Il-Trafiletto
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22/07/14

Passeggia per la strada e si imbatte nell'idea di un thriller

Autore internazionale di bestsellers. Vincitore per tre volte del Ellery Queen Readers Award for Best Short Story of the Year, del British Thumping Good Read Award, del Crime Writers Association's Ian Fleming Steel Dagger Award, ed è stato sei volte nominato all'Edgar Award. Questo solo per citare qualche premio, perché Jeffery Deaver, l'autore di oggi, di premi per i suoi libri ne ha vinti parecchi.
La dodicesima carta
La dodicesima carta

Il libro di oggi si intitola La dodicesima carta e, nel ciclo di Lincoln Rhyme, è il sesto che Deaver ha pubblicato. Siamo ad Harlem, nella biblioteca del Museo afroamericano, dove la sedicenne Geneva Settle sta racimolando informazioni su un suo antenato vissuto a metà dell'Ottocento e che si era battuto per i diritti civili della gente di colore, finendo poi misteriosamente in carcere. Mentre Geneva è concertata nelle sue ricerca un uomo le si avvicina e cerca di violentarla. Nonostante l'accaduto sembri solo un tentativo di stupro, Rhyme e Sachs iniziano ad indagare. L'obiettivo del misterioso stupratore era Geneva, ma per un motivo ben più grande, quando però non è riuscito ad eliminarla non si è fatto scrupoli ad uccidere il bibliotecario che forse aveva visto qualcosa che non doveva vedere. Sulla scena del delitto un unico indizio, la dodicesima carta dei tarocchi: l'Impiccato.

L'idea per questo libro, Deaver l'ha avuta mentre camminava per vie di Manhattan dove ha vissuto per un certo periodo della sua vita: “mentre camminavo, mi sono imbattuto in un punto dove c’era un buco per dei lavori in corso. In breve, gli operai che stavano sistemando la strada si sono accorti, scavando, che c’erano delle rovine e quei lavori si sono trasformati in scavi archeologici: pur con una storia recente, in America c’è qualcosa e in quel caso c’erano i resti di un cimitero afroamericano del 1850.
Mi è parsa un’idea interessante, anche se ci sono voluti dodici anni perché questa idea di partenza, sviluppata con un lavoro preparatorio di otto mesi, diventasse un romanzo.”

Se ben ricordate, questo non è il primo libro di cui vi parlo del famoso Deaver. La mia partecipazione a questa rubrica iniziò proprio, tra gli altri con il libro Lo scheletro che balla, secondo libro pubblicato da Deaver.
Jeffery Deaver
Jeffery Deaver

Se paragoniamo Lo scheletro che balla a La dodicesima carta, ci rendiamo subito conto che quest'ultimo è ad un livello inferiore. Non che il libro sia brutto o illeggibile, questo no, è davvero difficile che un libro di Deaver si possa definire tale, ma manca di quella verve che precedenti libri scritti dall'autore hanno.

“Il volto bagnato di sudore e lacrime, l'uomo corre per salvarsi la vita.
"Eccolo! Eccolo là!"
L'ex schiavo non capisce bene da dove venga la voce. Dalle sue spalle? Da sinistra o da destra? Dal tetto di una delle case decrepite che si allineano lungo queste sordide strade acciottolate? Nell'aria di luglio calda e densa come paraffina, l'uomo smilzo salta un cumulo di sterco di cavallo. I netturbini non arrivano qui, in questa parte della città. Charles Singleton si ferma presso un bancale con un'alta pila di barilotti appoggiata sopra, tentando di riprendere fiato.”

Una caratteristica dei libri di Deaver è che, il filone principale della storia, le indagini e l'investigazione, è sempre attraversato da un filone secondario, che rimane nascosto fino alla fine quasi. Un filo che da principio pare slegato a tutto il resto della storia, tanto da farsi venire il dubbio che questa volta il buon vecchio Deaver abbia toppato, e invece, giungendo finalmente alla fine, ecco che si scopre che è sempre stato il reale collante di tutta la storia.

Ne La dodicesima carta, questo filo nascosto è la storia dell'antenato di Geneva, militante dei diritti civili per la sua razza e poi misteriosamente incarcerato. Non vi dico altro per non rovinarvi la storia.
L'impiccato o l'appeso
L'impiccato o
L'appeso

Il killer di questa storia Thompson Boyd, è un killer su commissione freddo e allo stesso tempo anomalo. Deaver ce lo fa conoscere poco alla volta, inserendolo nella narrazione tra un'indagine e l'altra, così che possiamo farci un'idea di chi sia questo Thompson Boyd e perché agisca in quel modo.

