01/05/14

La rugiada del sole: Drosea

DROSERA ROTUNDIFOLIA In caso di faringite, laringite o tracbeite Cresce sulle Alpi e sull'Appennino settentrionale, negli acquitrini e nelle torbiere, sugli sfagni e i muschi, in suoli acidi e poveri d'azoto. 

Le minuscole drosere, della famiglia delle droseroceoe, con le loro rosette di foglie arrotondate, si innalzano in gracili fusti fiorali alti dai 15 ai 20 cm. Le foglie sono ricoperte da tentacoli rossi, sensibili e sottilissimi, che terminano con piccole ghiandole che secernono un succo vischioso, zuccherino e luccicante (dal greco droserà = coperto di rugiada) che ha dato alla pianta il nome popolare di Rugiada del sole. I fiori, riuniti in una o più spighe, sono bianchi, rivolti tutti dallo stesso lato e fioriscono in maggio e luglio. Gli insetti attirati da questa secrezione restano invischiati e altri tentacoli si richiudono sopra la minuscola preda. Digerito l'insetto, la drosera ridistende le sue foglie pronte a catturare un'altra vittima. Si dice che, durante l'estate, possa catturarne duemila; è, in effetti, una pianta carnivora, dotata di un enzima simile alla pepsina del succo gastrico dell'uomo. La pianta, per la sua azione spasmolitica, bronchiolitica e bechica è utilizzata nelle affezioni dell'apparato respiratorio caratterizzate da tosse secca o irritante provocata da faringite, laringite o tracheite, e tosse convulsiva. È particolarmente adatta nel trattamento delle forme bronchiali da spasmo, come bronchite asmatica, asma allergico e nella pertosse. Calma gli accessi, ne diminuisce la frequenza, la durata e inibisce i conati di vomito scatenati dagli accessi pertussoidi. Esternamente veniva impiegata contro verruche, porri e callosità. Contiene notevoli quantità di polisaccaridi, polifenoli tra cui: iperosside, quercitina e isoquercitina.
DROSERA ROTUNDIFOLIA
immagine presa dal web
La pianta allo stato fresco risulta rubefacente (provoca un temporaneo aumento della quantità di sangue presente nei capi Ilari), leggermente irritante e proteolitica (trasformazione delle proteine in sostanze meno complesse). l'uso cosmetico è limitato a preparazioni estemporanee come frizioni antiforfora e pediluvi. La presenza dei naftochinoni, tra i costituenti principali, dal colore rosso bruno, conferisce alla pianta la sua tipica colorazione rossastra. La tisana scurisce le urine.
PREPARAZIONE E USO L'uso della pianta è controindicato in caso di ulcera gastroduodenale è intestinale, perchè le sue preparazioni possono provocare infiammazioni alle mucose.La somministrazione può provocare, in alcuni casi, nausea e diarrea. Ad eccezione di questi casi la pianta, ai dosaggi terapeutici, non presenta effetti collaterali. Viene utilizzata tutta la parte aerea. *Infuso: 1g di droga sminuzzata in 150 ml di acqua bollente. Filtrare dopo 15 minuti e assumere 2-3 tazze al giorno.
*Tintura di Drosea: macerare 50g di pianta fresca schiacciata in un quarto di litro di alcool a 60° per 10 giorni; 10 gocce, tre volte nelle 24 ore, in una tisana.
*Su calli e verruche applicare 3-4 volte al giorno del succo fresco di Drosea.
*Tintura Madre: adulti, 20 gocce tre volte al giorno; bambini, 5 gocce per anno di etàsuddivise nella giornata, fino ad un massimo di 30 gocce al giorno. Somministrarla diluita in acqua o in succo di frutta.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.