Nelle Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz (1690), una lunga allegoria alchimistica imperniata sulla vicenda di un iniziato che cerca di essere accettato ed ammesso ad un matrimonio regale, il procedimeno alchemico viene descritto come un uccello che esce da un uovo, cambia colore e forma ed è sacrificato per ottenerne il sangue:
«Il nostro Uovo, ormai pronto, fu estratto; ma non fu necessario romperlo, perché l'Uccello che era al suo interno si liberò da solo, si mostrò molto gaio, anche se appariva sanguinante e informe.... l'Uccello cresceva così rapidamente davanti ai nostri occhi che noi ben comprendemmo il perché dell'avvertimento che la Vergine ci aveva dato su di lui. Si mordeva e si graffiava in modo così furioso e indiavolato, che, se solo avesse avuto potere sopra uno di noi, l'avrebbe ben presto ridotto in misero stato. Ora, egli era completamente nero, e selvaggio; gli fu dunque portata dell'altra carne ... allora tutte le sue Penne Nere mutarono di nuovo, e al loro posto comparvero delle Penne Bianche come la neve. Egli era piuttosto addomesticato e si sforzava di mostrarsi più trattabile, ma noi non gli accordammo fiducia. Quando fu nutrito per la terza volta le sue Penne incominciarono ad assumere colori così singolari che in vita mia non ho mai visto colori simili della Bellezza. Si dimostrava anche eccessivamente sottomesso si comportava con noi in modo così amichevole, che (con il consenso della Vergine) lo liberammo dal suo stato di prigionia».
Per fare un confronto, basterebbe pensare ad un fisico atomico che avesse incominciato da principio a fare esperimenti e a percepire tutte le cose solo a livello degli atomi che le compongono. I normali concetti di solidità, figura e identità cesserebbero di avere un significato; è pi ù che evidente che l' esperimento rischia di essere completamente sconvolgente se non si è ben preparati ad affrontarlo ed allenati, dal punto di vista sia mentale sia emozionale, senza tenere conto di eventuali nozioni di «teoria degli atomi» da possedere.