Il-Trafiletto
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06/04/14

FEDELI E CONTENTI

Tradire è diventato più facile rispetto al passato. Prevalgono equivoci e malintesi sul vero significato dell'amore a due. Ma costruire un rapporto sincero e duraturo è sempre possibile C'è meno disponibilità nella coppia a costruire nel tempo un legame forte e con radici profonde

Un autobus, un autista di linea e per una signora di Ravenna è il colpo di fulmine. Si impegna in un corteggiamento insistente e inutile: la sua è una passione non corrisposta e «platonica», fatta di biglietti e telefonate. L'autista, infastidito, informa della vicenda il marito. Quest'ultimo chiede la separazione e dopo un ricorso alla Corte d'Appello di Bologna, che aveva escluso che la responsabilità della fine del suo matrimonio fosse da imputare al «corteggiamento insistente ma inutile che la moglie rivolgeva a un conducente di autobus, con il quale non vi era mai stata alcuna relazione sessuale », ottiene soddisfazione dalla Corte di Cassazione, con tutte le conseguenze di ordine patrimoniale. La Corte suprema dichiara infatti che un simile comportamento, anche se non è sfociato in una vera e propria relazione, è censurabile in quanto «ingiurioso » nei confronti del coniuge e contrario ai «doveri che derivano dal matrimonio. L'obbligo di fedeltà coniugale», dichiara ancora la Corte, «costituisce una regola di condotta imperativa, oltre che una direttiva morale di particolare valore sociale».

Una sentenza estratta dalla giurisprudenza di cinquant' anni fa? No, solo del giugno di dieci anni fa. Ma fedeltà sembra essere un termine fuori moda, che ormai è stato relegato nel linguaggio religioso o giuridico. È quasi ridicolizzata, è un optional per persone un po' bacchettone che non sanno godere del lato migliore della vita. E per medici e psicologi l'infedeltà può essere utile per superare stress o blocchi emotivi; e sull' onda della parità fra i sessi diventa un mezzo per riappropriarsi del proprio corpo e dei propri diritti.
Due su tre hanno tradito: Secondo recenti dati il 70% di italiani hanno tradito o tradirebbero la propria moglie. Ci sono professioni che sembrano consentire facili evasioni (agenti di commercio, medici e attori) e per i grandi manager la fedeltà coniugale è un optional. Sul fronte femminile siamo al 64%: con 1'11% delle ragazze diciottenni e il 58% delle signore cinquantenni. Ma le statistiche dicono anche che i matrimoni nel nostro paese durano di più rispetto al resto dell'Europa. «Sì, il tasso di instabilità e il più basso d'Europa. Con una differenza tra il nord e il sud del paese, dove per la donna è più difficile andarsene di casa. In un passato abbastanza recente la società esercitava un forte controllo sui matrimoni, garantendone in qualche modo la stabilità. La rottura dell'unione era un fatto eccezionale. Restare insieme per pressioni esterne - i parenti, la chiesa, le chiacchiere della gente - in certi casi era una trappola mortale, ma in altri assicurava la continuità di un percorso. Errori o sbandamenti venivano riassorbiti, diventando persino materiali da costruzione (forse non di grande qualità, ma sufficientemente solidi). Oggi non è più così. Lo sfaldamento della coppia a cui si assiste sempre più frequentemente, anche a pochi anni dal matrimonio, ha alla base una concezione della fedeltà che non si proietta su tempi lunghi ma si gioca tutta sul presente (finché c'è l'amore»). Si è persa la prospettiva del tempo necessario perché la fedeltà si radichi, si sviluppi, si rafforzi diventando lentamente una scelta e una forma di vita.

26/12/13

Bianca Malaspina: leggenda o verità?

