07/11/14

Ella (la donna) rimane, dunque, alla destra degli arcani | L'Alchimia

............e furono licenziati e lasciati in condizioni di miseria, dopo di che si separarono.[Qui]

LE DONNE NELL'ALCHIMIA
Le donne hanno svolto un ruolo meno rilevante degli uomini nell'alchimia. Semplicemente, le esigenze di un'arte che richiedeva un'attenzione protratta e costante rendeva impossibile alla maggior parte delle donne di applicarvisi seriamente, perché non si sarebbe potuta adattare all'allevamento dei bambini o alla cura della casa. In ogni caso, si sa che sono esistite alcune donne che si sono occupate di alchimia; ci sono casi di collaborazione fra mariti e mogli ed è possibile che ulteriori ricerche mettano in luce contributi di altre donne che si sono interessate di alchimia. Abbiamo già visto che Maria l'Ebrea e Cleopatra furono famose alchimiste dell'antichità.

Zosimo, l'alchimista greco, aveva una sorella di nome Theosebeia che si occupava di alchimia, ma sappiamo della sua esistenza solo attraverso frammenti di lettere che Zosimo le scrisse. Le età successive non registrano donne dedite all'alchimia, ma questo può essere frutto di negligenza da parte degli autori e degli alchimisti del periodo. Pochi sono gli accenni: John Aubrey (lo storico del XVII secolo) dice che Mary Sidney (moglie del Conte di Pembroke) era «un grande chimico e trascorse molti anni in questo tipo di studi». Lady Anne Conway (1642-1684) è già stata citata per avere subito il forte influsso del contemporaneo circolo dei Rosacroce, i cui membri sembra includessero l'alchimia fra i loro studi principali.

Un tema piuttosto difficile da analizzare, ma per certi versi più interessante da prendere in esame, è quello della collaborazione fra uomini e donne nella Grande Opera: Il procedimento alchemico si basa sulla corretta comprensione dei rapporti fra il principio maschile e quello femminile presenti nella materia (zolfo e mercurio), della loro separazione e della loro unione armonica.; è quindi perfettamente comprensibile che gli alchimisti abbiano cercato di far risuonare questa idea nel loro lavoro. Le illustrazioni del Liber Mutus (1677) mostrano un uomo e una donna che lavorano insieme per raccogliere della rugiada, che riscaldano l'alambicco e la fornace e assistono vicendevolmente alle fasi dell'Opera. Le illustrazioni indicano con precisione le differenti azioni compiute da ciascuno dei due. In una illustrazione, essi sono inginocchiati su ciascun lato della fornace; l'uomo ha le mani giunte e il capo reclino nell'atto di pregare, mentre la donna ha lo sguardo rivolto verso l'alto, e un braccio graziosamente sollevato in gesto di benedizione.

Armand Barbault, un noto alchimista del XX secolo, che ha sempre lavorato con un partner femminile, ha questa opinione sul ruolo della donna e dell'uomo nelle operazioni:
«Grazie alla sua estrema sensibilità e alla mobilità dei suoi fluidi corporei, la donna è per una certa misura posta in una posizione favorevole per captare i livelli più alti e ricevere così le istruzioni per il suo partner. Il suo ruolo, d'altra parte, è molto più legato alla terra. L'uomo costruisce il lavoro sul materiale nudo e crudo e a questo livello la donna ha una posizione secondaria. Ella rimane, dunque, alla destra degli arcani, è il "lato passivo", il lato della psiche».
Talora è implicito che, mentre l'uomo può condurre esperimenti e lavorare con le sue storte e i suoi materiali, la donna è indispensabile per dare il tocco necessario a portare la vita nel lavoro. Un antico testo cinese fornisce un esempio adatto ad illustrare questo concetto:
«Un gentiluomo della Porta Gialla [alla Corte Imperiale] Han, Chen Wei, amava l'arte dell' [alchimia] Bianca e Gialla. Prese moglie e si assicurò una ragazza di una famiglia che conosceva delle ricette ... [cercò di] produrre dell'oro in accordo con "Il Grande Tesoro" nel cuscino [del Re di Huai Nan, ma] non riusciva. Sua moglie però venne ad osservare ....Wei stava allora attizzando le ceneri per scaldare la bottiglia. Nella bottiglia c'era del mercurio. Sua moglie disse: "Voglio provare a mostrarti qualcosa". Allora prese un preparato da una sacca e ne gettò un po' [nella storta]. Fu assorbito e in poco tempo lei estrasse [il contenuto della storta]. Era già diventato argento. Wei era completamente sbalordito e disse: "Il metodo [dell'alchimia] era vicino a te e tu lo possedevi. Ma perché non me lo hai detto prima?". Sua moglie replicò: "Per farlo, è necessario aspettare il momento [giusto] "».
Sia Helvetius, che incontreremo sul finire di questo capitolo, sia Nicolas Flamel lavoravano in stretta cooperazione con le loro mogli. Nel caso di Helvetius, sua moglie lo incitava a fare esperimenti con la polvere di pietra che gli era stata data, quando ormai disperava di riuscire ad avere successo con qualsiasi sostanza:
«Nel cuor della notte mia moglie (che studiava e faceva ricerche in quell'arte con grande curiosità) venne a sollecitarmi con insistenza perché facessi l'esperimento con quel piccolo frammento ... dicendomi che, se non lo avessi fatto non avremmo più potuto dormire per quella notte»
Flamel, per tutti gli anni della sua lunga ricerca, dipese in maniera notevole dall'aiuto e dall'incoraggiamento di sua moglie Pernelle. Insieme eseguirono la perfetta trasformazione alchimistica e Flamel fu prontissimo a riconoscere il contributo essenziale apportato da Pernelle: «Posso parlare sinceramente: l'ho fatto tre, volte, con l'aiuto di Pernelle, che lo ha compreso bene perche mi ha aiutato nelle mie operazioni e, senza dubbio, se avesse cercato di farlo da sola, sarebbe giunta al risultato finale e perfetto»." Nel complesso l'alchimia fu, certo, praticata principalmente da uomini, ma non era assolutamente preclusa alle donne, ed è probabile che ci fossero molte donne alchimiste i cui sforzi non sono stati registrati dalla storia.
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