22/10/14

Stamina: l'ultima parola alla politica e non alla scienza

È giunto il momento che la politica abbia il coraggio di applicare le leggi della scienza alle leggi dello stato! 


Il 17 luglio 2014 il Pubblico Ministero Raffaele Guariniello ha provveduto a chiedere il rinvio a giudizio per Davide Vannoni e altre 10 persone coinvolte nell'ormai nota "vicenda Stamina". Appare logico chiedersi se questo atto sia finalmente l'epilogo del Caso Stamina.

Appare improbabile, perché Stamina non è un evento fine a se stesso, bensì ci sono decine di casi in tutto il mondo di presunte terapie a base di cellule staminali mesenchimali adulte che vengono date come trattamenti per le più svariate malattie umane, molte delle quali incurabili. Sono 398 le sperimentazioni in corso nel mondo, di cui il 60% in paesi asiatici, che vanno avanti da anni senza produrre risultati.

"Sperimentazione" è una parola che suscita ancora molta reticenza nell'opinione pubblica, essa invece garantisce che ogni farmaco arrivi sul mercato solamente se esistono sufficienti dati per stabilire che il beneficio portato dalla terapia è maggiore al rischio di assumerlo. Lo scopo di vigilare sulla sperimentazione e di stabilire il cosiddetto profilo rischio/benefìcio di una terapia, spetta alle agenzie regolatone. In ogni parte del mondo vi è una sola agenzia regolatoria per Paese, in Italia è l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Il 15 maggio 2012, in seguito ad un'ispezione congiunta con i NAS, AIFA emise un'ordinanza che vietava la produzione, il trasporto e la somministrazione di presunte cellule staminali mesenchimali realizzate violando le normative nazionali ed europee sulle preparazioni medicinali.

E ci si chiede come mai l'epilogo del Caso Stamina non sia avvenuto due anni fa come sarebbe successo in qualunque Paese del mondo. In Italia invece il Ministro Balduzzi ha tentato di deregolamentare il mercato delle cellule staminali, nella sua prima proposta di un decreto legge che equiparava le cellule staminali mesenchimali a tessuti, ovvero a trapianti. In questa maniera, se il decreto fosse arrivato sotto quella forma all'approvazione del Parlamento, si sarebbe dato il via libera alla somministrazione di preparati di cellule staminali e non, in assenza di sperimentazione. La linea politica del Ministro della Salute Lorenzin è stata invece molto più chiara, dichiarando di voler lasciare l'ultima parola alla Scienza.
Caso stamina:
ultima parola alla politica
e non alla scienza

Eppure la comunità scientifica aveva già parlato forte e chiaro contro il caso Stamina ed in modo unanime. Basta ricordare i 5 editoriali della rivista Nature dedicati alla vicenda e le forti rare le di condanna del premio Nobel Shinya Yamanaka. Ci si chiede in quale altro modo e a quali livelli la Scienza avrebbe potuto esprimersi più chiaramente. Sono passati due anni e anche dopo il rinvio a giudizio, i Giudici continuano a emanare ordinanze sulla base di considerazioni individuali senza alcun ragionamento tecnico o clinico.

Questo perché, nonostante le nomine di ben due commissioni di esperti scienziati e tecnici, deve essere la Politica a riconoscere che la responsabilità di concludere la vicenda Stamina è proprio del Parlamento e non della Scienza Quello stesso Parlamento che ha legiferato sulla possibilità di destinare 3 milioni di euro di risorse pubbliche alla sperimentazione clinica del cosiddetto metodo Vannoni. La vicenda si potrebbe concludere anche ora, ma è la politica che deve trovare l'ultima parola, ammesso che ne abbia una, perché la Scienza ha finito tutte le sue.


Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.