Castelli e manieri hanno un fascino senza tempo, mi riportano sempre alla mente storie di principesse prigionere e principi che sul loro destriero combattono contro maghi e draghi per salvare le dolci pulzelle. Torri smerlate e ponti levatoi, fossati e mura ciclopiche. E proprio in un castello  la leggenda racconta che si sia consumata una tragedia d'amore impossibile, ma sarà solo leggenda?
Quella del castello di Fosdindovo è una storia molto interessante e alquanto misteriosa. Quella che sembrava essere esclusivamente una leggenda, potrebbe essere molto di più. Iniziamo anzitutto col parlare con quella che fino a qualche tempo fa veniva raccontata come una leggenda. Fosdindovo è una terra che si trova al confine tra Liguria e Toscana, e in essa è situato un meraviglioso castello al quale, appunto, è legata una storia d’amore degna dei migliori romanzi shakespeariani. Quella che vi abbiamo annunciato è la leggenda di Bianca Maria Aloisia, della famiglia Malaspina, proprietaria del castello per secoli. La sua è la storia di un amore proibito, talmente proibito che portò alla morte di entrambi gli amanti.
Bianca Maria Aloisia

Bianca, vissuta nel XIII secolo, era una giovane Malaspina, famiglia nobile di origine longobarda. La ragazza, incurante del suo ceto sociale, s’innamorò follemente dello stalliere del castello. Nonostante il loro amore sincero, i due potevano vedersi e frequentarsi esclusivamente lontano dagli occhi del padre di Bianca, nobile legato alle tradizioni familiari e attaccato a ciò che il suo blasone vuole. Il loro amore era destinato ad incontrare ostacoli, infatti poco dopo il padre di Bianca le annunciò che era stata promessa in sposa a un cavaliere della zona. La ragazza si oppose a tale scelta e per convincere il padre dichiarò il suo amore con lo stalliere. Il padre si sentì ferito e provocato, perciò decise di rinchiuderla a vita monastica nel vicino convento. Nonostante la ferma opposizione del padre, Bianca continuò ad avere appuntamenti clandestini con lo stalliere al convento. In uno di questi incontri con l’amato, la ragazza rimane incinta, ciò comportò il suo allontanamento dal convento e il ritorno al castello. La vicenda diventò di dominio pubblico e i Malaspina videro tutto ciò come una profonda umiliazione. Il padre, che non poteva sopportare tutto ciò, decise di mettere fine a tutto ciò, in maniera a dir poco drastica. Fece uccidere lo stalliere e rinchiuse Bianca nelle segrete del castello. Bianca venne torturata con ferri arroventati e macchine diaboliche che le torcevano gli arti. Il padre concesse alla ragazza di essere perdonata  dopo che si fosse pentita e avesse accettato la vita di clausura. La ragazza, però, non rinnegò il suo amore, perciò il padre decise di condannarla. La portò in una stanza buia e la fece murare viva all’interno. Assieme a lei vennero murati anche un cinghiale, simbolo della ribellione alle regole della famiglia, e un cane, simbolo della fedeltà. Bianca morì poco tempo dopo.

06/12/13

Perchè si dice: "essere un anfitrione"?

Anfitrione
Ed eccoci ad un altro adagio, anche questo desueto devo dire, in realtà mi riporta alla mente una canzone di Aznavour.
Essere un Anfitrione, si dice di un ospite generoso e accogliente, presso il quale si mangia bene, abbondantemente in allegria. Anfitrione è un eroe mitico, figlio di Alceo e re di Tirinto.

Restò forse, ironicamente, famoso per la sua prodigalità. Ospitò Zeus e questi, innamoratosi di sua moglie Alcmena, si travestì ed eluse la fedeltà della donna, rendendola madre di Ercole. Ma l'origine vera del detto è probabilmente nella battuta dell'Amphitryon di Molière, dove Sosia, per indicare chi è il vero marito di Alcmena, tra Anfitrione e Zeus che ne ha assunto l'aspetto, dice: Le véritable Amphitryon, c'est l'Amphitryon où l'on dine (il vero Anfitrione è l'Anfitrione presso cui si mangia).
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