per la vita quotidiana, adatta sia alla famiglia sia a chi preferisce stare solo. Il 1.5 dCi da 110 cv si conferma ancora una volta il motore di rifermento tra i turbodiesel compatti. Elastico, fruibile sin dai bassi regimi, è una garanzia in termini di consumi e costi di gestione. Il dato dichiarato relativo al modello "berlina" parla di 3,5 l/100 km nel ciclo combinato, a fronte di emissioni di CO2 pari a 90 g/km.
L'animo sportivo è custodito invece dalla più performante della famiglia Mégane, ossia il modello Coupé R.S.. Ora beneficia di equipaggiamenti derivati da quelli introdotti con la serie speciale Mégane R.S. Red Bull Racing RB8. Il lancio commerciale sarà a partire dal prossimo 25 gennaio. Tre gli allestimenti, Wave, Gt Style ed Energy Gt Line.

Quest'ultimo porta in dote molle e ammortizzatori più rigidi. A cui poi si aggiunge quello specifico di R.S. La dotazione di serie è di per se ricca e completa e la differenza tra una versione e l'altra si palesa in 1.000 euro tondi tondi. Quando il passaggio da berlina a Sportour si chiude a 800 euro. La Coupé fa vita a se stante, mentre l'accessibilità alle differenti motorizzazioni varia in funzione del modello e dell'allestimento. Motorizzazioni che, esclusa la novità del 1.2 Tce da 130 cv, ricalcano la disponibilità dell'edizione passata. La berlina parte da quota 19.300€, invece la coupé da 19.150€.

Deceduto l’ultimo soldato giapponese arresosi nel 1974.

Hiroo Onoda, il leggendario ultimo soldato dell'Esercito imperiale giapponese arresosi soltanto nel 1974, è morto all'età di 91 anni per un infarto in un ospedale di Tokyo dove era stato ricoverato dal 6 gennaio dopo un'insufficienza cardiaca. Onoda, ex ufficiale dell’intelligence, continuò a combattere per decenni sull’isola filippina di Lubang, dove era stato distaccato nel 1944, malgrado la resa del Giappone nella Seconda guerra mondiale.

Hiroo Onoda
Onoda era un membro della classe di comando Futamata Bunko, addestrato come guerrigliero. Nel Natale del 1944 fu inviato nell'isola filippina di Lubang con il compito, insieme con i soldati già ivi presenti, di ostacolare l'avanzata nemica. Aveva ricevuto l'ordine di non arrendersi, a costo della sua stessa vita. Dopo essere sfuggito all’attacco statunitense del 28 febbraio 1945, Onoda ed altri tre commilitoni si nascosero nella giungla, decisi a frenare l’avanzata del nemico ad ogni costo. Non riuscivano a credere che la loro Patria, il grande Giappone, si fosse potuto arrendere. Così nonostante fossero arrivate notizie della fine della guerra, essi non gli diedero peso, e reputarono falsi anche alcuni volantini e foto di famiglia lanciati da un aereo per convincerli a cessare le ostilità. Onoda e i suoi compagni rimasero quindi sull'isola continuando la "missione" e combattendo contro gli abitanti dell'isola (non giapponesi), nascosti nella giungla. I tre vissero di furti di viveri e vestiti dei cittadini filippini. Dopo che un compagno si arrese e gli altri due rimasero uccisi, Onoda continuò da solo la “missione” per quasi trent’anni. Il 20 febbraio 1974, dopo giorni di ricerche, il giapponese Norio Suzuki ritrovò Onoda e fece ritorno in Giappone con le foto del militare e convincendo l'ufficiale diretto superiore di Onoda, il Magg. Taniguchi, a recarsi sull'isola per convincerlo ad arrendersi. Onoda si arrese, riconsegnando la divisa, la spada, il suo fucile ancora perfettamente funzionante, 500 munizioni e diverse granate. Ma al suo rientro in patria la celebrità lo sorprese negativamente; i valori antichi del Giappone secondo i quali aveva vissuto e per i quali aveva combattuto una personale guerra, ai suoi occhi erano scomparsi. Onoda emigrò in Brasile con il fratello Tishro e si sposò nel 1976.