Rhyme è sempre il più bravo quanto scorbutico consulente dell'FBI, così come Amelia è sempre la solita inarrestabile detective. Le indagini non sono prive di colpi di scena o rivelazioni, ma, se confrontato con i libri precedenti di questo ciclo, ci si accorge che in effetti tutto appare un po' annacquato e diluito.

Nonostante questo, il libro sa prenderti e legarti alle sue pagine, con una narrazione tipica del buon caro Deaver, che anche se sotto tono, sa trascinarti nel vivo delle indagini fino alle ultimi rivelazioni. Un libro da ombrellone, proprio perché leggermente inferiore al solito livello dell'autore, ma comunque consigliato agli amanti del genere.


(Le immagini presenti su questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti l'autore sono state prese dalla Wikipedia. L'estratto dell'intervista di Deaver è stata presa da guide.supereva.it. La citazione presente in questo post è stata presa dal libro di cui lo stesso tratta)

06/12/13

Una partita a scacchi al buio

Per questo secondo appuntamento con la mia rubrica vi parlo del libro Lo scheletro che balla di Jeffery Deaver.
Deaver è uno dei più grandi autori di thriller al mondo, e se è uno dei migliori, un motivo c'è e lo si capisce dai suoi libri. Di Deaver ho letto molti libri ma uno dei migliori che fino ad ora ho letto è proprio Lo scheletro che balla.

Lo scheletro che balla
In questo romanzo affianchiamo Lincoln Rhyme nella sua caccia al migliore, o peggiore a seconda dei punti di vista, killer su commissione mai esistito: Lo scheletro che balla, chiamato così per il tatuaggio presente sul suo avambraccio. Il killer è stato ingaggiato per eliminare gli unici tre testimoni del caso contro Phillip Hansen. Uno di questi, Edward Carney, è già assassinato e l'FBI non vuole altre cadaveri, così chiede aiuto all'unico in grado di tenere testa allo Scheletro che balla: Lincoln Rhyme.
Lo Scheletro che Balla e Lincoln Rhyme ingaggeranno una partita a scacchi, dove quest'ultimo dovrà pensare più in fretta dello Scheletro, superarne la fredda intelligenza, radiografarne la mente, e sfruttare al massimo la sua dote peculiare: la capacità di arrivare alla soluzione di un caso decifrando le tracce minuscole lasciate dall’assassino sulle scene dei crimini.

Il thriller si svolge nell’arco di 45 ore, dove vi renderete presto conto che niente di ciò che state leggendo è reale, che ogni prova, ogni traccia, ogni testimone non è quello che sembra, perché se Rhyme e lo Scheletro che Balla stanno giocando la loro partita, Deaver la sta giocando con il lettore, portandolo dove non pensava, cambiando costantemente le regole del gioco.

Jeffery Deaver
Lo stile di Deaver non è mai banale o scontato, dettagliato  e a tratti "istruttivo" quando dedica qualche riga alla spiegazione di concetti o terminologie specifiche del campo della scientifica. Il libro inizia lentamente per poi aumentare di ritmo a mano a mano che la storia prende piede. Informazioni dosate ad arte, pagine di caccia frenetica alternate ad altre di calma e minuziosa indagine, il tutto farcito da colpi di scena e capitoli al cardiopalma.

I personaggi sono sempre ben descritti, analizzati e "sviscerati" perché il lettore possa familiarizzare con loro, possa sentirli vicini e concreti. Una particolarità apprezzabile dei personaggi dei libri di Deaver è il fatto che non sono perfetti come accade con altri autori, anzi, sono deboli, hanno dei difetti, dei limiti. Prendete Rhyme ad esempio, costretto a letto senza possibilità e prospettiva di ritornare a camminare, cosa c'è di più umano, di più reale in un personaggio come lui?

Un thriller quindi mozzafiato che vi terrà col fiato sospeso fino all’ultima pagina, fino all’ultimo incredibile colpo di scena, quello a cui non avevate pensato, quello che non avevate neppure preso minimamente in considerazione.
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