Il-Trafiletto
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28/02/14

Gli innamorati dell'IO | Ecco un loro identikit

Gli innamorati dell'io: egocentrici esibizionisti megalomani. Amano troppo se stessi e sono poco sensibili ai bisogni degli altri. A volte si nascondono dietro una facciata di apparente bontà. Ecco un loro identikit


Il 2% della popolazione italiana presenta un grave disturbo di personalità di tipo narcisistico, caratterizzato da:
arroganza, vanagloria, grandiosità, mancanza di empatia, grave sfruttamento degli altri, invidia. 
Ma c'è un gran numero di soggetti che, dietro un'apparente facciata di bontà, presentano gravi, quanto nascosti e dannosi, tratti narcisistici: è il narcisismo celato.

Distinguiamo a questo punto:
.La personalità narcisistica senza scrupoli (si tratta di persone di successo con comportamenti ai limiti della legalità, dotati di una coscienza sociale deficitaria, indifferenti agli altri, che spesso non possono fare a meno di umiliare o dominare l'altro).
.La personalità narcisistica appassionata (si tratta di persone che usano la seduttività e il comportamento erotico per rafforzare il proprio valore, attirando a sé gli altri).
.La personalità narcisistica compensatoria (si tratta di soggetti che dietro la ricerca di successo celano le proprie insicurezze, costruendo un'immagine pubblica dissociata dalla loro realtà intima; capaci di ogni menzogna per difendere l'immagine pubblica). .
.La personalità narcisistica elitaria (soggetti tesi all'autocelebrazione, alla ricerca di successo e di fama)
.La personalità narcisistica fanatica (in cui si associano tratti paranoidei, che rendono il soggetto particolarmente tirannico e pericoloso).

In genere i narcisisti sono individui talmente indifferenti ai bisogni altrui da risultare impermeabili agli altri e alle loro reazioni (per cui sono chiamati narcisisti di «pelle dura»). Ma un gruppo di narcisisti, cosiddetti «ipervigili» o «di pelle sottile», sono così alla ricerca di grandiosità da essere estremamente ipersensibili alle reazioni altrui e sperimentano continue, insopportabili e intollerabili ferite narcisistiche, che rendono impossibile la loro vita.
I narcisisti maschi sono oltre il doppio delle femmine e i più esposti all'abuso di sostanze. In genere il narcisismo espone i soggetti a gravi depressioni, a invidie divoranti e persino al suicidio. Se una certa quota di narcisismo rende più competitivi, è dawero difficile comprendere quando possiamo parlare di sana autostima e quando invece il bisogno di celebrare se stessi supera la normalità, visto l'abilità con cui i narcisisti mascherano di apparente generosità e di impalpabile bontà il loro comportamento. Il mondo dello spettacolo, quello politico e in genere le professioni per così dire «pubbliche» sono realtà profondamente pervase da spinte narcisistiche, che non mancano però neanche nella vita consacrata, dove costituiscono pericolose inconsistenze vocazionali, o nell'intimità della coppia. Ma il terzo millennio offre una nuova, straordinaria promessa di onnipotenza: la Rete delle reti, dove chiunque di noi potrà immaginare se stesso senza
confini e senza limiti. Ecco un nuovo, incolmabile territorio che si spalanca al:
narcisista del futuro.

14/02/14

San Valentino chi?

S.Valentino ormai ha un carattere esclusivamente sentimentale e consumistico. Ma il suo significato originale, si è perso nel tempo. Definita “la festa degli innamorati”, con relativo bombardamento pubblicitario, viene da molti considerata una banalità dedicare un giorno all'amore. Ma io che sono una romantica, voglio credere che S.Valentino sia un'entità fatta di energia amorevole con grandi ali rosa ricoperte di piume dorate, con le quali abbracci e protegga tutti gli innamorati dal cuore puro.


San Valentino
Ma la Chiesa Cattolica ha tolto dal suo calendario San Valentino, ritenendolo non essenziale ai fini religiosi. Il vero San Valentino, era vescovo e patrono della città di Terni, e fu decapitato nel 273 a Roma, all’epoca della persecuzione dell’imperatore Aureliano. Su di lui abbiamo informazioni molto scarse; sembra, secondo alcuni antichi documenti, ma di dubbia attendibilità, che fosse conosciuto come taumaturgo. Per questo venne chiamato a Roma dal filosofo Cratone per far guarire il figlio affetto pare da una malattia che ne limitava notevolmente la mobilità. Il santo promise la guarigione se tutta la famiglia si fosse convertita. Ambedue le cose si verificarono puntualmente e la sua fama crebbe tanto che il santo fu imprigionato e torturato nel tentativo di fargli abiurare la sua fede. Dopo la decapitazione, alcuni allievi di Cratone, anch’essi convertiti, portarono il corpo del santo a Terni, e li lo seppellirono. Col tempo si creò confusione e a questa data si cominciò a commemorare anche un altro Valentino, che però non era mai stato canonizzato, ma era solo un benefattore, vissuto anche lui nel III secolo, e venne confuso col vero santo. Come si può notare, in questa leggenda non c’è alcunchè che riguardi gli innamorati. L’associazione del santo agli innamorati si deve semplicemente al fatto che quando venne diffuso il suo culto, in quella data era molto vicino l’inizio della primavera nel calendario giuliano in uso all’epoca; si sa infatti che la primavera è la stagione del risveglio dell’attività amorosa negli animali. Fiorirono così ulteriori leggende che posero una sorta di stigma sul santo come protettore degli innamorati. Tante sono le varianti del significato e le origini di questa festa: una leggenda, ad esempio, narra che il santo era solito offrire un fiore colto dal suo giardino alle giovani coppie che vi transitavano davanti e un giorno una coppia volle sposarsi con la benedizione di Valentino. Da allora molte altre coppie fecero altrettanto innalzando, nel corso dei secoli, San Valentino come patrono di tutti gli innamorati.



Due le leggende fecero di lui il santo degli innamorati: quella della Rosa della riconciliazione e quella legata all'unione tra la giovane cristiana Serapia e al centurione romano Sabino.


1-Si racconta che un giorno Valentino, sentendo discutere due fidanzati che stavano passando appena fuori del suo giardino, uscì loro incontro portando in dono una rosa rossa, e invitandoli a fare la pace. Le parole del santo ebbero la forza di rasserenare la coppia e, trascorso del tempo, i fidanzati tornarono da Valentino chiedendo la benedizione per le nozze e promettendosi amore eterno. Quando la popolazione venne a conoscenza del fatto, ebbe inizio l'usanza di donarsi rose tra innamorati e di recarsi al cospetto di Valentino per invocarne protezione.


2-A Terni si narra, infine, la storia d'amore di una fanciulla cristiana di nome Serapia nei confronti del centurione pagano Sabino. Quando i due riuscirono finalmente a vincere le resistenze dei genitori di lei grazie al battesimo di Sabino e alla fede della ragazza, questa si era già ammalata di tisi. Le rimaneva ancora poco tempo da vivere, e Valentino decise di recarsi al capezzale della giovane. Serapia aveva accanto a sé Sabino, desideroso di poter restare per sempre con lei. Quella incrollabile volontà fu esaudita e, con l'intercessione del santo, i due innamorati, abbracciati tra loro, caddero in un sonno che li congiunse per l'eternità
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