25/03/15

Dissertazione Notturna di G.C: La Ragione del Mondo

La ragione del mondo

scritto da "Gabriel Cantore" 

Sono le tre e tutto intorno a me è silenzio. La stanchezza circola come un'ameba nelle vene e mi offusca il pensiero. La pigrizia mi domina, ma cerco di vincerla. Vorrei terminare un sonetto caratterizzante la solitudine dello spirito. Mostrare lo spirito che si separa a poco a poco dalla natura e si esilia nella contemplazione interiore delle essenze metafisiche, mette a dura prova i pochi neuroni che ancora alimentano la mia mente. Ma la prova è di 'rappresentare' e non definire. In fondo lo spirito ha una sola compagna: la verità. La insegue, attraversa l'involucro sensibile degli oggetti per raggiungerla, oltre l'involucro, nell'imo del suo oscuro rifugio.

 La verità lo trascina, di astrazione in astrazione, in una specie di deserto dove più nulla ha consistenza, dove le forme svanite hanno lasciato di sé soltanto le proporzioni, dove sono divenute 'formule'. Ah, come le leggi sono pallide, tetre, sinistre, implacabili. Sono i fili che fanno muovere gli attori e le comparse di un grande teatro smarrito nell'universo. Tenui fili che compongono nella loro fredda armonia una specie di tela di ragno, in cui l'anima s'impiglia e allora l'ignobile mostro dell'inconosciuto, lentamente e inesorabilmente viene a roderla e a consumarla.

Negletto chi mira la bellezza esteriore di un fiore ignorandone la radice. In fondo, cari lettori, permettetemi l'aggettivo dall'alto della mia veneranda età, esiste un'unica solitudine, origine di tutte le altre, la lontananza cui ci troviamo, dalla ragione del mondo. E qui penso che non vi sia libreria che custodisca la rivelazione di questa ragione.

Apprezzo molto le appassionate dissertazioni scritte dalle grandi menti speculative, dove vi si legge fra le righe uno spiccato acume intellettivo vestito di vasta conoscenza enciclopedica, ma di sterile visione sotterranea che agita il centro motore della vita. “Speculatore d'ogni tempo, tu mi parli di fisica e metafisica, creando un ciceone a volte condivisibile, bevibile con gusto, altre volte difficile da ingoiare per il semplice fatto che io sono io, tu sei e l'altro è".

Questo amico mio, non significa che io non prenda in seria considerazione i tuoi enunciati o postulati quali seri spunti di profonda riflessione.
Come la breve e acuta, ma vasta speculazione di Cartesio, (io penso pertanto sono), sempre fresca e inattaccabile, più che mai intramontabile, peccato però che non abbia lasciato una valida definizione sull’uomo: ma chi sono io?
Come la riflessiva citazione di H.Hesse, “d'ogni verità anche il contrario è vero” nel magnifico racconto del 'Siddharta', meritevole di essere ricordata per sempre dalla ninfa Eco, la quale frastorna l'aria per dire che una verità assiomatica non esiste.

 Come non esiste una sola realtà schopenhaueriana, poiché ogni essere rappresenta la sua medesima per ciò che è, anche se poi costretto ad adeguarsi all'imperativo kantiano 'tu devi perché devi', per sopravvivere in una società strutturalmente complessa da mille e mille regole. Cari lettori, per non dilungarmi oltre, oggi mi sforzo, con un certo insuccesso, di vivere fuori dagli schemi. Il 'tu devi perché deviì, lo lascio alla vostra realtà attuale-inattuale.

Ora vi lascio e torno alla mia solitudine spirituale, vero balsamo contro il deprecabile umano e contro l'indecifrabile riflessione sulla ragione del mondo. “Scusate se ho scritto così tanto per dire così poco” W.Goethe. 
E grazie per il vostro supporto spirituale. Con amicizia vostro Gabriel.C

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