Il-Trafiletto

28/12/13

Ascolti in crescita, doppi tweet e hashtag della scorsa stagione è: “MasterChef mania”

“MasterChef mania” Ascolti in crescita, boom in rete Selezionati i venti concorrenti che si sfideranno per il premio finale. Il segreto del successo? I tre giudici politicamente scorretti ma buoni
Terza stagione inizia con i numeri che attengono a questo show e insieme ci permettono di fare una riflessione più ponderata sull’evoluzione di uno spettacolo televisivo che ha ormai definito i suoi contorni cult. Dunque, il secondo, cruciale appuntamento con la terza edizione di Master Chef ha svelato il cast di quest’edizione, ha segnato una crescita del 29% rispetto alla stessa serata dello scorso anno. I temi più twittati, oltre all’hashtag #MasterChefIt che ha scalato la classifica dei trending topic della serata, sono stati “MasterChef”, “Cracco” e “Rachida” (rispetto a quest’ultima ci si chiede perché).
Cracco,Barbieri,Bastianich
MasterChef 3
Quest’anno ci si sta trovando di fronte a un’edizione sicuramente meno improvvisata rispetto alle due che abbiamo visto e apprezzato. Il racconto, è stata pesato anche nelle singole virgole e se Joe Bastianich si lascia andare a un commento distante dal politically correct come “qui siamo abituati agli stupidi” l’effetto, la reazione voluta, scatta immediatamente tanto che sui social network si leggono un tripudio di “yeahh” e di “naaaa”.  I tre giudici, proprio per il linguaggio dritto, senza peli sulla lingua, politicamente scorrettissimo ma amato proprio per questo  vedono in Joe Bastianich un leader. L’unico “non cuoco” che quando sferza fa male, che quando sorride allarga il cuore di chi riceve il tanto agognato “ok”. Carlo Cracco da quest’anno si lascia andare un po’ di più, sorride un po’ di più, grida un po’ di più. Ora, di questi tre comportamenti non si sa quale sia meglio. Certo, oggi Cracco risulta più avvicinabile, bonario e simpatico. Bruno Barbieri ha mantenuto la sua linea e oltre al “mappazzone” da ieri sera c’è anche un neonato “paciacco” che non serve tradurre. Bella l’idea del “momento bar” dove finalmente si scoprono alcune carte dei tre mentre bevono un bicchiere di vino commentano, fanno battute, discutono su questo o quel concorrente. Scenograficamente, e siamo solo alle prime battute, tutto è perfetto, invitante. Dalle prossime puntate tutto cambierà, si entrerà nel vivo della competizione e sappiamo che la severità dei giudici sarà ancora più secca. Le esterne ci porteranno anche all’estero, le lacrime di chi verrà redarguito sgorgheranno a fiumi ma in tutto questo lo spettacolo ne trarrà giovamento. Masterchef, non solo non sente la stanchezza della terza edizione ma al contrario alza ancor più l’asticella della qualità, della scrittura televisiva, del rebound mediatico. Qualcuno avrà storto o storcerà il naso di fronte alle tante telepromozioni che ormai coinvolgono le star Bastianich (con il braccialetto macramè di Cruciani), Cracco (le sue scarpe sponsorizzate sono Diadora) o Barbieri (pentole e altro). Poco importa. Era ovvio che ciò accadesse. Non altrettanto ovvio che anche questa stagione incollasse davanti al teleschermo più gente di quanta se ne è registrata sinora. E il bello, deve ancora arrivare.

Ecco perchè le donne piangono più degli uomini | Piangere fa bene alla salute

Sembra un paradosso invece piangere pare proprio che faccia bene alla salute! Forse è anche per questo che si dice "farsi un bel pianto liberatorio"
Secondo uno studio dell’Università del Minnesota le lacrime restituiscono al corpo equilibrio e benessere. Una recente ricerca dello scienziato William Frey, professore dell’Università del Minnesota, ha dimostrato che l’88 per cento delle persone dichiara di sentirsi meglio dopo aver pianto, mentre solo l’8,4 afferma il contrario.

