15/09/15

Si rischia di meno con la Pressione Arteriosa più Bassa

Una ricerca americana pubblicata sul NY Times abbassa ulteriormente i valori delle linee guida sul trattamento della pressione arteriosa.

 La pressione alta, comunemente chiamata ipertensione, è la causa principale al mondo di decessi. Ma che cosa si intende per pressione alta, o meglio, quanto deve essere bassa la pressione arteriosa per essere definita normale, cioè rientrare in un range di sicurezza per la nostra salute? Fino ad ora le linee guida sul trattamento dell'ipertensione arteriosa hanno stabilito valori massimi di 140 mmHg per la pressione sistolica (massima) e di 90 mmHg per quella diastolica (minima) per i pazienti a basso rischio, un po’ meno (130/80 mmHg) per i soggetti ad alto rischio e con un limite massimo di 150mmHg per gli anziani over 60.

  E’ di alcuni giorni fa la notizia riportata dal New York Times, secondo il quale una ricerca denominata “Sprint” e portata avanti dal National Heart, Lung and Blood Institute, sia stata interrotta dallo stesso Istituto con oltre un anno di anticipo ritenendo i risultati fin qui ottenuti estremamente chiari e significativi. Tali risultati rivelano che i pazienti con valori di pressione arteriosa sistolica (massima) inferiori a 120 mmHg hanno un rischio di infarto, scompenso cardiaco e ictus ridotto di un terzo, e la percentuale di decesso è ridotta di un quarto.

 I risultati di questa ricerca, condotta su oltre 9.300 uomini e donne ultra 50enni ad alto rischio di malattie cardiache o renali che doveva concludersi nel 2017, saranno pubblicati nei prossimi mesi. Il presidente dell'American Heart Association, Mark Creager, commentando i risultati dello studio, dice che "E' una notizia eccezionale, servirà da guida per salvare un gran numero di vite".

Sorge però un dubbio; abbassare la soglia della pressione sistolica sotto i 120 mmHg, comporterebbe per i pazienti un’assunzione maggiore di farmaci antipertensivi, con conseguente aumento degli effetti collaterali che andrebbero ad alterare il binomio “rischio/beneficio”, specialmente per le persone anziane che potrebbero incorrere i cadute o in episodi vertiginosi. In attesa di saperne di più è opportuno continuare tranquillamente con le terapie in atto
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