10/09/14

Illuminazione Pubblica a Messina

Illuminazione
pubblica a Messina

La prima forma di illuminazione cittadina era garantita dalla luce dei lumi ad olio o a candele, posizionati presso le icone votive, sugli usci delle case, sulle facciate degli edifici, delle taverne e delle botteghe. 


L'illuminazione notturna, curata direttamente dai privati, è stata per Messina una esigenza legata non solo alla sicurezza delle strade, bensì alla necessità di indicare le case dei cristiani durante il dominio arabo (827-1060).

A questa forma di illuminazione, si aggiunse successivamente la luce dei nobili che, per transitare nelle strade di notte in modo più sicuro, si facevano accompagnare dallo "stafferic'a torcia", un servitore munito di lanterna che illuminava il cammino; analogamente a Venezia, i viandanti si facevano accompagnare dai "Iacchè2ed a Parigi nel 1665, l'abate italiano Laudati Caraffa, istituì un vero e proprio servizio pubblico notturno di "porte - flambeau".
Accenditore a gas

I più grandi esempi di illuminazione nel passato, prima dell'effettiva istituzione del servizio pubblico, si avevano durante le festività; a Messina, per la Festa della Madonna della Lettera, uno spettacolo particolarmente suggestivo era offerto dalla "Lummaria", una struttura piramidale in legno, dipinta e decorata per rappresentare fontane, obelischi e monumenti, e dotata di mensole riempite di lumi di creta ad olio. Durante queste festività i cittadini per devozione riempivano i balconi, le finestre, gli usci delle case e dei negozi di lumi e, mentre le candele di cera d'api, molto costose, o di sego venivano usate perlopiù nelle chiese e dalle famiglie nobili, i più poveri sceglievano di usare l'olio, più economico.

Per l'illuminazione pubblica con i fanali alimentati ad olio Messina deve aspettare la mete del Settecento, infatti nel 175* fu inaugurato il primo impianto di Pubblica Illuminazione in Sicilia e proprio a Messina voluto dal Viceré Don Eustachio De Laviefuille, quando il Sicilia regnava Carlo III di Borbone. Le strade principali, furon illuminate con "num.523 farti riverberi... collocati a debita distanza e con bella simmetria". Per la gestione del servzio di illuminazione pubblico venne istituita la Deputazione notturna dei fanali L'alimentazione dei fané era garantita dalla somministrazione agli accenditori "olio di olive vecchio di Sicilia era fissata a peso dal Comune in quantità e maniera precisamente definite secondo il mese dell'anno e il tipo di fanale.

L'Olio, così come la cera, era prodotto in gran parte in Calabria e Sicilia; a Messina in particolare, sorse una vasta industria di candele che aveva sede in via dei Torcieri (stradina sita in zona probabilmente centrale). Le prime tracce di "gas" a Messina risalgono al 5 Febbraio 1860, quando si inaugurava al Teatro Vittorio Emanuele, il magnifico lampadario con triplice illuminazione a cera, ad olio e a gas , che fu il primo ed il più bello di tutta la Sicilia; per illuminarlo si costruì un gasometro nel largo S. Paolo dei Disciplinati.

Nel 1860 il Municipio di Messina affidò, mediante trattativa privata, l'appalto dell'illuminazione a gas per un periodo di 60 anni, all'ing. Alfredo Gotte-rau della Compagnia "Gotte-rau &C; a questa nel 1866 subentrò la Compagnia inglese 'The Continental Union Gas Company Ltd."


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