Da Pechino giunge la conferma del lancio di un missile ipersonico!

Da Pechino giunge la notizia che conferma il progetto di lanciare un missile ipersonico! Il Ministero della Difesa cinese ha dato conferma che nella giornata di ieri ha concluso il primo test, riguardo un veicolo missile a velocità ipersonica, ritenuto come alta tecnologia militare all'avanguardia.
La notizia, prima pubblicata dal portale web Washington Free Beacon, è stata successivamente confermata anche dal Pentagono, il quale afferma che il test è stato eseguito il 9 gennaio scorso, utilizzando un velivolo modello WU-14, che ha raggiunto i Mach 10, equivalenti a 12.376 km/h, pari a ben 10 volte la velocità del suono.
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Missile ipersonico cinese
"Il test è stato effettuato per scopi scientifici", ha fatto sapere un portavoce del ministero della Difesa di Pechino, il quale sottolinea che "questo test non è diretto contro alcun paese od obiettivo specifico. Le nostre previste prove di ricerca scientifica svolte nel nostro territorio sono normali ", ha detto il ministero nella dichiarazione.
"Questi test non sono mirati a qualsiasi paese e non hanno obiettivi specifici. Non facciamo alcun commento, ha dichiarato il portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Jeffrey Pool, che ha confermato il test della scorsa settimana. “Monitoriamo regolarmente l'attività delle agenzie della difesa straniere e siamo consapevoli di questo test", ha detto.

Mentre a Capitol Hill, il presidente della commissione Forze Armate della Camera ha espresso preoccupazione per quello che dice essere un "salto" tecnologico da parte dei cinesi facendo riferimento al test del veicolo ipersonico. "Le nazioni concorrenti cinesi e altre cercano la parità militare con gli Stati Uniti e, in alcuni casi, come in questo, sembrano essere un passo davanti a noi", hanno congiuntamente detto alcuni dirigenti americani in un comunicato.

17/01/14

Della serie “Non sapevo di essere incinta”. Suora partorisce un bimbo

“Non sapevo di essere incinta”. Così si intitola un programma di Real TV in onda in questi giorni in seconda serata. La stessa frase è stata probabilmente recitata al Pronto Soccorso dell’Ospedale Camillo De Lellis di Rieti, dove una suora ha partorito un bimbo del peso di 3 chili e 500 grammi. La donna si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale della cittadina laziale nella notte di martedì, accompagnata da un'ambulanza del 118, chiamata dalle consorelle, preoccupate per le condizioni della giovane suora, accusando forti dolori di cui non sapeva spiegarsi la natura. Il personale paramedico che l'ha accompagnata al pronto soccorso con codice rosso, ha messo a verbale che la donna accusava "forti dolori addominali con sospetta colica renale". Il medico che l’ha visitata e sottoposta ad ecografia non ha avuto dubbi  nel certificarle lo stato di gravidanza, tanto che nel certificato di ricovero, forse per un eccesso di scrupolo, è stato scritto "sospetta gravidanza in suora".  La suora, 32 anni, nativa del San Salvador, appartenente all'Istituto religioso delle Missionarie Catechiste, ha poi dato alla luce con un parto naturale un bimbo che pesa tre chili e mezzo. Notevole è stato l’imbarazzo dei medici che si sono occupati del caso e che nonostante abbiano cercato di mantenere il segreto sulla notizia, tutta la verità è trapelata nei corridoi dell’ospedale per arrivare poi ai media. La notizia che fosse una suora, poi, si è diffusa a gran velocità finendo fin sulle pagine di facebook. Sull'identità padre non si esclude nulla, da una possibile violenza subita a un rapporto avuto nel suo paese con qualche ex o comunque con un amico.
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