23/06/15

Tatuaggi: Belli ma ad Alto Rischio di Infezioni

Spesso ci si affida a strutture occasionali prive di controlli e quindi ad alto rischio di infezioni. Fare attenzione al riutilizzo di aghi monouso e di inchiostro infetto.

 I Tatuaggi. Se ne vedono di tutti i tipi, belli, orrendi, colorati, commemorativi, alcuni sembrano veri e propri dipinti su tela. E’ una pratica molto amata dai giovani e meno giovani, ma non è tutto oro quello che luccica; spesso ci si sottopone a questa “scrittura” sulla nostra pelle con estrema leggerezza.

 Lo rivela una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma su 2.500 studenti liceali raggiunti con questionario anonimo, ricerca che sarà presentata a Roma al congresso della Società Italiana di Gastro Reumatologia (Sigr). Tra tutti gli studenti intervistati, uno su tre ha dichiarato di avere un piercing, mentre il 20 per cento possiede almeno un tatuaggio e addirittura il 32 per cento ha intenzione di farsene uno. Ma c’è di più, il 24 % di questi ragazzi ha dichiarato nel questionario di avere avuto delle complicazioni di carattere infettivo.

La ricerca ha evidenziato inoltre che solamente il 17 percento dei tatuati ha firmato il consenso informato, mentre quelli sicuri di essere stati trattati con strumenti sterilizzati sono poco più della metà, il 54%. La dottoressa Carla Di Stefano, autrice dell’indagine e ricercatrice all’Università di Tor Vergata, ha detto che "Se l'80 percento dei ragazzi ha affermato di essere a conoscenza dei rischi d’infezione, solo il 5 per cento è informato correttamente sulle malattie che possono essere trasmesse.”

Il fine della ricerca era quello di mettere al corrente i giovani circa i pericoli che possono incontrare affidandosi a strutture e personale non qualificato senza rispetto delle norme igieniche, e quindi potenziali veicoli di trasmissione di malattie infettive (HBV, HCV, HDV). Proprio in questi giorni le attenzioni degli studiosi sono rivolte ad uno studio del 2013 pubblicato sulla rivista “Hepatology”: ‘Association of tattooing and hepatitis C virus infection: a multicenter case control study’, dove si evince che la trasmissione dell’epatite C avvenga tramite la non sterilizzazione degli strumenti usati e il riutilizzo di aghi monouso e di inchiostro contaminato con sangue infetto.

Dati recenti affermano che in Italia circa il 10% di epatite C acuta è riconducibile ai trattamenti estetici e quasi il 4% che si sottopone ad un tatuaggio corre il rischio di contrarre l'epatite C rispetto a chi non ci si sottopone. Attenzione quindi ai servizi “Tattoo” occasionali, specialmente come quelli che durante i mesi estivi abbondano nelle località balneari, servizi privi dei normali controlli e quindi ad alto rischio.
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