26/10/15

Accordo difficile al vertice Ue sui Balcani Naufragio in Grecia

A bordo dell'imbarcazione c'erano 63 persone: 53 sono state tratte in salvo. La Slovenia: "Senza un piano serio Ue è a rischio"

Una donna e due bambini di due e sette anni sono annegati nelle acque davanti all'isola di Lesbo, in Grecia, dopo il naufragio del barcone su cui stavano viaggiando. Lo riferisce la Guardia costiera, aggiungendo che altri sette profughi risultano dispersi. A bordo dell'imbarcazione, finita sugli scogli per le cattive condizioni del mare, c'erano 63 persone. Tra loro, 53 sono state messe in salvo. Intanto a Bruxelles, vertice sui Balcani.

L'allarme lanciato dalla Slovenia - "La situazione è molto grave, mi aspetto un piano d'azione concreto altrimenti sarà l'inizio della fine dell'Unione europea come tale". E' l'allarme lanciato dal premier sloveno Miro Cerar all'arrivo a Bruxelles per il vertice sui Balcani. Cerar ha infatti accusato la Croazia di "non essersi comportata come un Paese che si assume le sue responsabilità" sui profughi. "Non possiamo diventare la sacca del problema migratorio nel caso in cui Austria e Germania chiudano i confini", ha sottolineato.

La Serbia: "Pronti all'accoglienza ma solo con un piano definitivo" - "Speriamo sia possibile trovare una soluzione complessiva per l'intera Ue e per i Balcani, la nostra intenzione non è costruire nuovi muri, anzi siamo pronti a prendere la nostra quota" di rifugiati "come gli altri Paesi anche se non siamo membri dell'Ue ma dobbiamo vedere una soluzione complessiva". Così il premier serbo Alexander Vucic al suo arrivo al mini-vertice dei Balcani. Vucic ha quindi annunciato che "se la Slovenia ne prende 2mila, noi siamo pronti a prendere 3mila rifugiati in base al numero nella nostra popolazione", ma ha sottolineato che i rifugiati "non vogliono restare nei nostri Paesi". In ogni caso "la Serbia non costruirà muri". fonte TGCOM24.it
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