30/09/14

Il WWF ammonisce | La condizione di salute della ricchezza della vita sulla Terra sta peggiorando

Tramite il proprio rapporto Living Planet Report 2014, il WWF, ha provveduto a fornire la puntuale e inequivocabile immagine riguardo la condizione di salute dei beni della vita sulla Terra. 


Se ogni essere vivente sulla faccia del Pianeta riuscisse a tenere il proprio valore di vita di un qualunque cittadino medio del continente europeo, l’umanità tutta necessiterebbe per continuare a mantenersi, ben 2,6 pianeti.

L’ormai incontrollabile deficit ecologico di cui sono affetti gli Stati membri della Comunità Europea, non ha lo stesso spazio che oltretutto meriterebbe, visto l'importanza che meriterebbe nelle priorità decisionali future, dei politici, come l'ha quello dell'atuale crisi economica-finanziaria; nonostante, come fa presente Marco Lambertini, Direttore generale del WWF Internazionale “la natura rappresenta sia uno scoglio d'appoggio per la salvaguardia della sopravvivenza ed una spinta verso l'abbondanza”.

Esattamente il WWF provvede a dare un quadro della situazione, tramite il suo rapporto Living Planet Report 2014, riguardante lo stato di salute della ricchezza della vita sul pianeta. La 10a edizione del rapporto, fornito ogni 2 anni dalla stessa associazione, ha provveduto ad aggiornare il modus operandi del Living Planet Index, indicando nelle pagine anche le strategie per conservare, produrre e consumare più saggiamente, con esempi concreti di come molte comunità locali stiano già facendo le scelte migliori per ridurre la traccia e la perdita di biodiversità.
Il WWF ammonisce:
presto necessiteremo di 2,6 pianeti per sopravvivere!

La lancetta dell'indicatore, sottolinea come, ogni Paese della Comunità Europea non soltanto vive oltre gli standard di “un pianeta”, ma pure che la metà della traccia ecologica comunitaria sia formata dalla carbon footprint, causato dall'uso di combustibili fossili: carbone, petrolio e gas naturale. “La traccia ecologica della Comunità Europea è oltremodo enorme”, prova a spiegare Gianfranco Bologna, direttore scientifico WWF Italia.

“Le nostre azioni economiche stanno favorendo il consumarsi della biodiversità e degli habitat, sia nel territorio italiano che all’estero, tutto ciò non fa altro che destabilizzare i sistemi naturali dai quali tutti noi dipendiamo per alimentarci, per respirare e il clima moderato di cui abbiamo necessitiamo. Abbiamo un ruolo importante, in questo periodo di presidenza italiana del semestre europeo, nell’indirizzare al meglio le politiche dell’Unione verso una reale economia verde e per promuovere il benessere dei cittadini europei”. Il problema ovviamente non riguarda solo l’UE.

In base a quanto riferisce il rapporto suddetto, la richiesta di risorse naturali da parte dell’umanità è oltre il 50% più vasto di quel che i sistemi naturali sono in condizione di riprodurre. Bisognerebbe avere a disposizione un Pianeta Terra e mezza per potere realizzare una produzione delle risorse sufficienti per sostenere la nostra attuale Traccia ecologica. Questo superamento globale significa, in pratica , che stiamo tagliando legname più rapidamente di quanto gli alberi riescano a ricrescere, pompiamo acqua dolce più velocemente di quanto le acque sotterranee riforniscano le fonti e rilasciamo CO2 più velocemente di quanto la natura sia in grado di sequestrare.

“L’Overshoot (il “superamento”) ecologico è la sfida che predominerà il 21o secolo” chiude Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia. ”Circa tre quarti dell'umanità, vive in nazioni in grosse difficoltà, con un deficit ecologico affiancato ad un reddito mediocre. L'aumentare della richiesta di risorse naturali chiede che ci concentriamo su come migliorare il benessere umano attraverso metodi differenti da quelli diretti alla continua crescita”.


Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.