Le sostanze che il nostro corpo produce in situazioni di stress sono rimosse attraverso il pianto e quindi le lacrime legate a sentimenti forti di stress, rabbia o felicità, restituiscono al corpo equilibrio e benessere. Il pianto produce encefalina, un oppioide endogeno che ha la funzione di scaricare la tensione accumulata rilassando i muscoli, infatti, molti studiosi pensano che senza le lacrime lo stress che abbiamo dentro di noi, farebbe aumentare il rischio d’infarto o danni al cervello, quindi un buon pianto è davvero un toccasana!
Per l'uomo il pianto è motivo di vergogna, almeno in pubblico, soprattutto per gli uomini che notoriamente si sentono più forti, e quindi non possono permettersi il lusso di sciogliersi in lacrime. Quindi, preferiscono tenere lo stress dentro e non scaricarlo in un bel pianto liberatorio. Le donne nonostante i cambiamenti sociali avvenuti nel tempo continuano a piangere più degli uomini. Ma cè un motivo se le donne piangono più facilmente degli uomini. Uno studio del dottor Frey, autore del libro intitolato “Crying: The Misterty of Tears (Piangere: il mistero delle lacrime) la donna piange quattro volte di più dell'uomo, e questa differenza ha una base biologica, infatti, le donne hanno livelli maggiori di prolattina e ghiandole lacrimali più grandi. Le persone molto sensibili piangono spesso perché attraverso il pianto liberano le emozioni che hanno dentro il cuore, e allo stesso tempo ci si sente pure meglio fisicamente. Il dottor Lorraine Sherman, psicologo di Los Angeles afferma che “Piangere è un modo salutare di esprimere emozioni”, e oltretutto “non offende nessuno, dissipa un bel po’ di tensione e aiuta a rilassarsi”. Però bisogna rilevare che c’è una sostanziale differenza tra il pianto artificiale ossia causato ad esempio da una cipolla sbucciata troppo da vicino e invece, e il pianto vero e proprio. Infatti, le lacrime emozionali avrebbero una potenza terapeutica molto maggiore delle altre, perché capaci di rimuovere lo stress ormonale. Non tutte le lacrime quindi sono uguali! Per combattere lo stress quindi non c’è niente di meglio di un bel pianto liberatorio!

Un super euro ci penalizza | Usciremo sconfitti dalla "guerra valutaria"

L'Italia penalizzata nella corsa infinita del super euro, addio benefici dell'austerity.
Una moneta forte erode la nostra competitività più di quanto faccia per Spagna e Francia
Guido Mantega, nato a Genova da una famiglia di migranti italiani, ma ministro delle Finanze del Brasile, è stato il primo a rompere il tabù. Nell'autunno del 2010 disse che nel mondo era in corso una "guerra valutaria": ciascun Paese e ognuno dei grandi blocchi economici cercava di svalutare per rendere più competitive le proprie esportazioni.
euro
Da allora la ripresa ha messo radici quasi ovunque, ma il conflitto di cui parla Mantega non è soffocato. Il bilancio del 2013 mostra anzi che ha un chiaro perdente, l'euro. La moneta unica è praticamente la sola al mondo di fronte alla quale tutte le altre, grandi, medie e piccole, hanno perso valore. Sull'euro si sono svalutati il dollaro americano (del 4,2%), quello canadese (dell'11%), lo yuan cinese (del 2%), per non parlare dello yen giapponese (meno 22%), del real brasiliano (meno 19,7%), del dollaro australiano (meno 20%), del rublo russo (meno 13%) o della lira turca (meno 24%). La lista continua per decine di monete, inclusi il franco svizzero (meno 1,5%), la corona norvegese (meno 15%) e la rupia indiana (meno 14,5%). La maggior parte di queste svalutazioni sono a doppia cifra, e ieri sera gran parte delle divise estere, incluso il biglietto verde, hanno toccato i minimi dell'anno sull'euro. È un segno che lo smottamento è ancora in corso. Dai Paesi avanzati alle economie emergenti, tutte le aree del pianeta stanno conquistando competitività di prezzo sui mercati globali rispetto ai prodotti venduti a partire da Eurolandia.

Secondo le stime dell’Onf vi sarà un incremento di 1.384€ a famiglia | Energia elettrica +0,7%

