27/02/15

D'Angelo si Dedica al Fantasy Impegnato

Dopo la saga delle "Sette Gemme", Andrea D'Angelo ci riprova, questa volta con "La rocca dei silenzi", un fantasy dalle tematiche attuali che però manca il traguardo.

La trama

La Rocca dei Silenzi è una fortezza costruita fra montagne impervie, dove il male ha deciso di porre la sua dimora. Negli anni molti soldati e molti maghi hanno affrontato la malvagità celata nella Rocca, ma nessuno è mai sopravvissuto, nessuno tranne Thal Dom Djèw che, dopo essere sfuggito agli orrori della Rocca, ha deciso di vivere da eremita lontano da ogni altro essere vivente alla ricerca di un po' di pace. La pace tuttavia non gli viene concessa perché viene presto richiamato alla Torre di Dòthrom, la sede dei maghi. Un'altra spedizione sta per essere inviata alla Rocca, Moenias, il più anziano dei maghi del consiglio è deciso a debellare una volta per tutte il male che alberga nella Rocca e scoprirne la vera natura.

La recensione
"La rocca dei silenzi" di Andrea D'Angelo
"La rocca dei silenzi"

Nel tentativo ci creare suspance e colpi di scena avvincenti, D'Angelo esagera, rendendo una trama che si presentava ottima, difficile da seguire. Il filo della tensione, le domande senza risposta, le questioni irrisolte, si protraggono per capitoli e capitoli, forse un po' troppo a lungo, esasperando il lettore che non vede l'ora di arrivare alla fine per poter veder dissipati un po' di dubbi, rimanendo però non completamente soddisfatto.

C'è tuttavia da dare un merito all'autore, le scene di battaglia sono particolarmente intense e ricche di particolari, forse un po' troppo ogni tanto, ma permettono di rendersi conto di tutto ciò che avviene nei momenti più movimentati del libro, cosa non sempre facile da gestire.

Un'altra caratteristica dei romanzi di D'Angelo è che non esiste un vero e unico protagonista, ma sempre una manciata di eroi attorno ai quali i personaggi secondari ruotano, ciascuno dei quali riflette e rimugina fino allo sfinimento su ogni avvenimento, circostanza o dubbio sorga durante la storia. Se questo da un lato è un vanto per l'autore, in quanto spesso gli autori dei libri si dimenticano di analizzare i sentimenti dei personaggi, dall'altra si presenta come un altro intoppo, perché D'Angelo esagera anche su questo punto, rendendo difficoltoso lo scorrimento della narrazione.

Anche nel finale D'Angelo ci fa storcere il naso, lasciandoci con un finale monco, ed è inutile andare a cercare, perché un seguito di questo libro non l'ho ha scritto. Ahimè!

D'Angelo però ha la cortesia di spiegarci la chiave di lettura di questo suo romanzo, spiegandoci di aver scritto La rocca dei silenzi per affrontare dei problemi attuali, per dimostrare che i fantasy non sono solo evasione dalla realtà ma possono trattare anche temi importanti. L'intento dell'autore si afferra benissimo, soprattutto nelle ultime pagine, peccato che dei grandi temi privi di una storia ben gestita, vanificano le ore e le fatiche di stesura della stessa. Un vero peccato, perché il libro ha del potenziale, una storia interessante e avvincente, ma purtroppo gestita male, rovinando quello che poteva essere davvero un buon fantasy.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet)
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