L'inizio del 2014 vedrà aumentare l'energia elettrica dello 0,7% per coprire agevolazioni alle imprese, e servirà a coprire l'introduzione di una nuova componente in bolletta destinata a incentivare le aziende manifatturiere. Le associazioni dei consumatori prevedono una stangata da 1384 euro a famiglia nel 2014. Invariato invece il prezzo del gas. L’incremento delle tariffe è determinato dall’introduzione di un nuovo onere generale di sistema, la componente ‘Ae’, per finanziare le agevolazioni alle imprese manifatturiere con elevati consumi di energia elettrica introdotte dalla legislazione.
Questa componente, da sola, determinerà un incremento dell’1,6% della spesa complessiva tutta legata agli oneri generali di sistema, a cui si aggiunge il +0,3% delle tariffe per i servizi di trasmissione, distribuzione e misura riferibili a componenti “amministrate” della bolletta. Gli aumenti sono in parte controbilanciati da un forte calo dei costi del chilowattora (-1,2%) riferito invece ad un’attività in libera concorrenza. E con il 2014 cambia anche il metodo di tariffazione dell’acqua. Da gennaio entra in vigore il Metodo tariffario idrico. Sono previsti quattro differenti schemi tariffari: ciascun Ente d’Ambito potrà scegliere quello ritenuto più efficace a seconda delle peculiarità territoriali e delle proprie esigenze di investimento. Attualmente le perdite di rete superano il 30% dell’acqua immessa, gli impianti di depurazione non coprono il 30% della cittadinanza e il 15% non ha sistemi fognari. L’Autorità stima che siano state realizzate meno del 56% delle opere necessarie e che gli interventi più urgenti per superare carenze croniche e mettersi in regola con gli adempimenti europei richiedano oltre 25 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Nell’approvare il nuovo metodo tariffario l’Autorità ha sottolineato che non sarà possibile reperire con le sole tariffe le risorse per gli investimenti necessari, evidenziando la necessità di altri strumenti di finanziamento. In ogni caso le associazioni dei consumatori prevedono che il 2014 si trasformerà in una nuova stangata per le famiglie. Secondo le stime dell’Onf (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) vi sarà un incremento di 1.384 euro a famiglia. “Aumenti insostenibili – attaccano Adusbef e Federconsumatori – che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie (già duramente provate) e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”. “Le parole d’ordine per risollevare le sorti delle famiglie e dell’intera economia sono: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e processi di detassazione tagliando sprechi e privilegi, nonchè investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si farà sempre più lontana ed improbabile”, dichiarano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori. Per le associazioni tali aumenti non sono solo legati alle “solite volontà speculative” ma anche a nodi irrisolti della nostra struttura economica, in tema di competitività e di oppressione burocratica, nonché dei servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo sui prezzi e sulle tariffe; a una ossessiva pressione fiscale, soprattutto su case e caseggiati, e anche all’aumento dell’Iva. “Uniche note in controtendenza – si conclude – sono i nuovi meccanismi di calcolo che porterebbero a previsionì di riduzione delle tariffe di luce e gas”.          fonte

Sono ancora contro lo "Zar di tutte le russie" le due Pussy Riot

Lo zar fattosi Babbo Natale alla vigilia delle feste e delle Olimpiadi di Sochi ha regalato all’opinione pubblica una settimana di lacrime e polemiche, con il ritorno dall’aldilà della prigione degli eroi che l’hanno sfidato. E mentre un’altra storia, quella dei 30 attivisti di Greenpeace, si conclude con la scarcerazione e la partenza in tempo per riabbracciare le famiglie per Capodanno, è il momento di sognare ed esprimere desideri. Le Pussy Riot – ma dicono che non useranno più il marchio delle punk con il passamontagna colorato - sono tornate a Mosca dopo essere state liberate dall’amnistia di Putin. Due giorni prima hanno avuto uno scambio epistolare commovente con l’altro ex detenuto più famoso della Russia, Mikhail Khodorkovsky, uscito dal Gulag per grazia di Putin 72 ore prima di loro.
Maria e Nadia

Le due Pussy Riot hanno inoltre annunciato i loro progetti, tra cui un'alleanza con l'ex oligarca Mikhail Khodorkovski :  "Per noi Khodorkovsky è importante come personalità, in ogni caso non si tratterebbe di una cooperazione finanziaria, ma piuttosto ideologica e concettuale". Tra i leader che vorrebbero coinvolgere nei loro prossimi progetti politici compare anche Aleksey Navalny, sconfitto alle ultime elezioni per il sindaco di Mosca: Maria e Nadia vorrebbero inserirlo nel consiglio di sorveglianza della loro nuova organizzazione per i diritti umani "Campo del diritto", dedicata soprattutto ai detenuti in Russia. "Se vogliamo che esista una società, e non una massa di persone, dobbiamo ricordarci che è necessario svegliare l'interesse delle persone", ha detto la Tolokonnikova. Nadia si è anche espressa a favore del Magnitsky Act, la legge americana secondo cui i russi che hanno commesso crimini che violano i diritti umani non possono entrare negli Usa. Maria, invece, ha commentato la legge Dima Yakovlev (che ha interrotto le adozioni dagli Stati Uniti di bambini russi) come "una delle parti più tristi della nostra storia".
Masha e Nadia alla loro conferenza stampa parlano solo del carcere, delle umiliazioni, degli abusi, delle donne costrette a lavorare 16 ore al giorno e punite con visite ginecologiche forzate. Le loro voci tremano e il loro futuro, come lo vedono oggi, è lottare per i diritti dei detenuti, insieme a un altro oppositore perennemente sull’orlo della prigione, Alexei Navalny. Come loro modello citano Vladimir Bukovsky, loro predecessore nelle carceri della Mordovia, impenitente dissidente deportato da Brezhnev più o meno con le stesse modalità di Khodorkovsky. La galera torna a essere, come all’epoca del dissenso sovietico, la metafora della società, l’esperienza fondante e fondamentale, che divide gli onesti e i coraggiosi dalla massa degli indifferenti e dei conniventi. Il programma politico è un optional, anche perché non ci sono più luoghi – dal parlamento alla piazza – dove fare politica in Russia. Non resta che sognare un mondo di giusti che decimano i carnefici e i corrotti.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.